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Diamanti e storia

Cruciale nella storia climatica, biologica e culturale della Terra. 

Circa 12.850 anni fa, un freddo glaciale avvolse il pianeta, dando inizio al Younger Dryas. 

Questo periodo è al centro di un acceso dibattito che ruota intorno all'ipotesi dell'Impatto, una teoria che propone che la collisione con una cometa o una pioggia di meteoriti abbia causato questo cambiamento climatico. 

La collisione non solo raffreddò il pianeta, ma portò anche all'estinzione della megafauna e alla scomparsa della cultura Clovis negli odierni Stati Uniti. 

La fine del Pleistocene, intorno a 11.700 anni fa, segnala l'importanza di questa catastrofe. 

Strutture antiche come Göbekli Tepe e Boncuklu Tarla in Turchia, potrebbero essere coeve con questi eventi. 

Anche l'agricoltura ebbe origine in questo intervallo temporale, con le prime coltivazioni in Medio Oriente, Mesoamerica, Europa, Asia e Africa.

Il periodo del Dryas Recente fu seguito da un periodo di riscaldamento. 

Gli scienziati hanno trovato prove sostanziali che supportano l'ipotesi dell'impatto cosmico, tra le quali, appunto, il ritrovamento di nanodiamanti in varie parti del mondo. 

Questi ritrovamenti, tutti risalenti agli strati di sedimenti relativi al periodo del Younger Dryas, includono la presenza di polimorfi di questi cristalli, ossia diamanti cubici e esagonali, formati in condizioni estreme tipiche degli impatti cosmici. 

Pietre di dimensioni simili, ma molto più antiche, rinvenute nella Russia siberiana, risalenti al tardo Eocene, circa 35,7 milioni di anni fa, potrebbero offrire spunti importanti per comprendere i meccanismi alla base della formazione dei nanodiamanti legati al Younger Dryas.

Oggi, i nanodiamanti trovano applicazioni rivoluzionarie nella biomedicina e nella lotta contro il cancro. 

Vengono utilizzati per il rilascio controllato di farmaci in chemioterapia, grazie alla loro biocompatibilità e alle proprietà uniche delle loro superfici.

Younger Dryas: 10 Milioni di Tonnellate di Sferule e Nanodiamanti

Quali sono i misteri che si celano dietro i significativi cambiamenti climatici del passato? 

Alla conclusione del Pleistocene, un periodo caratterizzato da notevoli variazioni climatiche, si nasconde un enigma affascinante. 

Il ritrovamento di milioni di tonnellate di nanodiamanti e altre minisferule in diverse regioni del mondo offre uno spaccato intrigante su questo periodo preistorico. 

Queste scoperte sollevano interrogativi critici sull'evento del Younger Dryas, un periodo di notevole raffreddamento globale che ha rappresentato un momento cruciale nella storia climatica e biologica della Terra. 

Circa 12.850 anni fa (o BP, dall’inglese Before Present, prima del rtempo presente), un freddo intenso e mortale avvolse il pianeta, segnando l'inizio di un periodo noto come Younger Dryas o Dryas Recente. 

Questa era glaciale improvvisa, nascosta nei segreti del passato, è al centro di un'enigma che ha scosso le fondamenta della comunità scientifica: l'Ipotesi dell'Impatto (detta ipotesi dell’impatto di Younger Dryas o YDIH) di uno o più corpi celesti che hanno causato questo repentino cambio di clima. 

Dalla sua introduzione nel 2007, tale ipotesi ha ricevuto notevole attenzione e ha scatenato un acceso dibattito. 

La teoria, molto controversa, propone che la colpa di un cataclisma ambientale risalisse allo scontro di un’imponente cometa (o di una pioggia di meteoriti o di una tempesta magnetica, secondo altri). 

Questi eventi, colpendo la Terra con una forza inimmaginabile, scatenarono una serie di eventi catastrofici. 

Questo impatto causò l'estinzione della megafauna, creature maestose che un tempo dominavano il pianeta, e la scomparsa della cultura Clovis (una delle più vecchie del continente) negli odierni Stati Uniti, tra il Texas e l’Arizona. 

La fine del Pleistocene, l'epoca geologica che fa parte del periodo Quaternario, iniziata circa 2,6 milioni di anni fa, termina circa 11.700 anni fa, tempo corrispondente alla fine del Dryas Recente, è forse un segno evidente dell’importanza di questa catastrofe. 

Poco dopo questo periodo turbolento, sorsero alcune delle strutture più antiche del mondo, come Göbekli Tepe (occupato tra l’11.500 a.C. e il 10.000 a.C.) e Boncuklu Tarla in Turchia, quest'ultimo datato a circa 12.500 anni fa. 

Secondo alcune teorie, anche le tre piramidi di Giza potrebbero essere coeve con questi eventi. 

Secondo taluni esse sono allineate con la Cintura di Orione, una costellazione che sarebbe stata in una posizione in qualche maniera sovrapponibile solo fino al tredicesimo millennio prima del presente. 

Secondo altri tale superposizione non corrisponderebbe, visto che la struttura minore, delle tre, si discosterebbe da tale configurazione. 

Queste costruzioni potrebbero essere un ricordo in pietra dell’evoluzione avvenuta dopo questi straordinari cambiamenti climatici e delle oscillazioni di temperatura della Terra nei millenni successivi all'ultimo massimo glaciale. 

Anche gli albori dell’agricolura, secondo gli studi ufficiali, risalirebbero a questo intervallo temporale: le coltivazioni di Hordeum vulgare, Triticum spp. (grano), Lens culinaris (lenticchie), Pisum sativum (piselli), Cicer arietinum (ceci), Vicia faba (fave) in Medio Oriente iniziarono intorno a 10.000/13.000 BP, seguite da quelle di Cucurbita pepo (tipi di zucca) e Zea mays (mais) in Mesoamerica a 9.000/10.000 BP, Europa mediterranea (9.000 BP), quelle dei bacini del fiume Yangtze e Giallo (9.000 BP) e altopiani della Nuova Guinea (9.000–6.000 BP), Messico centrale (5.000–4.000 BP), Europa settentrioale (5.000–4.000 BP), Sudamerica settentrionale (5.000–4.000 BP), Africa sub-sahariana (5.000–4.000 BP, posizione esatta sconosciuta) e Nord America orientale (4.000–3.000 BP).

Va anche notato che, stan Infatti, tra 27.000 e 24.000 anni BP, il pianeta aveva vissuto fasi alternate di riscaldamento e raffreddamento, che avevano segnato la transizione verso l'Olocene. Tra questi periodi significativi figurano:

Older Dryas (circa 14.000 - 14.700 anni fa), un breve intervallo freddo tra il Bølling e l'Allerød, che si è distinto per un clima più freddo e secco.

Bølling-Allerød (circa 14.700 - 12.900 anni fa): Questo periodo si colloca tra il Dryas più antico e il Dryas più recente. È stato un periodo di riscaldamento relativo e condizioni più temperate.

Younger Dryas (circa 12.900 - 11.700 anni fa): Questo è stato un periodo di freddo improvviso e significativo che ha interrotto il riscaldamento post-glaciale. È considerato l'ultimo episodio freddo significativo prima dell'inizio dell'Olocene.

Anche le quantità di CO2 nell’atmosfera mostrarono andamenti altalenanti: da picchi di 400 ppm (parti per milione) allineandosi con il livello più basso registrato durante i suddetti 3-4 millenni, circa 180 ppm, mentre, in una straordinaria inversione climatica, i successivi 250 anni testimoniarono un notevole aumento delle temperature. 

In Groenlandia tale riscaldamento corrispose ad addirittura circa 12°C, illustrando una transizione rapida. 

I livelli, così come quelli di oggi, furono considerabilmente inferiori a quelli presenti nelle epoche dei grandi rettili, Triassico, Giurassico o Cretaceo, ove si erano registrati i massimi con picchi di quasi 8000 ppm. 

In queste poche migliaia di anni vi furono molteplici alternanze di caldo-freddo. 

Intorno a 12.870 anni prima del presente (BP), il clima subì una repentina trasformazione significativa e le condizioni di freddo raggiunsero il loro punto più estremo nel 12.700 BP. 

La conclusione di questo momento ghiacciato fu intorno a 11.850 BP. 

Il motivo di questo improvviso crollo dei termometri è, come detto in precedenza, ancora non del tutto chiaro. 

L’ipotesi forse più nota, quella dell’impatto di un corpo celeste extraterrestre, viene ancora accolta con scetticismo, poiché alcuni scienziati non sono in grado a replicare le prove critiche che sostenevano la teoria. 

La comunità scientifica, spesso additata per la sua propensità al rimanere ancorata a teorie stabilite (spesso dettata da imposizione da parte delle corporazioni che finanziano molti degli studi), fu scossa quando nuovi studi indipendenti iniziarono a riprodurre con successo le prove in numerosi siti del Dryas Recente. 

Questa serie di scoperte aprì un vaso di Pandora di interrogativi e speculazioni.

Il periodo del Dryas Recente fu sicuramente caratterizzato da un cambio climatico drastico, con un repentino raffreddamento seguito da un periodo di riscaldamento. 

Riferimenti geologici relativi a quegli anni suggeriscono una causa estesa e rapida. 

Tra questi, vi sono resti visibili nelle rocce, spostate da inondazioni causate dallo scioglimento di laghi glaciali, la destabilizzazione delle calotte polari e i cambiamenti ecologici correlati. 

Ricerche recenti sembrerebbero aver confermato l’ipotesi della collisione, suggerendo che le discrepanze relative ai test precedenti (quelle che avevano minato la veridicità di tale ipotesi) erano dovute a differenze metodologiche o a errori sistematici. 

Tra gli elementi innovativi rilevati e studiati, comparvero gli elementi del gruppo del platino (o PGE), come iridio e platino, associati agli impatti extraterrestri. 

Livelli elevati di questi elementi sono stati trovati in vari siti della zona geologica legata a questo tempo detta Younger Dryas Boundary (YDB), supportando ulteriormente l'ipotesi. 

Anche i nanodiamanti (ND), o nanoparticelle di diamante, furono riscontrati nei luoghi di presunta collisione. 

Questi minuscoli cristalli, di dimensioni inferiori a 100 nanometri, possono essere prodotti da eventi di collisione meteoritica e potrebbero fungere da parte significativa nella risoluzione di questa controversia, fornendo una delle prove principali di questo scontro ancestrale. 

Dai campioni di sferule da impatto, raccolte in quattro continenti, si e’ stimato che la quantata’ totale del 10 milioni di tonnellate, suddivise in 53 siti (America settentrionale e centrale, n = 30 siti; Sud America, n = 3; Groenlandia, n = 2; Europa, n = 16; e Asia, n = 2). 

Dei quali 28 con picchi sia in platino (PT) che in altri proxy di impatto come sferule ricche di Fe ad alta temperatura. 24 con proxy di impatto ma privi di misurazioni PT. 

La tabella qui sotto illustra i tipidi sferule riscontrate nei vari siti.

Diamanti e storia

Diamanti e storia

Nanodiamanti abbondanti sono stati ritrovati in sedimenti risalenti a 12.9 ± 0.1 mila anni fa, non solo in Nord America ma anche in altre aree del mondo. 

I modelli di diffrazione elettronica dell'area selezionata hanno rivelato due allotropi del diamante negli strati limite, a livello cronologico, ma non sopra o sotto tale intervallo: diamanti cubici e esagonali. 

I diamanti cubici si formano in regimi di alta temperatura e pressione, e anche i diamanti esagonali richiedono condizioni straordinarie, ben al di fuori della gamma dei processi superficiali tipici della Terra ma comuni agli impatti cosmici.

La controversia di lunga data riguardante le estinzioni della megafauna del tardo Pleistocene in Nord America è stata rinvigorita da un'ipotesi che implica un impatto cosmico al confine Allerød-Younger Dryas. 

La brusca interruzione dell’ecosistema causata da questo evento potrebbe aver innescato la sparizione di grandi mammiferi. 

L'ipotesi rimane controversa a causa dell'assenza di minerali colpiti, tectiti e crateri da impatto.

La presenza di nanodiamanti esagonali sintetizzati mediante shock (lonsdaleite) nei sedimenti YDB risalenti a circa 12.950 +/- 50 cal BP presso l'Arlington Canyon, Isola di Santa Rosa, California, supporta fortemente un evento di impatto cosmico. 

La combustione di biomassa all’inizio dello Younger Dryas è di estensione regionale, sulla base di prove provenienti dall’adiacente bacino di Santa Barbara e coeva alla più ampia combustione di biomassa a livello continentale. 

Questa combustione coincide anche con il brusco spreco di massa di sedimenti, il disordine ecologico e l’ultima presenza conosciuta di mammut pigmei (Mammuthus exilis) nelle Isole del Canale, correlandosi con più ampie estinzioni animali in tutto il Nord America.

Un'ipotesi controversa propone che uno o più impatti/esplosioni aeree cometarie abbiano colpito il Nord America a ≈12.900 cal yr B.P. causando le estinzioni della megafauna e la brusca inversione climatica del Younger-Dryas. 

La maggior parte delle prove a sostegno di questa ipotesi sono state screditate, ad eccezione delle segnalazioni di nanodiamanti (incluso il raro politipo esagonale) nei sedimenti del confine di Bølling-Ållerod-YD.

Studi recenti hanno esaminato materiali ricchi di carbonio isolati da sedimenti datati 15.818 anni cal B.P. al presente (incluso il confine Bølling-Allerod-YD). 

In questi studi non sono stati trovati nanodiamanti. 

Invece, aggregati di grafene e grafene/ossido di grafene sono onnipresenti in tutti i campioni esaminati. 

I risultati mettono in dubbio uno degli ultimi elementi di prova a sostegno dell’ipotesi dell’impatto YD.

Nel suolo di Usselo a Geldrop-Aalsterhut (Paesi Bassi), che si è formato durante l'Allerød/Early Younger Dryas, si troverebbe materiale da impatto. 

Le date al radiocarbonio con spettrometria di massa con acceleratore di singole particelle di carbone 14 sono internamente coerenti e mostrano che gli incendi si sono verificati ben dopo l'impatto proposto. 

Non è stata trovata alcuna lonsdaleite.

La relazione tra i nanodiamanti cubici e il carbonio simile al vetro, prodotto durante gli incendi, suggerisce che questi nanodiamanti potrebbero essersi formati dopo, piuttosto che all’inizio, del Younger Dryas.

Collegamenti con il VIcino Oriente, il caso di Abu Hureyra

Il viaggio per comprendere la dinamica gli avvenimenti che hanno segnato la conclusione del Pleistocene porta ora in un sito cruciale situato nell'odierna Siria. 

Si sa, da reperti archeologici, che circa 12.800 anni fa, un evento catastrofico colpì il villaggio preistorico di Abu Hureyra, lasciando dietro di sé un mistero che solo recenti intuizioni stanno iniziando a risolvere. 

Gli archeologi scoprirono una serie di prove che suggerivano l'esplosione di un grosso corpo a bassa quota, causata probabilmente da un frammento cometario, che devastò la comunità e influenzò significativamente il clima regionale.

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Questo sito archeologico, che contiene il più antico registro conosciuto della transizione dall'economia di caccia e raccolta all'agricoltura, è stato il centro di un altro intenso dibattito scientifico. 

Le recenti analisi hanno rivelato la presenza di micro-sferule ricche di ferro e calcio-silicio, vetro di fusione ad alta temperatura con impronte di piante, grani arricchiti di nichel e piromorfi di materiale vegetale, tutti elementi che indicano temperature estremamente elevate, non attribuibili a fenomeni naturali terrestri. 

La teoria dell'impatto cosmico a Younger Dryas, che include l'evento di Abu Hureyra, propone che esplosioni aeree e impatti multi-continentali abbiano colpito oltre 50 località, estendendosi per più di 100 milioni di km² in Nord e Sud America, Europa, Asia e Africa.

Dalla Russia con Amore: I Nanodiamanti di un’altra Era

Indizi sulla formazione di nanodiamanti a seguito di una collisione di un corpo celeste ed il pianeta terra si trovano nella fredda Siberia. 

Gli studi sui nanodiamanti trovati in Russia hanno infatti rivelato dettagli intriganti sulle loro origini e sulla loro età. 

Questi particolari cristalli, rinvenuti nella struttura di impatto Popigai, in Siberia centrale, si pensa siano stati creati da un evento di impatto cosmico. 

Molti di questi nanocristalli contengono lonsdaleite cristallina, un allotropo del carbonio che ha un reticolo esagonale. 

La lonsdaleite pura, creata in laboratorio, è fino al 58% più dura dei normali diamanti. 

Anche le quantita’ dei nanodiamanti russi di Popigai sono molto ingenti. 

Si stima, (dalla campionatura fatta sulle tonnellate di terreno grezzo prelevate nella zona) che tali riserve possano raggiungere le migliaia di miliardi di carati. 

Purtroppo, nessuna di queste minigemme verra’ mai impiegata in gioielleria viste le loro dimensioni ridotte.

Le determinazioni dell'età delle rocce di fusione da impatto di Popigai, effettuate tramite la tecnica di riscaldamento a gradini 40Ar–39Ar, hanno confermato un'età, risalente al tardo Eocene, di 35,7 ± 0,2 milioni di anni. 

Questo risultato si allinea con i depositi dello stesso tipo trovati in Italia, indicando la possibilità di almeno due grandi eventi catstrofici quasi contemporanei.

La struttura di Popigai, un cratere largo circa 100 Km, composta principalmente da gneiss precambriani, è coperta da strati di arenarie e carbonati variabili ascrivibili a period che vanno dal Proterozoico al Cretaceo. 

La presenza di diverse tipologie di rocce fuse da collisione, come le tagamiti, evidenzia un'ampia gamma di cristallinità. 

Nonostante la ovvia differenza di eta’ con i nanodiamanti legati alla ultima fase del Pleistocene, gli esami dei cristalli russi puo’ aiutare a determinare le dinamiche di formazione di quelli scoperti in varie are del mondo e risalenti a circa 13.000 anni fa.

L'impatto moderno dei nanodiamanti

Ripercorrendo il cammino dei minicristalli risalenti all'epoca dello Younger Dryas, scopriamo oggi come i nanodiamanti stanno rivoluzionando il mondo della medicina moderna, in particolare nel trattamento del cancro. 

Queste minuscole particelle, che trovano la loro origine in eventi cosmici antichi, oggi giocano un ruolo cruciale nelle innovazioni biomediche e biotecnologiche.

Grazie alla loro biocompatibilità straordinaria, i nanodiamanti offrono nuove strade per il rilascio controllato di farmaci in terapie come la chemioterapia. 

Funzionando come piattaforme versatili, si integrano in dispositivi a microfilm polimerici per rilasciare farmaci in modo prolungato, riducendo così gli effetti collaterali spesso severi e migliorando l'efficacia del trattamento. 

Inoltre, i nanodiamanti si rivelano economicamente vantaggiosi e promettono un impatto significativo su un'ampia gamma di disturbi. 

Possono essere applicati localmente come cerotti chemioterapici o dispositivi pericardici, aiutando a sopprimere l'infiammazione post-chirurgica o a trattare le aree in cui potrebbero rimanere cellule tumorali residue. 

La loro capacità di espandere le opzioni terapeutiche, complesse con piccole molecole, proteine, anticorpi terapeutici e RNAi, apre nuovi orizzonti nel campo della somministrazione di farmaci. 

I nanodiamanti si stanno così affermando come un nanomateriale promettente per la terapia del cancro, dal trattamento sistemico fino all'uso come costituenti primari nei microfilm ibridi polimerici.

Il loro potenziale nel rendere solubili in acqua sostanze terapeutiche altrimenti insolubili, insieme all'incorporazione in microfilm per il rilascio localizzato di farmaci, sottolinea la loro versatilità e l'impatto rivoluzionario nella lotta contro il cancro.

Conclusione

L'esplorazione dei nanodiamanti, scoperti in quantità significative in vari contesti geografici, ha creato un momento retrospettivo sugli avvenimenti che hanno caratterizzato la fine del Pleistocene, offrendo una prospettiva unica per analizzare il complesso periodo del Younger Dryas. 

Mentre la comunità scientifica continua (forse) a cercare di decifrare questo intricato puzzle storico, il mondo dei curiosi rimane come un testimone col fiato sospeso di come eventi remoti non solo possano influenzare la comprensione del mondo naturale, ma aiutare a superare problemi della vita contemporanea. 

Questo percorso di scoperta, attraverso i segreti nascosti tra crateri, montagne ed oceani, conferma la complessità e la straordinarietà della storia terrestre, sottolineando quanto ancora rimanga da esplorare per acquisire un’avanzata conoscenza dell’ecosistema che offre una straordinaria dimora al genere umano e a tutte alle altre forme di vita del pianeta.


Fonti: en.wikipedia.org, pubmed.ncbi.nlm.nih.gov, pnas.org, science.org, scienceopen.com, ChatGPT, Bard, Bing.com, ancient-origins.net, nature.com, news.bbc.co.uk, onlinelibrary.wiley.com, journals.sagepub.com, kids.kiddle.co, earthobservatory.nasa.gov, largest.org, sciencedirect.com.
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