Il verde smeraldo è il verde più bello.
La brillantezza di questa pietra, unita alla sua straordinaria storia millenaria ed alla sua rarità ne ha decretato lo status di gemma suprema tra tutte quelle dello stesso colore.
Tanto ricercati e preziosi sono gli smeraldi del verde più vivido e pulito che nel corso dei secoli, i mercanti di preziosi hanno fatto carte false per escogitare trucchi atti ad elevare pietre di pedigree inferiore allo stesso livello di quelli di maggior valore.
Questo pezzo si ripropone di dare una panoramica, semplice ma comprensiva, degli interventi che vengono, più o meno comunemente eseguiti sui berilli verdi, per accrescerne sia il valore estetico che quello economico.
Il punto di partenza
Gli smeraldi sono tra le pietre preziose naturali più incluse, cioè quelle che presentano maggiori e più frequenti impurità al loro interno.
Essi sono, per questo motivo, posti nella categoria “Tipo III” dall’Istituto Gemmologico Americano (e da altri laboratori importanti).
A differenza di molte alte gemme, la cui trasparenza è quasi indispensabile affinché esse abbiano un valore apprezzabile, negli smeraldi questa qualità è spesso non così essenziale.
Le loro imperfezioni sono generalmente tollerate poiché le pietre più belle, quelle che mostrano un colore verde vivido tanto amato, sono poco frequenti.
Un criterio limite viene stabilito quando le bolle di gas interne, i cristalli incorporati, i veli e le crepe rendono lo smeraldo troppo torbido o lattiginoso.
Va anche aggiunto, comunque, che non sempre la presenza di piccole macchie e fessure all’interno di queste gemme ha un valore negativo.
Talora le minuscole sagome, che si possono intravedere attraverso la tavola (la parte superiore) di una gemma tagliata, formano disegni affascinanti che accrescono l’unicità di un cristallo sfaccettato.
Nel caso degli smeraldi, esse vengono indicate con il suggestivo termine francese di Jardin (giardino in italiano).
Esse possono assomigliare al muschio o al fogliame degli alberi e possono formare delle incredibili figure che ammaliano particolari compratori e conoscitori di preziosi.
I depositi
I tipi di giacimento ed i luoghi di origine non influiscono tanto sul tipo di trattamento che le pietre possono ricevere, nonostante vi siano delle differenze notevoli tra deposito e deposito, ma impattano soprattutto il valore legato alla fama di un particolare luogo.
Molti conoscono gli smeraldi colombiani, che sono più famosi e maggiormente richiesti di quelli dello Zambia, Brasile o Afganistan.
Conoscere il tipo di rocce dalle quali vengono estratti questi mini-tesori verdi ed i processi geologici che ne hanno determinato la formazione può aiutare a comprendere molti degli aspetti legati a queste pietre.
Parte dei giacimenti di smeraldi del mondo si trovano in aree di metamorfismo di contatto.
Il magma granitico può fungere da fonte di berillio e lo scisto (roccia metamorfica a grana medio-grossa) o gneiss carbonaceo (una delle più comuni rocce metamorfiche costituenti la crosta continentale), nelle vicinanze, possono fornire cromo o vanadio.
Gli smeraldi si formano di solito in scisti o gneiss o ai margini di una pegmatite (roccia filoniana appartenenti alla famiglia del granito) vicina.
Anche le rocce mafiche (o femiche, ricche di ferro e magnesio) e ultramafiche (con contenuto di silice inferiore al 45%) possono servire da fonti per cromo o vanadio.
Questi tipi di ambienti litici, in una combinazione o un’altra, si trovano un po’ in ogni parte del mondo; per questo motivo oggigiorno, le miniere di smeraldi sono presenti in tutti i continenti.
Nel 2010, i maggiori paesi produttori di queste gemme verdi erano: Colombia 29% (la cui estrazione ebbe un notevole aumento nel decennio tra il 2000 e il 2010, aumentando del 78%) Brasile 27%, Zambia 20%, Russia 10%, Zimbabwe 7%, Madagascar, 3%; Pakistan 2% (che ha comunque notevolmente incrementato la propria presenza e visibilità sul mercato negli ultimi anni) e Afghanistan 1% (in questi mesi, per noti problemi politici, non aperto al commercio), Canada 0,5%, resto del mondo > 0,5%.
A partire dal 2015 circa, importanti quantità di smeraldo, con colori e chiarezza eccezionali, hanno iniziato ad essere esportate dall'Etiopia.
Nuovi depositi vengono costantemente scoperti, però non tutti possono vantare una qualità di pietre elevata.
Il fattore limitante nella formazione dello smeraldo è posto dalle condizioni geologiche, che si traducono in assenza o presenza di berillio (48esimo minerale più comune, dove nascono gli smeraldi, con 2,8 parti per milione o PPM), cromo (22esimo, 102 PPM) o vanadio (20esimo, 120 PPM), elementi relativamente rari nella fascia di rocce della crosta terrestre in cui gli smeraldi si formano.
Per capire quali siano i tipi di giacimenti maggiormente favorevoli alla insorgenza di materiale pregato, essi sono stati catalogati minuziosamente.
Attraverso le categorie standardizzate create ad hoc, le miniere di smeraldi sono state suddivise in base al loro tipo geologico: quelle di tipo I sono relative a pegmatiti povere di silicio, quelle di tipo II-sedimentario (che danno luogo alle maggiori quantità di smeraldi di qualità gemma), che sono associate a rocce vulcaniche che ruotano intorno a scisti derivati da processi di metamorfosi tettonica e, infine, quelle di Tipo III, il più raro, che sono correlate a depositi di classe metamorfico-metasomatica.
Queste 3 macro-gruppi vengono suddivisi in ulteriori sottogruppi; si può notare anche come nelle stesse aree geografiche esistano giacimenti di tipo differente.
Ecco una lista di quelli principali:
Tipo IA (Tettonico-magmatico, in rocce mafico-ultramafiche, presente in tutti i continenti): 1. Fazenda Bonfim; 2. Socotó; 3. Carnaíba; 4. Anagé, Brumado; 5. Piteiras, miniera di Belmont, Capoierana, Santana dos Ferros; 6. Pirenópolis, Itaberai; 7. Santa Terezinha de Goiás; 8. Tauá, Coqui, Brasile; 17. Tsa da Gliza. Canada occidentale; 14. Dryden, Canada orientale; 18. Gravelotte (2,97 miliardi di anni) il deposito più antico, il Sudafrica; 19. Sandawana, Masvingo, Filibusi, Zimbabwe (famosa per pietre di piccole dimenzioni, fino a mezzo carato, ma di colore intenso); 20. Morrua, Mozambico; 21. Kafubu, Musakashi, Zambia 22. Sumbawanga, 23. Manyara, Tanzania; 24. Kenticha (Halo-Shakiso), Etiopia; 25. Boorama, Somalia; 48. Val Vigezzo, Italia; 49. Franqueira, Spagna; 42. Urali (Malyshevo), Russia; 43. Wolodarsk, Ucraina; 44. Rila, Bulgaria; 30. Poona; 31. Menzies; 32. Wodgina; 33. Emmaville, Torrington, Australia; 28. Ianapera; 29. Mananjary, Madagascar; 36. Sankari Taluka; 37. Rajasthan (Bubani, Rajgarh, Kaliguman); 38: Gubaranda (stato di Oris-sa), India; 39: Khaltaro (9 milioni di anni, il deposito più giovane); 40. Valle del Swat, Pakistan;
Tipo IB (Tettonico-magmatico, in rocce sedimentarie): 16: Lened, Canada occidentale; 13. Uinta, Utah, USA; 46. Eidswoll, Norvegia; 34. Dyaku, Cina;
Tipo IC (Tettonico-magmatico, in rocce granitiche): 27. Kaduna, Nigeria;
Tipo IIA (Tettonico-metamorfico, in rocce mafico-ultramafiche): 15. Mountain River, Canada occidentale;
Tipo IIB (Tettonico-metamorfico in rocce sedimentarie): 10. Zona di smeraldo orientale (Gachalá, Chivor, Macanal); 11. Zona di smeraldo occidentale (Yacopí, Muzo, Coscuez, Maripi, Cunas, La Pita, La Marina, Peñas Blancas); 9. Monte Santo. Colombia;
Tipo IIC (Tettonico-metamorfico in rocce metamorfiche): 12. Hiddenite, North Carolina, USA; 47. Binntal, Svizzera; 35. Davdar, Cina; 41. Panjshir valley, Afghanistan;
Tipo IID (Tettonico-metamorfico, in metamorfosi di tipo IA) 26. Gebels Sikaït, Zabara, Wadi Umm Kabu, Egitto; 45. Habachtal, Austria.
Alcuni dei trattamenti sono tipici di zone specifiche, poiché la composizione chimica degli smeraldi può accettare o meno una specifica forma di intervento.
Le zone estrattive con la tradizione più antica, come per esempio il Colombia, offrono anche una varietà di processi di modifica di purezza e colore molti più ampi che quelli legati a nuovi depositi.
Smeraldi non trattati
Da tempi immemorabili, proprio per la loro ricercatezza, gli smeraldi sono sottoposti a processi che ne aumentano trasparenza e, possibilmente, la brillantezza e vividezza del colore.
Alcuni di questi accorgimenti sono tradizionali, normalmente ben noti e relativamente tollerati sia dagli esperti che dai consumatori.
Uno dei più antichi metodi di miglioramento è quello del riempimento delle fratture con oli naturali.
Si dice che il 95-99% di tutti gli smeraldi in commercio sia stato in qualche modo “violato”, ovviamente nessuno lo può dire con certezza non essendoci un database che includa tutte le pietre vendute.
È evidente, comunque, che solo una minima porzione di queste gemme rimane intoccata.
Si tratta tipicamente di pietre di altissima qualità e di prezzo altrettanto elevato.
In pratica, quando si compra uno smeraldo, si può essere praticamente certi che la pietra abbia subito qualche forma di manipolazione.
Quando un commerciante invita all’acquisto, asserendo che la gemma proposta non è stata minimamente alterata (ad eccezione di taglio e pulitura), le sue parole dovrebbero far suonare un piccolo campanello d’allarme.
Gli smeraldi non trattati in vendita sono pochissimi e normalmente raggiungono prezzi premium, in particolare quelli della celeberrima miniera Muzo, che si trova a circa 100 Km da (Santa Fè de) Bogotà, capitale del Colombia.
Uno smeraldo colombiano non trattato (proveniente da una qualsiasi delle miniere di questo stato) può essere anche 50% più caro di uno che abbia subito un intervento di oliatura minore e che abbia la stessa qualità apparente.
Una pietra con un miglioramento moderato può limare un ulteriore 35% del costo, rispetto ad uno con trattamento minore; infine, infine, una gemma con una alterazione significativa viene generalmente evitata dai conoscitori della gemma, non tanto per il costo, quanto per i rischi celati nel tipo di trattamento.
Come menzionato in precedenza, nel mercato odierno oltre il 90% degli smeraldi presenta fratture riempite da olio o resina.
Pertanto, in tutti i casi è necessario prestare la massima attenzione durante la pulizia; ultrasuoni o vapore non vanno mai utilizzati per la cura di queste pietre.
Le vibrazioni possono indebolire le pietre già fratturate, mentre il vapore caldo può far fuoriuscire olio o resina non indurita dalla superficie.
Smeraldi trattati
È stato documentato l'uso storico dell'olio per migliorare l’aspetto esteriore in smeraldi sin da tempi remoti.
Un significativo esempio di testimonianza antica di tale processo proviene dal testo Masālik alabşār fi mamālik al-amşār, il cui titolo è difficile da tradurre, poiché come molti trattati del suo tempo pone una parte significativa del significato rima così amata dagli autori medievali musulmani.
In maniera semplificata, esso potrebbe essere reso come Le vie del discernimento nei regni delle capitali e fu probabilmente compilato intorno al X secolo d.C. in questo lavoro di carattere politico, si trova l’opinione informata del guardiano di una miniera di smeraldi che descrive uno dei primi trattamenti conosciuti con le seguenti parole: "Quando si trova uno smeraldo, esso viene gettato nell'olio bollente, quindi in trucioli di legno e avvolto in lino o altro materiale." … ed anche: "Uno dei cabochon (di smeraldo, NDR) aveva un materiale di riempimento verde nelle fratture che raggiungono la superficie."
Queste citazioni confermano la teoria secondo la quale gli smeraldi subiscono comunemente processi di oliatura già da centinaia di anni.
Il motivo è sempre lo stesso: queste gemme, per loro natura, hanno minuscole fessure che raggiungono la superficie, che se da un lato ne deturpano la bellezza, dall’altro invitano ad un’azione per tentare di coprirle o rimuoverle.
È possibile riempire le piccole crepe, con le relative inclusioni interne, forzando l'olio attraverso le cavità che raggiungono la parte esteriore dei cristalli.
Il risultato è una maggiore chiarezza poiché la resa luminosa delle fessure riempite è simile a quella dello smeraldo naturale.
L'olio di cedro è probabilmente il materiale più comunemente usato, perché è incolore ed ha un indice di rifrazione vicino a quello dello smeraldo.
Tuttavia, questo liquido viscoso può seccarsi e quando questo succede le pietre devono essere nuovamente sottoposte al “trucco”.
Esiste una miriade di altre sostanze che sono comunemente implementate per raggiungere lo stesso fine, quello di rendere gli smeraldi più belli e costosi.
Il tipo di materiale utilizzato comporta una maggiore o minore visibilità dei residui quando questo si altera col passare degli anni.
La sua presenza diviene evidente col trascorrere del tempo, con ovvie conseguenze sull’estetica della pietra.
In molti casi, l’effetto è reversibile e può essere corretto attraverso ulteriori interventi, in altri, il danno può essere permanente.
Dagli anni '60, gli appassionati di pietre preziose hanno avuto accesso ad un prodotto innovativo rispetto agli oli tradizionali.
Essi si sono affidati al sigillante per fratture chiamato Opticon Resin, che offre alcuni innegabili vantaggi.
Opticon può essere applicato con o senza l'uso di un indurente superficiale e può anche essere completamente eliminato con un solvente a base di cloruro di metilene.
Uno dei più noti solventi porta il marchio "Attack" ed è in grado di rimuovere non solo Opticon, ma anche altre resine epossidiche polimerizzate e le resine con poliestere.
Acqua
L’acqua non è un trattamento vero e proprio, ma è un piccolo trucco che viene spesso utilizzato per rendere la pietra, sia grezza che tagliata, più brillante al momento della vendita.
Questo è un vecchio trucco, ma è utilizzato in maniera ubiquitaria e non solo per gli smeraldi.
Fillers-Riempitivi in generale
Ad oggi, sono note oltre 300 sostanze riempitive (fillers) delle quali più di 70 sono tipi di olio.
Ognuna di esse offre una certa gamma di proprietà, spesso specifiche per particolari tipi di cristalli.
Tutte queste sostanze sono disponibili a costi diversi, ciò vuol dire che le pietre più costose spesso si possono “permettere” interventi maggiormente raffinati e difficili da rilevare.
Ecco una lista dei tipi o marche maggiormente utilizzate:
Filler (oli e cere) naturali: Olio di cedro, balsamo Canada, oli minerali, olio di paraffina, cera d'api, cera di paraffina, olio di cannella, olio di chiodi di garofano, olio di palma, olio di ricino, olio di cocco e oleoresine.
Filler sintetici: Resina prepolimerica, Epon 828 e Araldite GY 6010, EPO-TEK® 314, Resina Opticon No. 224, PermaSafe, Arthur Groom Gematrat, ExCel, HXTAL NYL-1®, NOA 65®, ThreeBond TB3074 resine a polimerizzazione UV ad alta trasparenza, vari epossidici e poliuretanici, oltre a un'ampia varietà di epossidici acrilati, poliesteri, uretani acrilati e siliconi acrilati.
Filler morbidi (naturali o sintetici): Epon® 828 e Araldite® 6010 (entrambi a volte chiamati in modo fuorviante "Palma"), olio di legno di cedro, Opticon® non indurito, olio di paraffina e balsamo Canada.
Stucchi induriti in superficie: Norland Optical Adhesive 65, un adesivo a presa UV a onde lunghe, e Opticon Resin No. 224.
Filler duri: Gematrat®/ExCel® e PermaSafe®.
Oli
L'olio è una delle sostanze più antiche, semplici da reperire, economiche e comunemente usate per intervenire sui difetti degli smeraldi.
Esso viene sfruttato, nei trattamenti, perché aiuta sia a nasconde i difetti che a migliorare i colori.
Questo materiale copre caratteristiche interne nascoste, che possono, in alcuni casi, rendere la pietra più fragile di quanto sembri all’apparenza, dopo che il “trucchetto” è stato applicato.
In casi estremi, le gemme così alterate, possono anche non essere adatte all'uso sui gioielli, in particolare quelli che sono posti a costante usura, come per esempio gli anelli.
Purtroppo, è tristemente noto come molti mercanti, commercianti e a volte anche gioiellieri spesso non rivelino ai propri clienti quando e in che modo l’aspetto di uno smeraldo è stato modificato, tuttavia si sa che questi interventi sono prevalenti (oltre il 90% delle gemme in vendita).
L'oliatura può anche rendere difficili le riparazioni future.
Se le gemme vengono, per qualche motivo rimodellate, il processo di sfaccettatura può turbare la fragilità di una pietra internamente non ben coesa.
Inoltre, l’oliatura va ripetuta nel tempo, perché non è un procedimento dagli effetti duraturi.
Quando svanisce, la pietra può avere un aspetto terribile.
Ulteriori interventi richiedono tempo e denaro.
Tutti i rischi appena citati sono ben noti agli esperti del settore: molti tagliatori, di conseguenza, non prendono nemmeno in considerazione la possibilità di lavorare uno smeraldo costoso a causa dei problemi sopraelencati e delle responsabilità implicate.
Inoltre, sono difficili da stabilire le vere qualità di una pietra oliata, problema che, di solito, è a danno dell'acquirente.
Tra i tipi di olio più frequentemente utilizzati, si trova quello di cedro incolore.
Poiché l'olio di cedro viene raccolto dagli alberi, è considerato "naturale".
Tuttavia, il sistema per estrarlo non è così diretto come si potrebbe pensare.
La produzione di olio concentrato è un processo altamente industrializzato.
Essa parte dal taglio degli alberi di cedro, che vengono poi macinarli in particelle fini e infine immersi in vapore/solvente ad alta temperatura/pressione.
Dopo aver rifinito il liquido ottenuto, si filtra e si raccoglie la sostanza desiderata, altamente raffinata.
Sul mercato, esistono tre tipi di olio di cedro, che sono utilizzati non solo per il trattamento delle pietre ma anche per una moltitudine di altri scopi. Tra di essi, vi sono quelli a:
Alta viscosità: comunemente usati nella ricerca come oli da immersione, per lavori di microscopia ottica ad alta risoluzione (1000X) e per miglioramenti degli smeraldi.
Viscosità media: comunemente usati per aromaterapia, massaggi e profumi.
Bassa viscosità: comunemente usati per il trattamento del legno.
Miscelazione di oli e resine
La miscelazione di riempitivi naturali e sintetici viene occasionalmente impiegata con risultati variabili.
Per esempio, il cosiddetto "10-90", indica una miscela di olio di legno di cedro al 10% mescolato con resina sintetica al 90%.
Oltre a quello di cedro, esiste una miriade di ulteriori liquidi viscosi create con lo stesso fine.
Tra di essi, ci sono anche gli oli colorati.
Come tutte le altre sostanze, essi devono essere relativamente durevoli e non causare un deterioramento veloce.
Uno tra i più noti, tra questi ravvivanti è l'olio di Joban verde, comunemente applicato a smeraldi di bassa qualità a Jaipur, in India.
Polimeri
Un tipo di materiale comunemente utilizzato per migliorare l’aspetto degli smeraldi è costituito da una classe specifica di polimeri.
La parola polimero deriva dal greco polymerḗs, e significa letteralmente "che ha molte parti".
Esso è composto da una macromolecola, ovvero una molecola dall'elevato peso molecolare, costituita da un gran numero di gruppi molecolari (o unità strutturali) uguali o diversi (nei copolimeri), uniti "a catena" mediante la ripetizione dello stesso tipo di legame (covalente).
I polimeri usati per trattare gli smeraldi sono talvolta coadiuvati da degli indurenti, che li aiutano a coagularsi più rapidamente e con maggior fermezza.
Il polimero viene iniettato nelle fessure superficiali delle gemme, sia grezze che tagliate, attraverso un procedimento che si effettua in assenza di ossigeno, sotto vuoto.
Sebbene questo trattamento abbia maggiore stabilità rispetto all'oliatura, il materiale iniettato tende a ingiallire col tempo e talora a sgretolarsi con l'età e/o quando viene in contatto con alcuni tipi di solvente, utilizzati per la pulitura dei gioielli.
Riempire le piccole fessure interne delle gemme, occultando i difetti e migliorando il colore delle pietre trattate per una durata variabile.
Anche dopo un trattamento con Opticon, gli smeraldi spesso vengono ulteriormente oliati.
Questa forma di intervento umano non è uniformemente accettata in tutti i paesi.
Mercati diversi sono più o meno propensi a tollerare questo trattamento.
Resine viscose, con e senza indurente
Le Resine viscose, di tipo epossidico (un tipo di polimero termoindurente con reazione a freddo) spesso promosse con il loro nome commerciale, sono talora più facili da accettate, da parte dei consumatori, perché il trattamento è più stabile (soprattutto per pietre di qualità inferiore) e meno incerto di quello dato dagli altri tipi di polimeri.
Il formulato è normalmente costituito da una resina base (componente A) e da un indurente (componente B), i quali, miscelati accuratamente nel rapporto d’uso indicato dal produttore, solidificano, dando origine ad uno strato vetrificato lucido.
Esistono anche delle resine epossidiche che non sono coadiuvate da un indurente.
Queste sostanze sono meno invise a estimatori di smeraldi asiatici e americani che a quelli europei.
Nel Vecchio Continente è il petrolio ad essere maggiormente diffuso, mentre è più difficile vedere le gemme esaltate con le resine epossidiche.
L’uso di questi polimeri va indietro di quasi mezzo secolo.
Fu all'inizio degli anni '80, che la compagnia Shell Chemical Co.
Incominciò a sviluppare una moltitudine di nuove resine epossidiche liquide, per un'ampia varietà di applicazioni industriali.
Per la stragrande maggioranza delle applicazioni, le resine epossidiche vengono indurite mediante l'aggiunta di vari agenti reattivi.
Una di queste nuove resine, la n.828, ha un indice di rifrazione (RI) di 1,573, molto vicino a quello degli smeraldi colombiani, intorno al 1,570-1,580, ma meno prossimo a quello di pietre provenienti da altre nazioni (Pakistan 1,588-1,596, Russia 1,581-1,600, Brasile1,572-1,793, Etiopia 1,581-1,589, Zambia 1,580-1,590, Zimbabwe 1,576 -1,602).
Questo fattore rende le resine epossidiche maggiormente “appetibili” rispetto all'esaltatore di chiarezza "tradizionale" più comune, l'olio di legno di cedro, che ha un RI di 1,51-1,52.
L’Indice di rifrazione prossimo a quello dei cristalli naturali, permette alle sostanze estranee di mimetizzarsi meglio nei reticoli cristallini ed essere più difficili da rilevare.
Alcune di questi agenti sono difficili da rilevare anche da parte dei gemmologi più esperti e meglio equipaggiati.
Cere
I riempitivi a base di cera hanno una stabilità relativamente buona e sono spesso rilevati negli smeraldi dello Zambia.
Le cere comuni includono cera d'api, cera vegetale e cere minerali.
Questi composti incolori o quasi incolori spesso danno maggior vividezza allo smeraldo, facendolo apparire più trasparente e meno lattiginoso.
Occasionalmente, può venire aggiunto un colorante verde a un riempitivo per migliorare ulteriormente il brio cromatico della pietra.
La presenza di un riempitivo colorato (se la gemma è veramente uno smeraldo naturale) è da considerare come certa quando viene proposta una pietra con un colore verde intenso ad un prezzo stracciato.
Materiali comuni
Le innovazioni tra le sostanze per il trattamento delle gemme non si sono fermate nel secolo passato, anzi esse non conoscono sosta.
Visto anche il valore degli smeraldi, non è infrequente veder apparire, in maniera molto silenziosa, composti nuovi nei centri di separazione e taglio di queste favolose pietre verdi.
Alle vecchie glorie, quali per esempio i sopracitati Opticon e n.828, si sono nel tempo aggiunti altri prodotti.
Tra essi, i seguenti sono tra i più conosciuti:
GemTrat: una resina epossidica, con funzione di adesivo bicomponente.
Il processo Gemtrat sembra essere molto adatto alle pietre colombiane, mentre si dice che possa rovinare quelle brasiliane.
Gli smeraldi brasiliani vengono solitamente trattati quando sono ancora allo stato grezzo, prevalentemente con Opticon, con un processo di riscaldamento basso, ma senza l’ausilio di un ambiente sottovuoto.
ExCel: la ditta produttrice dichiara che tale un polimero con indice di rifrazione simile a quello dello smeraldo sia miracolosa.
È in grado di resistere ai bagni a ultrasuoni, alla pulizia a vapore e al processo di rilucidatura senza alcuna modifica al suo aspetto.
È anche rimovibile, se necessario, senza alcun effetto negativo sulla pietra ospite.
Perma: è un materiale usato per riempire le fratture dello smeraldo grezzo prima che venga tagliato.
Questo tipo di trattamento, in pratica, aumenta notevolmente la resa di un pezzo ancora non lavorato perché consente di tagliare gemme da materiale che altrimenti dovrebbe essere scartato per le troppe fratture.
Alcuni mercanti di gemme dichiarano di aver visto smeraldi tenuti insieme solo dal riempitivo Perma, che fungeva da collante.
Araldite: colla epossidica bicomponente, il cui marchio è registrato dall'azienda svizzera Vantico AG di Basilea, ora passata alla multinazionale statunitense Huntsman Advanced Materials.
Il nome fu usato per la prima volta nel 1946 per indicare l'adesivo bicomponente epossidico.
La colla è molto resistente, al punto che dopo l'essiccazione (48 ore), può addirittura essere tornita.
Gli impieghi di tale collante sono svariati e vanno dall'hobbistica all'ambito industriale e scientifico a quello, appunto, nel trattamento delle pietre preziose.
Irradiazione (infrequente)
Tra gli interventi umani, atti alla modificazione dell’estetica degli smeraldi, con relativo aumento di prezzo, si parla anche di un procedimento d’irradiazione, applicato sia a smeraldi naturali che sintetici.
Esso fu introdotto piuttosto recentemente, negli anni '90.
Il rilevamento dello stesso si viene effettuato utilizzando uno spettrometro (uno strumento utilizzato per misurare le proprietà della luce su una porzione specifica dello spettro elettromagnetico) poiché esso può produrre diversi tipi di centri di colore, che assorbono la luce nella regione ultravioletta dello spettro.
C’è da dire che questo tipo di procedura, in generale, è piuttosto raro.
Rivestimento (infrequente)
In alcune pietre che giungono ai laboratori gemmologici, in rare occasioni vengono rilevati degli strati di rivestimenti superficiali.
La presenza di tali coperture viene tipicamente resa evidente da riflessi metallici o sub-metallici sulle faccette del padiglione.
Le superfici rivestite non mostrano alcuna altra caratteristica diagnostica accertabile con test di routine, quali la spettroscopia EDXRF o Raman.
Tuttavia, ad un attento esame al microscopio, è possibile notare che vi sono concentrazioni di una sostanza estranea nelle cavità esterne o lungo le linee che delimitano le faccette delle gemme.
L'analisi Raman di queste aree generalmente rivela la presenza di minime quantità di carbonio amorfo (a-C).
Il rivestimento può anche risultare danneggiato o assente in alcune aree, suggerendo la sua instabilità alla normale usura.
Esistono anche gemme colorate, inclusi degli smeraldi, rivestite con DLC (Diamond-like carbon, rivestimenti al carbone simil-diamante) ma il loro utilizzo è poco documentato in letteratura.
La perforazione laser (non ufficialmente utilizzata, ma possibile)
La perforazione laser viene usata per aprire un canale di superficie alle inclusioni, per rimuoverle con acidi forti.
È un processo ben noto per il miglioramento della chiarezza del diamante.
La sensibilità al calore degli smeraldi rende questo processo poco pratico, sebbene sia possibile utilizzare un laser ad eccimeri per ablazione fredda (non termica).
Finora, la perforazione laser, la dissoluzione delle inclusioni e quindi il riempimento con un liquido trasparente è una pratica praticamente sconosciuta per quel che riguarda gli smeraldi.
Pietre assemblate e pietre sintetiche
Esistono molte imitazioni, molti tipi di “smeraldi falsi” che possono andare dal vetro allo zirconio cubico, passando per tutta una serie di materiali diversi.
Sono, inoltre, presenti sul mercato, ad un prezzo normalmente molto inferiore rispetto alle gemme naturali, delle controparti sintetiche, create con gli stessi processi di “soluzione” (idrotermale e a flux/fondente) attraverso i quali si generano i cristalli “veri” all’interno della terra.
Di articolare interesse sono le gemme “assemblate”, ossia quelle fatte di due (doppiette) o tre (triplette) strati, uniti tra loro in maniera quasi invisibile.
Queste imitazioni sono talvolta molto convincenti.
Le due metà che compongono una pietra assemblata possono essere composte di vetro, quarzo, CZ nella parte inferiore e di berillo (naturale o sintetico) sulla parte superiore (che ad un esame al refrattometro, darebbe lo stesso RI di uno smeraldo naturale).
Nel caso delle triplette, viene posto uno strato di materiale collante verde che unisce e spesso colora il resto della gemma.
Se non controllate propriamente, queste riproduzioni possono passar per gemme vere.
Va, dunque, tenuta in mente la loro esistenza.
Un esame attento delle superfici, delle linee di demarcazione, dei riflessi differenti (e talvolta l’utilizzo di un filtro Chelsea o di una lampada UV) può facilmente rivelare la presenza di questi materiali diversi ed il loro punto di unione.
Test per la rilevazione dei trattamenti
Per rilevare la presenza di interventi di riempimento (o altri processi d modifica minori) negli smeraldi, il primo passo è quello di esaminare la superficie.
Fessure e cavità sono talvolta visibili ad occhio nudo.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, è necessario appoggiarsi a strumenti l'ingrandimento.
Quando la luce viene riflessa sulla pietra, le fratture superficiali sono relativamente facili da individuare.
Quando uno smeraldo presenta crepe superficiali, è probabile che il suo aspetto sia stato alterato.
Se le crepe sono numerose o grandi, l’intervento può essere significativo.
I filler utilizzati vengono tipicamente inseriti proprio in queste fessure, per ridurre l’impatto visivo delle fratture interne.
Dopo l’intervento, tali fratture riempite possono diventare molto difficili da individuare.
La pietra va esaminata attraverso un microscopio da tutte le angolazioni, usando tipi di luce quali l'illuminazione in campo scuro, la luce riflessa e quella polarizzata.
Gemmologi e commercianti usano molteplici indizi per identificare gli interventi umani che hanno lo scopo di aumentare artificialmente la preziosità di uno smeraldo.
Eccone una lista semplificata:
Il Microscopio
L’esame all’ingrandimento è quasi sempre vitale per una possibile identificazione di pietre naturali, trattate o sintetiche e gli smeraldi non fanno eccezione.
Una regola empirica ben nota suggerisce che molto spesso, quando viene rilevata la presenza di lampi blu e/o gialli/arancioni in fessure interne, un intervento umano è stato probabilmente operato sulla gemma.
Bisogna comunque fare degli esami approfonditi, poiché non sempre l’iridescenza interna corrisponde a modifiche intenzionali.
Talora, i colori di interferenza naturali simili all'arcobaleno, occasionalmente visti negli smeraldi naturali non trattati, possono ingannato più di un gemmologo.
Inclusione multifase, comuni agli smeraldi provenienti da diversi depositi di tutto il mondo (e non solo da quelli colombiani), includono bolle di gas che richiedono un attento esame per separarle da quelle dovute all’introduzione di oli o resine.
Occasionalmente, negli smeraldi si incontrano caratteristiche interne con motivi dendritici ("simili ad alberi").
Anche queste possono presentarsi naturalmente o come risultato di liquidi che migliorano la limpidezza essiccati.
Infine, gli oli naturali (e in misura molto minore le resine sintetiche) possono seccarsi nel tempo, lasciando residui nelle fessure.
Questi residui appaiono tipicamente come macchie o zone lattiginose o torbide sul fondo delle “piume” (piccole crepe interne) che raggiungono la superficie.
Bagliori di colore arancione o giallo spesso lampeggiano in queste fratture, mentre la pietra viene fatta oscillare avanti e indietro. In alcuni smeraldi, l'arancione si alterna a un lampo blu.
Questo effetto flash arancione/giallo e giallo/arancio-blu si vede comunemente nelle pietre trattate con Opticon e altre resine epossidiche, specialmente se è stato aggiunto un indurente.
Non è una caratteristica delle pietre oliate, che invece possono mostrare occasionalmente un'iridescenza multicolore.
Infine, va detto anche che non sempre le pietre trattate con resina epossidica mostrano questi lampi di colore arancione/giallo o blu lungo le interruzioni.
Il test della punta calda
L'applicazione, al microscopio, di una punta riscaldata su una fessura che raggiunge la superficie può spesso indurre la fuoriuscita di oli e/o resine non indurite.
Questa è una prova che attesta al 100% di miglioramento, più di qualsiasi altro test.
Bisogna comunque prestare attenzione, poiché’ per non rimuovere una quantità di liquido sufficiente ad alterare l’aspetto della gemma.
La spettroscopia infrarossa
La spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR) è una delle tecnologie analitiche più importanti per la rilevazione di sostanze estranee negli smeraldi.
Tuttavia, questa è disponibile solamente nei laboratori specializzati (e quindi non un test da “campo”), inoltre non è infallibile.
Occasionalmente, non è sufficientemente preciso da poter indicare miglioramenti insignificanti e in rari casi anche quelli minori possono ingannare la macchina.
Inoltre, è un test parziale poiché, nonostante sia utile per rilevare la presenza di una sostanza, esso non è in grado di determinarne la quantità.
L’esame a luce UV
L’esposizione alla luce ultravioletta a onde lunghe (UV-LW) o a onde corte (UV-SW) fa sì che alcuni oli e resine si illuminino di bianco, azzurro, verde chiaro o giallo chiaro.
Questo esame può essere significativo per determinare la serietà dei miglioramenti apportati ad un smeraldo.
Questo esame non funziona con sostanze inerti, ossia che non reagiscono quando colpito da una fonte luminosa ultravioletta l'uso di un microscopio a fluorescenza o anche di una piccola lente d'ingrandimento consentono talvolta di fare un rilevamento più accurato rispetto a quello eseguito ad occhio nudo.
Filtri: Chelsea & C
Il filtro Chelsea è uno strumento diagnostico poco costoso che può essere utile per identificare esaminare pietre preziose.
Questa piccola lamina trasparente di materiale ottico dicromatico consente la trasmissione di soli 2 colori, relativi a specifiche frequenze della luce: quelle d'onda rosso scuro, con lunghezze intorno a 690 nanometri e quelle giallo-verdi, con lunghezze d'onda intorno a 570 nanometri.
Questi intervalli corrispondono alle bande di emissione e assorbimento del cromo.
Gli smeraldi ricchi di tale elemento sono gli ideali candidati per questo tipo di esame.
Tuttavia, questo filtro non è in grado di separare smeraldi naturali da quelli sintetici (questa distinzione si può operare utilizzando altri fltri), che contengono cromo e quelli il cui agente colorante è il vanadio, come molti di quelli del Brasile e dello Zambia.
Il Chelsea non è l’unico filtro disponibile.
Esiste infatti una piccola gamma di altri filtri colorati che posso essere usati in combinazione con esso.
Questo set permette di separare gli smeraldi sintetici (a fondente o idrotermali) da quelli naturali.
Classificazione gemmologica degli interventi
La classificazione del livello di olio o resina in uno smeraldo è suddivisa, da alcuni grandi laboratori gemmologici principali, in:
Nessuna, Insignificante, Minore, Moderato, Significativo, a seconda del grado di intervento.
I termini stessi suggeriscono la rilevanza di tali trattamenti.
Infine, ci sono anche delle pietre, nelle quali la rimozione del riempitivo comporterebbe la rottura della pietra.
Tali smeraldi sono considerati compositi e sono classificati come un prodotto fabbricato e non come gemme naturali.
La Gübelin Academy, ha recentemente introdotto un sistema per valutare le pietre preziose colorate.
Questo metodo si incentra sulla qualità (e quindi anche l’assenza o presenza di trattamenti), rarità e importanza delle gemme.
I parametri di questa scala sono modellati sul sistema di valutazione dei vini negli anni ‘70 e sono calcolati su una scala di 100 punti.
Centri del taglio
Il Colombia è il paese più famoso per quanto riguarda la produzione di smeraldi.
Gran parte delle gemme estratte nel paese sudamericano viene tagliata in loco, soprattutto il materiale di qualità migliore.
Alcune delle gemme colombiane di qualità inferiore vengono invece mandate a Jaipur, in India.
A Jaipur vengono anche sfaccettati smeraldi proventi dallo Zambia e dal Brasile (principalmente dalle miniere nello stato di Bahia).
Un altro importante centro di lavorazione è Bangkok, anche se nella capitale tailandese, i lapidari si concentrano soprattutto su rubini e zaffiri.
Nota finale
Da sempre considerate le pietre verdi per eccellenza, gli smeraldi possono vantarsi di una lunga storia, spesso legata a personaggi di valore storico altrettanto significativo.
Sin dalla loro comparsa tra i gioielli che ornavano mani e colli di antichi re, regine e faraoni, questi preziosi cristalli sono stati accompagnati da metodi per accrescerne le virtù estetiche.
Oggi i sistemi di modifica delle proprietà ottiche e fisiche si sono moltiplicati.
Resta quindi vitale mantenere alta la guardia contro le contraffazioni e costante la vigilanza per individuare nuovi sistemi, proprio per preservare la pristina bellezza di queste gemme dai colori strepitosi.
Articolo di: Dario Marchiori
Fonti: Emerald Deposits: A Review and Enhanced Classification di Gaston Giuliani 1, Lee A. Groat 2, Dan Marshall 3, Anthony E. Fallick 4 and Yannick Branque, gia.edu, G&G, gemsociety.org, ajsgem.com, geology.com, USGS Minerals Yearbook, March 2018, sourcebooks, gemsociety.org, pragnell.co.uk, eltlearningjourneys.com, emerald-gemstone.com, epigem.de, hubertjewelry.com, amp-ft-com.cdn.ampproject.org, courses.lumenlearning.com,