Il Diamante Tereshchenko Mouawad Blu | Rare diamonds, gems, jewelry, gemology and NFT
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I membri della famiglia Tereshchenko acquisirono prominenza come imprenditori e proprietari terrieri a partire dal Settecento.

La famiglia ha radici cosacche e proviene dalla città di Hlukhiv (ora regione di Sumy, nell'odierna Ucraina nord-orientale), dove aveva iniziato a commerciare pane e legname.

In seguito si era concentrata sull'industria dello zucchero, si stima che la loro ricchezza avesse raggiunto, al tempo, i 70 milioni di rubli e la loro influenza li pose di diritto tra i primi oligarchi russi.

Il mercante capostipite della dinastia fu Artemy Tereshchenko, il quale venne elevato alla nobiltà ereditaria dell'Impero russo, con un decreto reale del 12 maggio 1870, per meriti speciali e come ricompensa per le sue doti di carità e beneficienza. 

Lo stemma della famiglia Tereshchenko, venne adottato, 2 anni dopo, nel 1872, su concessione dello Zar Alessandro II di Russia. 

Esso mostra chiaramente i colori oggi inclusi nella bandiera nazionale ucraina. 

Artemiy aveva ordinato ai suoi figli di spendere almeno l'80% dei loro profitti a beneficio della società. 

A testimonianza di ciò, lo stemma di famiglia reca il motto “Il perseguimento del bene pubblico”. 

Con il passare dei decenni, la casata crebbe ulteriormente in influenza. 

Fu il bisnipote di Artemy, Mikhail Ivanovich Tereshchenko (1886–1956), ministro degli esteri del governo provvisorio russo ad acquisire il diamante blu, che eventualmente prese proprio il nome della stirpe, ossia Tereshchenko/Tereschenko, o anche Tereshchenko Blue. 

Mikhail Tereshchenko era un membro della Quarta Duma di Stato (condivideva le opinioni del Partito progressista russo) ed era proprietario di una casa editrice privata Sirin a San Pietroburgo. 

Tra il 1915 ed il 1917 fu presidente del Comitato dell'industria militare del distretto di Kiev e vicepresidente del Comitato di tutta l'industria militare russa. 

Successivamente, prese parte alla cospirazione per rovesciare lo zar Nicola II, che fallì ma che probabilmente contribuì all’eventuale caduta dei Romanov. 

Mikhail fu una delle figure di rilievo, ma poco conosciute, della Rivoluzione di Febbraio. 

Egli prestò servizio in ogni gabinetto del governo provvisorio dal 2 marzo al 25 ottobre 1917.

Proprio in questo periodo che la gemma color cobalto fece la sua comparsa. 

In un rapporto sui grandi diamanti del mondo 1913, Lord (Ian) Balfour, editore capo della rinomata casa d’aste Christie’s, osservò che un grande diamante blu, ancora allo stato grezzo, era stato lasciato da Mikhail Tereshchenko (o da qualcun altro per lui?) a Cartier. 

Fonti autorevoli promuovono l’idea che fosse provenuto dalla miniera di Kollur, nel distretto di Guntur dell'Andhra Pradesh (che all'epoca faceva parte del regno di Golconda), nel XVII secolo, anche se le sue vere origini sono incerte. 

Si dice che il cristallo ancora non sfaccettato, da cui fu poi ricavata la gemma, fosse intorno ai 150 carati e che prima del taglio fosse stato segretamente trafugato dall'India appositamente per essere venduto a Mikhail Tereshchenko. 

Esso è il secondo diamante blu più grande del mondo dopo l’Hope (45.52 carati). 

Dopo il lavoro di sfaccettatura di Cartier, la gemma assunse la sua forma attuale, con i suoi 42,92 carati ed un taglio a goccia. 

Appartiene ai rari diamanti di tipo IIb (contenenti boro e di origine super-profonda). 

L’Istituto Gemmologico Americano (GIA) lo categorizzò come Fancy blue (un grado intermedio in termini di tono-saturazione nella scala di classificazione delle pietre di questo colore). 

Una volta giunta in Francia, per 2 anni, la gemma rimase nell’oblio ma poi, nel 1915 Cartier ricevette l'incarico di lavorarla e crearne un gioiello di enorme valore. 

La casa orafa di Place Vendôme, a Parigi, ne fece eventualmente il fulcro di una collana, dove si univano armoniosamente 46 diamanti, di peso compreso tra i 0,13 e i 2,88 carati. 

Le gemme di contorno erano state scelte per presentare una varietà di forme (marquise, rotondo, a goccia e a cuore) e di colori (giallo pallido, limone, dorato, giallo brillante, verde persiano, verde acqua, grigio, blu, viola, rosa, e arancio). 

Questo splendido gioiello è rimasto negli archivi della Maison come uno dei più grandi ordini nella sua storia. 

Prima degli eventi del 1917, la famiglia Tereshchenko era riuscita a portare a Londra la maggior parte delle proprie ricchezze, tra le quali anche dei bellissimi smeraldi. 

Fra i pezzi “salvati”, c’era un’altra collana, costituita da grappoli di smeraldi quadrati e rettangolari, circondati da diamanti, con un pendente centrale, appartenente alla regina Maria Antonietta. 

Successivamente, la principessa Nadezhda Tereshchenko vendette gli smeraldi ad una cara amica, Margaret Greville. 

La Greville, a sua volta, lasciò in eredità tutti i suoi gioielli a Elisabetta, la Regina madre d’Inghilterra (Elizabeth Angela Marguerite Bowes, 1900–2002) e così essi passarono in possesso della famiglia reale britannica. 

Tra questi gioielli, non figurava comunque il Tereshchenko Blu, che aveva, tuttavia, già preso un altro corso. 

Alla già interessante cronologia di questa gemma, a questo punto si aggiunse il tipico alone di mistero che tipicamente circonda le pietre più conosciute. 

Questa parte della sua storia si allaccia, ma in qualche maniera stride con quella che lo vede inviato da Mikhail a Cartier nel 1913. 

Dunque, si narra che un’avvenente ballerina francese, conosciuta come Mademoiselle Primrose (vero nome Suzanne Marie Blanche Thuillier) e nota per le sue performance al Théâtre des Capucines a Parigi già a partire dal 1911, fosse in possesso di gemma di notevole valore proprio in quel periodo. 

La elegante mademoiselle di spettacolo era apparsa anche su alcune riviste statunitensi, tra la fine del 1911 e l'inizio del 1912, descritta come una delle più belle donne dello spettacolo della capitale francese. 

Prima del 1911, aveva lasciato la Russia per Nizza, portando con sé un misterioso diamante blu, che allora andava sotti i nomi di "Blu Imperiale Russo" o anche (piuttosto stranamente) " Blu di Ceylon". 

Dopo che Thuillier apparve in Francia, alcuni giornali riferirono che Nicola II le aveva donato la pietra come segno di rispetto. 

In realtà non si sa se fu lo Zar in persona o un membro della corte a darle la preziosa pietra, taluni speculano che questo personaggio di rilievo possa essere stato proprio Mikhail Tereshchenko.

La notizia dell’avvicinamento al Tereshchenko Blue della Primrose/Thuillier fu proposta nel giugno 1924, quando il quotidiano Le Parisien raccontò la storia dell'ex soubrette transalpina. 

Stando al pezzo, l’avvenente signora si era fatta notare anche nei circoli di corte di San Pietroburgo, dove aveva risieduto per qualche tempo. 

Tuttavia dopo un periodo di grande fama sia in Russia che in Francia, la soubrette era caduta in disgrazia. 

Notoriamente stravagante e dedita al gioco d’azzardo, la ex ballerina si era inevitabilmente indebitata e si era trovata costretta ad impegnare il diamante blu. 

Questo non avvenne solo una volta ma in più occasioni secondo i rapporti dell’epoca. 

la Thuillier, ad un certo punto, non fu più in grado di ripagare un debito in tempo. 

A causa di questo ritardo, dopo una disputa legale, la pietra venne confiscata dalle forze dell’ordine francesi. 

Un tempo regina dello show, M.lle Primrose finì in carcere a Nizza, nel 1929, dopo diversi anni di grave povertà. 

La sua situazione disperata l'aveva spinta a falsificare dei documenti. 

L'ultima notizia del grande diamante blu risale al marzo 1925, quando essa era ancora in custodia del cancelliere del tribunale civile di Nizza. 

Da quel momento, per quasi 70 anni, non se ne seppe più nulla. 

Questa nebbia sulla sua storia fu dissipata quando la gemma venne messa all'asta nel 1984. 

Il Tereshchenko Blue (Lotto 454) venne assegnato, per la somma equivalente a 4.508.196 dollari del tempo, al commerciante di diamanti libanese Robert Mouawad. 

Da allora prese il suo nome attuale, oggi infatti è chiamato il Mouawad Blue.

Un fatto curioso relativo alla potente famiglia ucraino-russa che, oltre un secolo fa, possedeva il prezioso cristallo riguarda una discendente della stessa: Michelle Tereshchenko, 61 anni, è entrata in carica nella città di Sumy Oblast dopo aver ricevuto oltre il 65% dei voti alle elezioni locali in Ucraina, il 25 ottobre 2015.

La presunta maledizione

Secondo una leggenda, sia l’Hope che il Tereshchenko, uniti anche da una simile profonda tinta di blu (l’Hope è classificato come Fancy dark grayish-Blue), erano gli occhi di una statua della dea Sita, consorte di Rama, il settimo Avatar (incarnazione) di Visnù. 

Essi furono prima rubati poi trafugati in Europa tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. 

I giornali dell'epoca diedero ad entrambe le pietre una miriade di origini, più o meno esotiche e/o plausibili. 

Ad esse vennero attribuite fantomatiche energie legate ad un presunto castigo divino. 

Tuttavia, proprio come per la "maledizione di Tutankhamon", questo tipo di mito viene da molti ritenuta come l'invenzione di autori, di epoca vittoriana, a caccia di sensazionalismo. 

Come sempre succede, sia coloro che credono in essa, che quelli che cercano di sfatarla, continueranno a discuterne per molti anni ancora.


Fonti: Wikipedia, gem-a.com, mouawad.com, en.unionpedia.org, media.zagoriy.foundation/en, sofiatereshchenko.com, rferl.org, famousdiamonds.tripod.com, gia.edu, grunge.com, Blue, Reds and Primrose: A Diamond and a Dancer di Jack Ogden.

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