“MI fido o non mi fido,” questo è il problema … dei gioiellieri, ma di riflesso anche dei loro clienti.
Talvolta, senza soffermarsi troppo su questo dilemma, i commercianti di preziosi si affidano ciecamente alle case dalle quali acquistano o prendono in affidamento diamanti e gioielli per tali questioni.
Molti dei negozi, infatti, non espongono merce propria - il capitale richiesto sarebbe al di fuori delle possibilità della maggior parte di loro - ma articoli ottenuti in affidamento da grandi firme orafe.
Attraverso processi di prestito a tempo (definiti in inglese con i termini memo e consignment) i mercanti del settore ottengono piccoli e grandi lotti di gemme e metalli costosi, scelti per la loro popolarità e facilità di piazzamento.
Insieme agli articoli di vendita, ottenuti in affidamento temporale (ossia che possono rendere dopo un certo tempo se invenduti), i gioiellieri ricevono anche i relativi certificati.
Su questi documenti, si certificano con precisione la natura e le qualità dei preziosi acquisiti. I grossisti, o le grandi case orafe sono quindi spesso, ma non sempre, coloro che si incaricano di sottoporre le gemme ai test necessari.
Non troppo di rado, tuttavia, gli oggetti venduti non sono conformi agli attestati che li accompagnano.
Non frequentemente succede inoltre che anche i laboratori si sbaglino nella certificazione di una gemma.
Nella maggior parte dei casi, i clienti non sono attrezzati o non hanno interesse a far contro-testare pietre o diamanti appena comprati.
In qualche rara occasione, tuttavia, questo accade. Anche in questa evenienza, quasi sempre va tutto bene; prodotto e attestati combaciano e allora … sono dolori!
Le conseguenze per una frode di questo tipo, ossia quanto la gemma venduta non è quella dichiarata, possono andare dalla perdita di molti soldi, o della reputazione, fino al coinvolgimento in cause civili o penali.
Nei casi estremi, le dispute legali finiscono su tutti i giornali e non solo intaccano la credibilità dei commercianti coinvolti, ma danneggiano anche la fiducia della gente nell’intero settore.
Per evitare di arrivare a questo punto, ci sono dei rimedi.
Oggi la tecnologia giunge in soccorso di coloro che preferiscono tenere la fiducia nei loro prodotti e quella dei loro clienti nelle proprie mani.
Sono infatti disponibili numerosi apparecchi, di ogni dimensione e prezzo, che si prestano a tal fine.
Una selezione di questo tipo di macchinari, per tutte le tasche e di ogni dimensione, che possono venire incontro alle diverse esigenze degli esperti del settore, è stata resa pubblica nel 2020 dal Natural Diamond Council.
Il programma “Assure”, del NDC, si propone appunto di fornire una gamma completa degli ultimi modelli di analizzatori di diamanti naturali ed artificiali.
Con un’ampia serie di test mirati, una corposa lista di dati ed un’esaustiva copertura di tutte le funzionalità offerte da ogni apparecchio testato.
Il resoconto che qui segue ha come oggetto quello di dare un veloce panoramica degli apparati che appaiono sul sito del NDC.
È importante comprendere, da parte del lettore, che un approfondimento personale potrebbe essere necessario per capire l’effettiva affidabilità dei vari modelli e decidere, in maniera educata, quale sia quello che si confà maggiormente alle proprie esigenze ed al proprio portafoglio.
Prima di mostrare le varie apparecchiature, vanno evidenziati alcuni punti quali, per esempio, la definizione di diamante, quella del programma Assure, i suoi criteri, i tipi di apparecchi ed i parametri delle analisi effettuate.
La definizione di diamante del NDC
NDC specifica cosa s’intende quando si parla di diamanti naturali o sintetici:
Diamante: Un minerale creato dalla natura; un "diamante" significa sempre un diamante naturale.
Diamante sintetico: Un prodotto artificiale che ha sostanzialmente le stesse caratteristiche fisiche di un diamante.
Cos’è il programma Assure
Lo scopo del progetto viene fornito dalla stessa autorità , con le seguenti parole: “Il programma ASSURE ha sviluppato uno standard per testare gli strumenti di verifica del diamante in modo coerente.
I risultati sono stati ottenuti in collaborazione con i principali produttori, come parte di un impegno condiviso per mantenere la fiducia dei consumatori.”
L’intera opera è stata portata avanti con la collaborazione di varie autorità del settore: GII (Gemmological Institute of India), GJEPC (Gem and Jewellery Export Promotion Council) SSEF (Schweizerisches Gemmologishes Institut), GIA (Gemological Institute of America), De Beers Group, WTOCD (Antwerp Scientific Research Centre for Diamonds), NGTC (National Gemstone Testing Center – della Cina) e TISNCM (Technological Institute for Superhard and Novel Carbon Materials).
Quali sono I criteri
Tutti gli strumenti sono stati valutati attraverso la seguente metrica delle prestazioni:
1. Tasso di falsi positivi del diamante: il numero/rapporto tra gemme sintetiche e simulanti (i cosiddetti diamanti falsi, cioè pietre che non condividono caratteristiche fisiche, chimiche o ottiche con quelli veri, ma che semplicemente ne imitano l’aspetto). classificati erroneamente come diamanti. Il tasso ottimale di falsi positivi è dello 0%.
2. Tasso di riferimento (referral): il rapporto tra i diamanti classificati come pietre da "riferimento" sul numero totale, cioè il cui tipo non può essere accertato con certezza dalla macchina. Queste gemme richiedono ulteriori esami e quindi un costo addizionale. Il tasso di riferimento ottimale è dello 0%.
3. Precisione del diamante: il rapporto tra le pietre classificate correttamente come diamanti rispetto al numero totale. L'accuratezza ottimale è del 100%.
Alcuni strumenti possono essere utilizzati da persone inesperte, mentre altri richiedono un addetto qualificato per interpretare manualmente i risultati o utilizzare il dispositivo al meglio.
Per quel che riguarda la seconda categoria, ossia quella che richiede personale specializzato, gli apparecchi sono stati testati due volte: la prima da una persona non qualificata, mentre la seconda è portata a termine da un operatore nominato dal produttore.
Le tipologie dei dispositivi di analisi
Attualmente sono acquistabili macchinari basati su sei tipi di tecnologia, ognuna delle quali utilizza un sistema differente per separare gemme cresciute sottoterra da quelle create in un laboratorio.
Ecco qui di seguito una breve spiegazione su quali sono i principi usati dai modelli diversi:
Trasparenza UV (UV Transparency) - Questi strumenti hanno la capacità di far passare e analizzare il comportamento della luce ultravioletta quando questa attraversa una gemma.
Spettroscopia di Assorbimento UV-Vis (UV-Visible Spectroscopy) - come sopra, ma la misura viene fatta avviene attraverso uno spettrometro.
Spettroscopia di Assorbimento Infrarosso (Infrared Absorption Spectroscopy) - Questi strumenti hanno la la capacita’ di far passare e analizzare la luce infrarossa quando passa attraverso una gemma.
Spettroscopia della Fluorescenza (Fluorescence Spectroscopy) - Questi strumenti hanno la capacità di misurare lo spettro visibile di una pietra mentre la luce UV è accesa.
Immagine della forforescenza (Phosphorescence Imaging) - Questi strumenti hanno la capacità di misurare il livello e i disegni/patterns di fosforescenza (dopo aver spento al fonte di luce UV) attraverso l’uso di immagini.
Decadenza della Fosforescenza (Phosphorescence Decay) - Questi strumenti hanno la capacità di misurare il tempo dopo il quale la fosforescenza scompare.
Alcuni dispositivi possono combinare molteplici tipi di test.
Di queste sei tipologie, le quattro elencate qui sotto sono le più comuni, poichè offrono un migliore rapporto efficienza-prezzo:
- Trasparenza UV (UV Transparency)
- Spettroscopia di Assorbimento Infrarosso (Infrared Absorption Spectroscopy)
- Su immagine della forforescenza (Phosphorescence Imaging)
- Della Spettroscopia della Fluorescenza (Fluorescence Spectroscopy)
Qui di seguito sono riportati alcuni spunti (le informazioni provengono dal GIA) sui vantaggi e gli svantaggi legati alle tecnologie qui sopra illustrate:
Trasparenza UV (UV Transparency)
Pro: Facile da usare, economica.
Contro: può inavvertitamente far passare pietre sintetiche o simulanti/imitazioni come naturali. Solitamente ha un’alta proporzione di tasso di riferimento (pietre che devono essere testate attraverso sistemi maggiormente sofisticati).
Spettroscopia di Assorbimento Infrarosso (Infrared Absorption Spectroscopy)
Pro: Basata sui tipi di diamante (il tipo “Ia”/”UNO A” comprende circa il 98% dei diamanti naturali, mentre la stragrande maggioranza di quelli sintetici è di tipo “II”/”2a-2b”/ “DUE a-DUE B”, ossia non contiene tracce misurabili di azoto).
Contro: Lenta. Fatica a testare gemme fortemente incluse/con bassa trasparenza.
Su immagine della forforescenza (Phosphorescence Imaging)
Pro: La più comune, basata su un immediato riscontro visivo.
Contro: può dare una lettura errata per pietre sintetiche CVD trattate o per simulanti/imitazioni. I diamanti CVD non mostrano fosforescenza. Tra i trattamenti più recenti ne esiste anche uno che può ridurre o eliminare la fosforescenza in pietre sintetiche senza alterarne il colore. Questo stratagemma può ingannare questo tipo di apparecchio che, in questo caso, talvolta indica una pietra naturale.
Della Spettroscopia della Fluorescenza (Fluorescence Spectroscopy)
Pro: può rilevare caratteristiche tipiche naturali.
Contro: Questo strumento si focalizza principalmente sulle caratteristiche delle pietre naturali rispetto a quelle sintetiche. A volte può porre (un numero piuttosto limitato di) diamanti naturali come pietre da ritestare.
Come riportato sopra, si sa che oggi esistono trattamenti che riducono la fosforescenza dei diamanti (con l’intento dichiarato di farl passare per naturali).
Numeri di pietre testate
Nella fase originale, la cosiddetta “Assure 1”, venivano esaminati 450 diamanti, in 2 tornate, alle quali si potevano aggiungere 50 diamanti “falsi” per gli apparecchi che offrivano la capacità aggiuntiva di esaminare i cosiddetti simulanti.
Attraverso il programma “Assure 2” (quello attuale, 2021) si esaminano invece 1.000 diamanti naturali sciolti, 200 diamanti sintetici sciolti e 200 simulanti sciolti.
Vengono testate anche diamanti montati, ove l’apparecchio esaminato ne abbia la capacità .
Le pietre sono da 0,02 ct a 0,20 ct e di colore compreso tra D e J, sulla scala GIA.
I campioni sono stati scelti con cura per riflettere le gemme attualmente circolanti sul mercato, così come le singole pietre che anticipano le tendenze future e pongono alcune delle più grandi sfide agli strumenti di verifica del diamante.
I filtri – un metodo per trovare ciò che si cerca
Per snellire un po’ la ricerca, sono stati anche introdotti nove parametri speciali che possono aiutare ad individuare le tipologie di macchinari più adatti per le proprie esigenze.
Sul sito vengono menzionati 33 apparecchi (settembre 2021, è da notare che nel tempo questo campione cambia costantemente); ecco la lista completa:
ALROSA Diamond Inspector, AMS2, ARI, ASDI, D-Secure+, DiamondDect 3, DiamondDect 5, DiamondSure, DiamondView, DIATRUE CS, G-Certain, GEM-3000, Gemlogis Belize, Gemlogis VISTA, GemPen, GIA DiamondCheck, GIA iD100, GLIS-3000, GLIS-Mini, GV5000, J-Certain, J-Smart, J.Detect 9000, J.Mini, LEO, M-Screen+, OPTIMUM – I, PL-Mini, QChKAdC, Screen-I, SYNTHdetect, Synthetic Diamond Screener II, The Sherlock Holmes Detector.
Tali dispositivi sono visionabili individualmente, ma anche catalogabili attraverso l loro peculiarità , quali: quelli che hanno la possibilità di testare gioielli (28), quelli che danno una risposta automatica (33), quelli che possono analizzare pietre inferiori a 0.02 CT (21), quelli che possono separare diamanti dai loro simulanti (19), quelli con un prezzo inferiore ai $ 10.000 (19), quelli che possono testare pietre multiple (19), quelli portatili (14), quelli che sono auto-alimentati (possono funzionare a lungo senza intervento umano) (4), quelli che rivelano il tipo di gemma/pietra (1).
Il numero tra parentesi che appare dopo ogni categoria si riferisce alla quantità di strumenti della lista che dispongono della opzione indicata.
È possibile, inoltre, impostare filtri multipli, Infine, il sito provvede anche l’indirizzo e contatti attraverso i quali si possono ottenere i diversi strumenti.
Conclusione
Armarsi di attrezzi ad hoc per poter fare il proprio mestiere con deontologia professionale ed accortezza pratica è oggigiorno un fattore cruciale.
Questo diventa particolarmente evidente in un mondo dove l’inganno non è una rarità , la fiducia nel sistema è a livelli piuttosto bassi e c’è una grande necessita di coltivare un minimo serenità d’acquisto da parte della propria clientela.
L’innovazione viaggia veloce di questi tempi, e si muove rapidamente sia nel reame degli imbrogli che anche in quello delle contromisure per rivelarli.
All’interno di questo contesto, ogni addetto al settore deve prendere le proprie decisioni.
Un apparecchio di verifica dell’autenticità dei diamanti acquistati/venduti può contribuire a diminuire il sentimento di diffidenza della gente verso il mondo dei preziosi, soprattutto in quelli di grande valore.
Esistono molti altri apparecchi in commercio, al di fuori di quelli che appaiono sul sito del NDC, la loro affidabilità è meno nota, tuttavia non sono necessariamente meglio o peggio di quelli indicati dal programma Assure.
È chiaro che le verifiche su tali testers potrebbero richiedere qualche passo in più.
Strumenti e dati, qui descritti, derivano direttamente dal sito del Natural Diamond Council.
Va rammentato ancora una volta che i numeri indicati nella tabella qui sotto sono parziali e quindi riduttivi.
Essi vanno visti solo come indicativi, il cui compito è quello di dare un’impressione iniziale sul confronto degli apparecchi esaminati.
Ciascuno degli apparati elencati fornisce delle caratteristiche uniche, con possibilità di operazioni particolari che variano da un modello all’altro.
Si consiglia un approfondimento se si è interessati a conoscere meglio l’argomento o se si pensa di investire in questo tipo di macchinari.
Recente aggiornamento
Un secondo laboratorio di test indipendente, situato in uno dei centri chiave nel mondo del diamante, ossia all'interno dell’Università di Anversa, in Belgio, è stato recentemente aperto.
Questa nuova struttura opererà a fianco di quella originale situata in Canton, Massachusetts, Stati Uniti, con campioni e procedure di test identiche a quelle dello stabilimento dal quale il progetto è nato.
Entrambi i siti funzionano simultaneamente e sono stati progettati per migliorare la sostenibilità a lungo termine del programma Assure, raddoppiare la capacità di esame e venire in contro, anche geograficamente, alle richieste dei potenziali utenti.
A partire da ottobre 2021, i produttori di strumenti di verifica dei diamanti sono tutti formalmente invitati a presentare i loro equipaggiamenti.
Per tutti i modelli che appaiono sul sito vige la stessa regola, quella secondo cui la certificazione ha una validità massima di 2 anni.