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Lo scintillante Regno di Golconda: Diamanti e Storia

Parte 1: Qual è il giacimento più famoso del mondo? Il nome, il Forte, Le origini e la storia di Golconda, Il Regno e la sua ubicazione, fonti e immagini.

Parte 2: L’attività estrattiva, la produzione totale e quella annua, gli esploratori, la geologia

le gemme famose, i diamanti rosa e quelli di altri colori e fatti curiosi, Golconda oggi, fonti e immagini.

Prima parte

Parte 1: Qual è il giacimento più famoso del mondo? Il nome, il Forte, Le origini e la storia di Golconda, Il Regno e la sua ubicazione, fonti e immagini.

Diamanti e storia

Qual è il giacimento più’ famoso del mondo?

Sono pochi i depositi di diamanti che sono rimasti impressi nella memoria popolare: Cullinan-Premiere, Argyle, Diamantina, Kimberley. 

Pochi tra questi luoghi, seppur tanto importanti, possono rivaleggiare con l’alone quasi mistico che circonda le favolose miniere di Golconda. 

In realtà questo paragone è improprio. 

In primo luogo il termine Golconda si riferisce ad una vastissima area del subcontinente indiano e non ad un singolo giacimento, come nel caso dei grandi depositi moderni. 

Tale zona era compresa tra gli stati odierni di Andhra Pradesh e Telangana e si estendeva fra la fetta di terra delimitata dal corso inferiore dei fiumi Godavari e Krishna fino alla costa del Golfo del Bengala.

Oggi, nonostante sussistano saltuarie attività estrattive, questo antico deposito produce solo minime quantità di pietre preziose. 

In passato, per molti secoli, Golconda non solo diede alla luce gemme che, ancor oggi, sono tra le più importanti al mondo, ma fu praticamente anche l’unica. 

La storia legata a questo Regno è tanto affascinante quanto misteriosa e oggi, ahimè, ignorata. 

Questo articolo si propone di gettare un po’ di luce sui fasti di questa antico sultanato.

Il nome (Hindi: गोलकुंडा किला| Telugu: | గోల్కొండ కోట | Urdu: گولکنڈا قلعہ)

Il nome di Golconda trova le sue radici in un fazzoletto di terra sul quale si ergeva un’imponente costruzione. 

Esiste tutt’ora, infatti, un vasto complesso, dotato di un’ampia cinta di mura, che si erge come ultimo baluardo delle antiche vestigia di un regno dal passato glorioso ma ormai dimenticato. 

Il Forte di Golconda, parte della metropoli Hyderabad, fu originariamente edificato sopra una collina. 

Intorno a questo gentile promontorio, un tempo, molto prima che si sviluppasse la moderna metropoli, esisteva il villaggio chiamato Mankhyal. 

Questa struttura, piccola agli esordi, venne rinforzata ed ingrandita nel corso dei secoli ed è sopravvissuta fino al giorno d’oggi (vedi sotto). 

Resistendo agli attacchi degli eserciti invasori ed alle angherie del tempo i quattro forti distinti, circondati da un muro esterno dal perimetro complessivo lungo quasi 10 km, si compongono di 87 bastioni semicircolari (alcuni muniti di cannoni), 8 porte e 4 ponti levatoi ancora visibili. 

Essi ospitavano un tempo una serie di appartamenti e sale reali, templi, moschee, riviste, stalle, ecc. 

Questa fortezza diede il nome all’intero regno. Il significato e la sua etimologia non sono certi. 

Secondo una delle ipotesi, essa fu inizialmente chiamata Gul Kunda, cioè "tagliata come un fiore", secondo altri essa prese il nome di Golla Konda che significava "Collina del pastore" (in telegu), questa seconda opzione deriverebbe dal mito secondo il quale alcuni allevatori erano solito pascolarvi le loro pecore in tempi remoti. 

Esiste anche un’ultima teoria che vedrebbe il termine Golconda come un retaggio dell’antico urdu "collina rotonda". 

L’urdu è un idioma indoeuropeo del gruppo delle lingue indoiraniche (o indoarie), sviluppatasi nell'Asia meridionale tra il 1200 e il 1800, al tempo del Sultanato di Delhi e dell'Impero Moghul, con influenze persiane, curde ed arabe. 

Furono i governatori della dinastia Kakatiya (950–1323) ad ordinarne la costruzione: secondo una parte di storia documentata la prima sezione dell’edificio fu creata intorno al 1184 d.c. 

I primi muri furono eretti utilizzando semplicemente del fango. 

In seguito il casamento originale passò nelle mani dei Musunuri Nayaka (1325 al 1368), che probabilmente lo cedettero ai Bahmani (1347-1527) nel 1364. 

Le miniere, già probabilmente operative, divennero famose un paio di secoli dopo. 

Esse portarono ricchezze soprattutto ai Qutb Shahi che governarono Golconda per uno dei periodi più lunghi conosciuti. 

La casata Qutb Shahi si era installata nell'altopiano del Deccan settentrionale (Telangana) sin dagli inizi del XVI secolo. 

Essa era una dinastia islamica sciita di ascendenza persiana. 

Erano infatti imparentati con i Qara Yusuf, una tribù musulmana turcomanna proveniente da Qara Qoyunlu, una provincia di Hamadan in Persia (oggi Iran). 

Il regno dei Qutb Shahi venne probabilmente assorbito dai Raja Moghul/Mughal, che lo governarono fino al 1857 (data in cui vennero spodestati dall’ l’impero britannico). 

In quello stesso anno anche il forte venne espugnato per l’ultima volta. 

Dopo un assedio durato otto mesi, le porte furono forzate dal nuovo conquistatore, Aurangzeb (Abū Muẓaffar Muḥyī al-Dīn Muḥammad Aurangzēb ʿĀlamgīr, 1658-1707). 

Da quel momento in poi, il grande complesso ed il regno che da esso aveva preso il nome caddero in rovina.

Il Forte

Come accennato in precedenza, la struttura iniziale del Forte di Golconda era fatta di fango. 

A causa dei frequenti conflitti che interessarono la zona, essa venne demolita e ripristinata in più’ occasioni. 

Verosimilmente, nel 1496, il Sultano Quli Qutb-ul-Mulk (1445 – 1543), governatore Bahmani di Telangana, ampliò e fortificò il primitivo casamento di terriccio e chiamò Golconda la città che sorgeva intorno ad esso. 

Quli Qutb, inviato dai Bahmani per governare quest’area del loro impero, stabilì, intorno al forte, la sede del suo centro di controllo intorno al 1501. 

Il dominio Bahmani, però, si indebolì gradualmente durante gli anni successivi, tanto che Golconda divenne formalmente indipendente nel 1538, la dinastia Qutb Shahi vi regnò per un periodo di 52 anni: furono i primi tre sovrani Qutb Shahi a portare le maggiori migliorie al complesso. 

Già a metà del XVI secolo il complesso aveva assunto la forma della struttura attuale, una massiccia fortificazione di granito, la cui dimensione più lunga misurava 4,8 km, occupava un'area di tre km quadrati ed era racchiusa da una cinta di mura per oltre 7 km. 

La possente struttura, si ergeva, e si erge, su una collina granitica isolata, circa 130 metri sopra la pianura circostante. 

La fortezza rimase sede centrale, sia politica ed amministrativa, della dinastia Qutb Shahi fino al 1590-91, periodo nel quale la capitale fu spostata nella nascente Hyderabad, pochi chilometri più ad est. 

Nel corso degli anni, essa dovette sostenere vari assedi, il primo nel 1531, poi nel 1536 e infine nel 1579 quando venne espugnata. 

In quell’occasione cambiò anche momentaneamente nome e assunse quello di Murtuzanagar per un breve frangente. 

Gli attacchi più duri vennero perpetrati nel 1656 e nel 1687, questo ultimo per ordine di Aurangzeb e si concluse con la caduta definitiva di Golconda, che, da quella data, perse la sua indipendenza. 

Al tempo presente (2022) le rovine di questo “castello”, ancora ben preservate, si trovano a circa 11 km ad ovest del centro di Hyderabad e a 9 km dal lago Hussain Sagar. 

L’opera fu inserita dall'UNESCO in un "lista provvisoria" per diventare patrimonio mondiale dell’umanità nel 2010, insieme ad altri monumenti costruiti per ordine degli stessi sovrani (il Charminar e le tombe Qutb Shahi). 

Questo gruppo di edifici storici, raggruppato sotto il nome di Monumenti e Forti del Sultanato del Deccan, non ha, tuttavia, ancora ricevuto l’approvazione da parte delle Nazioni Unite per entrare nel clan degli edifici più significativi della storia umana.

Le origini e la storia di Golconda

I diamanti sono la gemma indiana per antonomasia: per quasi 2000 anni questa pietra tanto preziosa ebbe un unico luogo d’estrazione che fu, appunto, il grande paese del sud-est asiatico. 

Non si conoscono molti dettagli sull’origine della pratica di raccogliere le minuscole gemme lungo i fiumi quali il Krishna, Penna e Godavari, ma si ritiene che tale attività sia vecchia di almeno 2500 anni. 

Con tutta probabilità le sue radici sono molto più antiche, ma non è stata ancora rinvenuta alcuna documentazione che ne attesti i primi passi. 

È comunque noto che le radici di questa tradizione si possono ascrivere alle tribù’ che occupavano, oltre due millenni orsono, una vasta area geografica dell’India centro-meridionale. 

Qui, antichi agricoltori si accorsero dell’esistenza di piccoli cristalli durissimi, di forma spesso ottaedrica e dalle proprietà fisiche e ottiche straordinarie. 

La prima testimonianza di attività estrattive organizzate ci giunge “solo” intorno al IV/III secolo a.C. nel trattato sull’arte di governo, politica economica e strategia militare intitolato Arthashastra. 

Diamanti e storia

Il testo illustra una serie di parametri e descrizioni, legate alla produzione di queste pietre, che fanno immaginare un settore già piuttosto maturo e probabilmente stabilito secoli prima. 

Non si sa, tuttavia, se queste misteriose miniere ancestrali fossero parte del territorio che successivamente assunse il nome di Regno di Golconda. 

Si ipotizza, comunque, che i primi “minatori” appartenessero a tribù dravidiche, popolazioni – identificabili attraverso la loro lingua - che, ancora oggi, con circa 250 milioni di persone, abitano in maniera sparsa ampie aree comprese tra India meridionale, Sri Lanka e Pakistan. 

Parte di questi territori includono le zone estrattive intorno all’odierna Telangana. 

Gli storici ritengono che le prime gemme furono recuperate lungo il fiume Penna, che scorre a circa 400 km a sud di Hyderabad, però purtroppo la documentazione riguardo gli albori di queste primordiali operazioni di recupero dei diamanti è estremamente scarsa. 

In futuro si spera che si possano avere più elementi per capire come, dove e quando si iniziarono ad estrarre le prime gemme in India. 

Queste ancestrali opere estrattive, in ogni caso, non solo permasero ma si amplificarono nel corso dei secoli e la loro importanza crebbe. 

Certamente esse vennero organizzate e, in qualche modo standardizzate. 

Nacquero delle figure professionali (i “mandalini”) dedite alla valutazione del costo dei differenti tipi di cristalli ed il commercio si espanse ben al di fuori dei confini dei vari imperi, anche in epoche remote. 

Alcune zone produttive, per qualità e quantità di pietre generate, si distinsero rispetto a tutte le altre. 

Questo fu proprio il caso di Golconda. 

Col passare dei secoli, Golconda divenne sinonimo di gemme di altissimo valore. 

Tra i piccoli tesori recuperati da questa terra magica figurano gemme come il Koh-i-Noor, l'Hope, il Verde di Dresda e tanti altri (vedi lista qui sotto). 

Per molti secoli, i regni indiani furono molto gelosi delle proprie pietre di valore. 

Poche gemme di grande caratura lasciarono il paese prima dell’anno 1000. 

Con l’avvento di conquistatori esterni, soprattutto quelli persiani/musulmani, il forte controllo esercitato dai sovrani locali venne a mancare ed alcuni pezzi di grandissimo valore lasciarono il paese. 

In quel mentre anche l’Europa cominciò a beneficiare di questa apertura forzata. 

Si sa che il commercio tra Golconda e il “vecchio continente” risale almeno dai tempi di Marco Polo (1254–1324 d.C.) e continuò fino al XVIII secolo quando le miniere re Marajah si esaurirono e il centro di produzione si spostò in Brasile. 

Oggi, il “cuore” di questa favolosa regione viene per lo più fatto corrispondere con la città di Hyderabad. 

Questa metropoli, che oggi conta circa sette milioni di abitanti, fu per circa due secoli un importante centro per il commercio di diamanti (ed altri beni) provenienti dalle aree minerarie circostanti, principalmente ubicate lungo il Krishna, soprannominato il Fiume dei Diamanti, poiché proprio dalle sue acque uscirono alcune delle gemme più importanti al mondo. 

La zona diamantifera, però, non era lungo l’intero corso d’acqua, ma abbracciava una lunghezza di soli 300 km, tra il Sangam (termine hindi utilizzato per indicare una confluenza) dei fiumi Krishna e Tungabhadra presso Vijayawada, la terza città più grande dell'Andhra Pradesh. 

La sorte di questa vasta area fu, a partire dagli inizi del secondo millennio d.C., legata al susseguirsi di dinastie legate all’Islam, religione che tutt’oggi è fortemente rappresentata in quell’area. 

L’arrivo delle forze musulmane in India (del nord) è attribuito al sultano mamelucco Ghaznavid Mahmud di Ghazni, nel 1011. 

Egli introdusse l'Islam sunnita che rimpiazzò il buddismo nei territori assoggettati. 

Alla sua morte, nel 1030, i suoi territori vennero incorporati in un impero ancora più vasto, quello dei Ghuridi, una dinastia musulmana persiana con una storia di dominio di oltre due secoli, X secolo al 1215. 

Dalla loro capitale, Ghor, e sotto la guida di Muhammad di Ghor (1149 -1206), i Ghuridi condussero una serie di campagne militari attraverso le quali riuscirono ad assoggettare un territorio che abbracciava parti dell'odierno Afghanistan, Bangladesh, Iran, India settentrionale, Pakistan, Tagikistan e Turkmenistan. 

Mentre Muhammad di Ghor stava conquistando gran parte del subcontinente, la zona relativa alla futura Golconda fu presa militarmente da un altro un sovrano islamico, Ganapatideva (1199-1262), della dinastia Kakatiya. 

Fu proprio Ganapatideva ad ordinare la costruzione di un avamposto in cima a una collina come difesa del territorio. 

Il territorio Ghuride venne assorbito dal Sultanato di Dehli, alla morte di Muhammad di Ghor, nel 1206 e successivamente anche la casata Kakatiya capitolò. 

Attraverso feroci incursioni nell'India meridionale, infatti, Alauddin Khilji (regno 1296-1316), governatore del Sultanato di Delhi iniziò ad estendere i confini del suo impero, smantellando appunto il regno di Kakatiya insieme a quelli di Yadava, Hoysala e Pandya. 

A portare avanti la campagna di conquiste fu un suo geniale ed eccentrico discendente, Mohammed Tughlaq (1290-1351), che intorno al 1321 assoggettò il cosiddetto Deccan, (nella quale era situata la futura Golconda). 

Egli trasferì la capitale del suo impero da Delhi a Devagiri o Daulatabad, nella parte centrale dell’odierno Maharashtra, per avere la sua corte in una posizione più centrale. 

Nel 1347, a seguito di una rivolta, Il Deccan (tra il nord del fiume Godavari e il fiume Krishna) si frammentò in regni minori e la parte più a sud, nota come il Sultanato di Bahmani (popolazione sunnita di origine persiana, 1347–1527) divenne indipendente. 

Il Sultanato di Bahmani raggiunse il suo massimo splendore con il Visir Mahmud Gawan (1466-1481).

Nel 1518, Quli Qutb-ul-Mulk (1565-1612) strappò Golconda dalla dinastia Bahaman e ne divenne il governatore, dichiarandone l'autonomia e prendendo il titolo Qutub Shah. 

Così facendo, egli stabilì la casata Qutub Shahi di Golconda. 

Il rimanente territorio dell’ex Sultanato di Bahmani si divise in ulteriori quattro stati, oltre che a Golconda (che rimase fino al 1948, governato da sultani islamici): Ahmednagar, Berar, Bidar e Bijapur. 

Questi cinque nuovi potentati continuarono ad essere chiamati collettivamente come i Sultanati del Deccan.

Il 1518 è una data importante anche per un altro motivo. 

Essa viene indicata da molti storici come la data ufficiale della creazione del Regno di Golconda (che divenne totalmente indipendente solo 20 anni dopo, nel 1538). 

Situato sulla principale rotta commerciale tra Surat (Gujarat) e Machilipatnam (Andhra Pradesh), Golconda si trasformò in un fiorente mercato per diversi prodotti, tra cui i diamanti. 

Karwan (Carvan), situato a circa 5 km a est del forte, divenne un fiorente centro di taglio e commercio di queste gemme durante il regno di Ibrahim Qutb Shah (1550-1580). 

Il fiume Krishna venne eventualmente fissato come frontiera tra Golconda e Vijayanagar. 

Tra il 1518 ed il 1543, il territorio governato da Quli Qutb si allargò. 

Egli riesci, in poco tempo, anche le vicine Warangal, Kondapalli, Eluru, Rajamundry, Khammam, Eluru e Machilipatnam. 

Qutb Shah venne tuttavia sconfitto (tra il 1530 e 1535) da Timmarusu, ministro del re Krishnadevraya di Vijaynagar e successivamente assassinato dal proprio figlio, Jamsheed. 

Nel 1580, Vijayanagar venne sconfitto, nella battaglia di Talikota, da un'alleanza di sultanati del Deccan; Ahmednagar, Berar, Bidar, Bijapur e Golconda. 

Un paio di decenni dopo, nel 1600, Akbar il Grande (1542-1605), terzo imperatore Mughal, riuscì a sottomettere l’intero Deccan battendo tutti i regnanti del tempo, con l’ulteriore annessione dei territori di Burhanpur e Khandesh.

Intanto, sempre durante il regno di Muhammad Quli Qutb Shah, nacque Hyderabad / Haydarabad (dinastia Asaf Jah,1720 d.C. - 1948): la città fu fondata intorno al 1591. 

Diamanti e storia

Nel 1636, il nuovo sovrano Mughal, Khan Jahan Lodi, strinse un'alleanza con Nizam Shah di Ahmednagar e sottomise definitivamente i ribelli che erano insorti contro i nuovi regnanti. 

Con questa definitiva batosta, Golconda e Bijapur cedettero la loro sovranità ai Mughal. 

Nel 1646, si palesarono alcune divergenze tra il re di Golconda ed Il principe Muhammed, figlio di Aurangzeb. 

Egli fu incaricato dal padre, allora governatore di Gujarat, di attaccare Golconda e di catturare Hyderabad. 

Egli concluse la sua vittoriosa campagna con un primo assedio del Forte. 

Surclassato in battaglia, Shah Qutb, dovette arrendersi e dare addirittura in sposa una delle sue figlie al il principe Muhammed. 

Nello stesso anno, Golconda partecipò alla vittoriosa distruzione dell'impero Vijayanagar, un vecchio rivale. 

Nel frattempo alcuni paesi europee, attraverso le loro flotte, avevano cominciato ad interessarsi all’area. 

Tramontata l’era d’oro del Portogallo, Inghilterra e Olanda finirono per scornarsi. 

Tra il 1652 ed il 1784 ebbero luogo le guerre Anglo-Olandesi per il controllo dei mari: fu il colosso marittimo britannico ad avere la meglio. 

Come spesso accade il conflitto non fu solo di tipo militare ma anche commerciale. 

Quest’ultimo settore veniva promosso attraverso le rispettive potenti flotte, la Compagnia delle Indie Orientali (East India Company, inglese, fondata nel 1600) e la Compagnia Olandese delle Indie Orientali (Dutch East India Company, nata nel 1602). 

La denominazione “indie Orientali” invece era riservata ai paesi del sud-est asiatico. 

Esse si contrapponevano alle “Indie Occidentali” che corrispondevano ad una sotto-regione del Nord America, circondata dall'Oceano Atlantico settentrionale e dal Mar dei Caraibi. 

Nel 1687, la dinastia Qutub Shahi fu deposta e Golconda diventò una provincia Mughal. 

Il successivo passaggio importante nella storia di questa zona fu l’insediamento dei Nizam, la stirpe che tutt’ora è fortemente legata al destino di Hyderabad. 

Il nome della casata era inizialmente solo un titolo ereditario dato ai governanti della città: il termine nizam (o nezam), infatti, deriva dalla parola urdu نِظَام - niẓām, che significa "ordine, sistema" e finì per passare da titolo onorifico a nome di famiglia. 

Il capostipite di questa dinastia fu Mir Qamar-ud-din Khan Siddiqi Bayafandi (noto anche come Chin Qilich Kamaruddin Khan, Nizam-ul-Mulk, Asaf Jah o Nizam I, 1671 –1748). 

Dopo la morte dell’imperatore Mughal, Aurangzeb, nel 1707, Asaf Jah fu nominato governatore. 

Quando anche Bahadur Shah I, suo successore, venne a mancare nel 1712, Asaf Jah I, governatore di Oudh (una regione a nord del paese), decise di spostarsi dal territorio a lui affidato per abbracciare una vita privata a Delhi. 

Il suo periodo di ritiro fu interrotto quando nel 1714, il nuovo Gran Moghul, Farrukhsiyar, lo nominò viceré del Deccan, dandogli il titolo di Nizam-ul-Mulk (amministratore del regno) Fāteḥ Jung. 

Come Viceré del Deccan, il Niẓām era di fatto a capo dell'esecutivo e del ramo giudiziario statale ed era la maggiore autorità civile e militare del Deccan dopo l'imperatore. 

Tutti gli ufficiali erano da lui nominati o in suo nome ed attraverso un Dīwān (Consiglio) egli aveva la possibilità di fare proprie leggi e avere una propria bandiera. 

Tutto questo era reso possibile anche dalla profonda ricchezza portata al paese da miniere d'oro e diamanti presenti a Golconda che formavano gran parte della ricchezza dello Stato e della corte, contribuendo a renderla paragonabile a quella del Gran Mogol. 

Tra il 1737 e il 1741, suo figlio Nasir Jang, lo sostituì nelle operazioni di governo mentre questi si trovava impegnato a Delhi. 

Sicuramente Nasir pensò di potersi impadronire del trono, ma fu sconfitto in battaglia dal genitore, il 23 luglio 1741. 

Una decina di anni dopo (1750 – 1751), fu comunque eletto sovrano, ma solo dopo una guerra di secessione (Guerre di Carnac) contro Muzaffar Jung, suo nipote (figlio di una sua sorellastra). 

Alcuni stati europei furono direttamente coinvolti negli affari del Deccan e delle guerre Carnatiche. 

In questo conflitto si scontrarono in maniera “non ufficiale” la compagnia inglese, East India Company (che aveva già prevalso su quella omonima olandese) e quella francese, Compagnie de Indes, in un momento in cui c'era pace tra le due potenze in Europa. 

I francesi si schierarono con Muzaffar Jung, mentre gli inglesi decisero di sostenere Nasir Jang. 

La guerra terminò con il Trattato di Pondicherry, firmato nel 1754-1755, che sancì la supremazia britannica ed il ritiro di quella transalpina. 

Nonostante il trattato, due anni dopo, nel 1756, scoppiò la terza (ed ultima) guerra Carnatica, che si concluse nella stessa maniera. 

Essa decretò la fine delle ambizioni francesi verso il mercato indiano, rendendo gli inglesi la potenza straniera dominante. 

Tuttavia, il coinvolgimento di Parigi nella zona non terminò completamente. 

Nel 1786, una fonderia di armi da fuoco e di cannoni fu creata dal generale francese Raymond, ufficiale al servizio del nawab proprio nella regione dell’antica Golconda. 

Per questo motivo, col tempo, un’intera area di Hyderabad divenne nota come Distretto della Fonderia dei Fucili (Gun Foundry). 

Tra il 1803 e il 1829, Sikandar Jah Siddiqi, noto come Asaf Jah III (1768 –1829), si trovò in difficoltà finanziarie. 

Approfittando di questo momento difficile per il nizam, gli inglesi riuscirono a stabilire un loro cantone nella capitale, sebbene non vi fosse alcun accordo formale tra loro e la famiglia regnante. 

Nel 1823, i Nizam persero il controllo dei Circari settentrionali (una parte costiera) e del Ceded (Rayalseema), che furono “consegnati” alla Compagnia delle Indie Orientali. 

L'annessione da parte degli inglesi di questa porzione del loro territorio privò lo Stato di Hyderabad della considerevole linea di terra lungo l’Ocean Indiano che aveva avuto in precedenza, lasciandola senza sbocco sul mare. 

Il Deccan centrale (che includeva la antica Golconda) fu, in tale frangente storico, delimitato su tutti i lati dall'India che faceva capo alla Regina Vittoria (1819-1901, sul trono dal 1837 e Imperatrice dell’India dal 1858). 

Nel 1858 tutta la regione passò sotto il neoistituito Raj britannico (British Raj) con sede generale a Calcutta. 

Esso rimase sotto il governo della Corona inglese fino all'indipendenza dell'India e del Pakistan, nel 1947. 

È da notare che i Nizam, accusati di corruzione, riconobbero la sovranità della potenza navale europea solo nel 1926. 

Tale concessione venne fatta dopo un fermo ultimatum da parte di Londra.

Nel 1948, con l’indipendenza dell’India, venne creato anche il Pakistan. 

La partizione comportò la divisione di due province, Bengala e Punjab, sulla base di maggioranze non musulmane o musulmane a livello distrettuale. 

In seguito alla creazione del Pakistan, per consentire una patria per i seguaci della legge islamica di avere una patria, anche i regnanti Nizam presero la decisione di aggregarsi al paese appena nato. 

Di lì a poco, seguì l'annessione di Hyderabad al neonato stato indiano. 

La pretesa al trono di Hyderabad da parte dei discendenti Nizam, fu mantenuta anche dopo la sua inclusione e viene a tutt’oggi tramandata attraverso il primogenito maschio della casata, come da tradizione. 

Dalla morte dell’ultimo Nizam, Mir Osman Ali Khan, Asaf Jah VII, nel 1967, il vasto numero di eredi iniziò a litigare per parte della sua leggendaria fortuna.

Il titolo di Nizam decadde nel 1971, con l’introduzione dell’emendamento 26 della Costituzione indiana. 

Con esso venne abolita la cosiddetta Privy Purse di stampo britannico, un pagamento effettuato alle famiglie regnanti degli ex stati principeschi come parte dei loro accordi per integrarsi nell’impreso. 

Tutti i loro privilegi e indennità, precedentemente elargiti da parte del governo centrale, cessarono di esistere. 

L'attuale erede ufficiale è Mukarram Jah, nato nel 1933 e nipote di Asaf Jah VII. 

Come suo padre, Mukarram era considerato l'uomo più ricco dell'India, ma solo fino agli anni '80. 

Negli anni '90 perse alcuni de suoi beni a causa di accordi di divorzio (si è sposato 5 volte), ma il suo patrimonio netto è comunque stimato in 1 miliardo di dollari.

Il Regno e la sua ubicazione

Il Regno di Golconda non corrisponde ad un territorio preciso con dei confini storicamente ben delineati. 

Esso è situato approssimativamente nella zona centro-meridionale ad est del paese, in un’area che si estende per oltre 260.000 km quadrati. 

In essa scorrevano i grandi fiumi Krishna, Penna e Godavari. 

Diamanti e storia

Lungo queste importanti vie fluviali si trovavano gli antichi depositi, del tipo secondario-alluviale appunto
perché’ si trovavano lungo dei corsi d’acqua. 

Alcune aree furono maggiormente produttive e per questo famose. 

La sezione più rinomata viene da molti collocata lungo le rive del fiume Krishna per poche centinaia di chilometri, dalla confluenza con il suo principale affluente, il Tungabhadra alla città di Vijayawada, in Andhra Pradesh. 

In particolare, la cintura Kolluru-Paritala fu teatro di intensa attività mineraria che produsse una galassia di diamanti storicamente famosi in tutto il mondo. 

Proprio a cause delle sue ricchezze, questa vasta regione fu, per secoli, terra di conquista: essa vide alternarsi, alla sua testa, una miriade di potentati: i Maurya (fino al III secolo a.C.), i Satavahana (III secolo d.C.), poi le casate di Ikshvaku, Vakataka, Vishnukundin, Badami Chalukya, Rashtrakuta, Vemulavada Chalukya, Kalyani, Chalukya, Cholas, Rashtrakutas, Kakatiyas, Mudigonda Chalukya, Kanduri Choda e Kakatiyas (950–1323), il Sultanato di Delhi, Sultanato di Bahmani (1347-1518/27), il Sultanato di Golconda (1518/27-1687), i Nizam, gli inglesi ed infine l’India. Durante il XVI e il XVII secolo, la regione fu governata dai Mughal dell'India. 

Per alcuni decenni essa passò anche sotto il controllo britannico prima di essere incorporata nell’India moderna.

Golconda viene generalmente sovrapposta ai moderni stati di Andhra Pradesh e Telangana. 

Quest’ultimo è di recente istituzione, essendo stato creato nel 2014. 

Bagnato ad est dal golfo del Bengala, Andhra Pradesh, che prima del 2014 includeva entrambi i territori, esiste dal 1953. 

Anch’esso si originò dallo smembramento dello Stato di Madras. Madras prese il nome di Chennai, mentre la regione circostante oggi si chiama Tamil Nadu (dal 1968), ed e’ caratterizzata da una popolazione di lingua telugu. 

Hyderabad è rimasta la capitale per entrambi, sia Telangana (nel quale si colloca) e Andhra Pradesh.

Articolo di: Dario Marchiori

Fonti: Wfdb.com, archive.org, Encyclopaedia Asiatica - vol3, Alexandra Hilgner · Susanne Greiff · Dieter Quast (a cura di) GEMSTONES IN THE FIRST MILLENNIUM AD, Deccan Heritage di Harsh K. Gupta (2000), andhra-rayalaseema-diamondmines .com, gem-a.com, deccanchronicle.com, researchgate.net, treccani.it, britannica.com, mediterraneannetworks.weebly.com, deccanchronicle.com, hehindubusinessline.com, he Diamondiferous Behradih Kimberlite Pipe, Raipur District, Chhattisgarh, India Datta Mainkar, Bernd Lehmann, , Ray Burgess and Boris Belyatsky, sciencedirect.com, articles.adsabs.harvard.edu, diamantbeurs.eu, frontline.thehindu.com, india.mongabay.com, An Archaeology of Jean-Baptiste Tavernier in Golconda di Robert Simpkins.
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