Il Cullinan I, di taglio a goccia a 74 faccette, è il maggior diamante incolore al mondo per peso, dall’alto dei suoi 530,20 carati (106,040 g).
Tra i diamanti sfaccettati, oggi questa pietra si posiziona però solo al terzo posto, dopo l’Enigma, un carbonado (un diamante policristallino) da 555.55 carati e il Golden Jubilee, una pietra marrone di 545,67 carati.
Esso fu montato, dopo il 1910, sullo scettro di sant'Edoardo (o del Sovrano o Reale), è parte, insieme al Cullinan II, dei Gioielli della Corona Britannica ed è oggi ospitato nella Torre di Londra.
Lo Scettro simboleggia l'autorità temporale del Monarca sotto la Croce (la religione cattolica) e fu creato nel 1661.
Sulla sua testa c’è appunto il Cullinan I, “figlio maggiore” della pietra omonima (Cullinan, o anche Stella d'Africa) che, con i suoi 3 106,75 carati (621,35 g), è a tutt’oggi il più grande diamante grezzo a cristallo singolo mai ritrovato.
La gemma fu recuperata il 26 gennaio 1905 e prese il nome da Sir Thomas Cullinan, proprietario del deposito dal quale proveniva la colossale pietra, nel 1907, Louis Botha, leader dello stato del Transvaal, propose al suo governo di comprare la pietra e di regalarla al re Edoardo VII per riconoscere l'amicizia tra la neo-colonia britannica, dopo le guerre boere e il suo signore.
La sua proposta fu bocciata, ma la gemma venne comunque acquisita per £ 150.000 (corrispondenti a circa 20 milioni di euro di oggi), per decisione del Primo Ministro inglese. Essa raggiunse l’Inghilterra con un piccolo stratagemma: per ingannare i potenziali ladri, venne messa in giro la notizia che la pietra sarebbe stata ospitata a bordo di una nave a vapore, mentre in realtà essa fu portata a destinazione con un normale pacco postale registrato.
Il Cullinan I fu la principale delle 9 pietre maggiori e 96 minori che vennero ottenute dall’enorme cristallo.
Il taglio fu eseguito dalla ditta Joseph Asscher & C. di Amsterdam, dopo uno studio durato settimane.
Inizialmente (il 10 febbraio 1908), la pietra fu divisa in 2 frammenti di 1977 e 1039,75 carati e poi, dopo circa 8 mesi e 14 ore al giorno di lavoro dei i tre tecnici incaricati, nelle 105 gemme finali.
Articolo di: Dario Marchiori