La magia è una disciplina vecchia quanto l’umanità.
Radicata in riti, divinazioni spirituali o sacri, che hanno lo scopo di invocare, manipolare o manifestare forze, energie o entità soprannaturali nel mondo reale, oggi essa viene da taluni derisa mentre da altri abbracciata.
In ogni caso, per la maggior parte delle persone, essa costituisce una realtà separata da religione e scienza, ma continua ad avere un ruolo più o meno in molte società odierne.
Nell'occultismo moderno e nelle religioni neopagane, autodefiniti stregoni, fattucchiere o negromanti praticano regolarmente la magia rituale.
Il che vuol dire che essi ricorrono a tecniche ripetibili atte ad apportare cambiamenti nel mondo fisico attraverso la forza della propria volontà.
Questa funzione venne postulata in maniera esplicita dal poeta e mago cerimoniale inglese Aleister Crowley (1875-1947).
La sua definizione fu conseguentemente adottata da altre pratiche pagane sia di stampo religioso, come per esempio Satanismo, stregoneria Wicca e Luciferiana, che di matrice meramente soprannaturale, come la magia del caos, il druidismo ecc.
La magia si manifesta sotto una miriade di aspetti, peculiari di ogni cultura e sottocultura mondo.
Tra esse le pratiche legate all’utilizzo di incantesimi, pozioni, preveggenza, l’alchimia e molte altre e quant’altro trovano spazio anche le pietre preziose.
Senza dover cercare di spiegare un mondo così vasto e complesso, in questa sezione verranno illustrati un paio di ambiti, del mondo occulto, nei quali le gemme trovano la loro dimensione: quello dei talismani (e amuleti) e quello delle pratiche alchemiche.
Amuleti e talismani
I termini amuleto (dal latino amuletum, che significa "un oggetto che protegge una persona dai guai") e talismano (dal greco τέλεσμα-telesma, che significa "completamento, rito religioso, pagamento") vengono spesso usati in modo intercambiabile, tuttavia un talismano è, più precisamente, un amuleto inciso.
Amuleti e talismani naturali possono essere composti di materiali diversi (pietre preziose, metalli, denti e artigli di animali, ossa, piante e così via) e di varie forme (medaglioni, ciondoli, statuette ecc.).
Plinio il Vecchio (Historia Naturalis, Libro XXIX, 4,19) fu il primo scrittore romano-europeo a menzionare gli amuleti (veneficiorum amuleta).
La Chiesa Cattolica proibì agli ecclesiastici di fabbricare amuleti/talismani e comminò la scomunica per chi li indossava (canone 36), attraverso il Concilio di Laodicea (363–364).
Nonostante questa proibizione, essi rimasero popolari, nel mondo cristiano e non fino al giorno d’oggi.
Le pietre preziose continuarono ad ornare molti di questi oggetti protettivi.
Nei secoli successivi, note figure di chiesa si spinsero a dare alle pietre preziose delle valenze sia religiose che magiche.
Nell'XI secolo, Marbodo (vedi sopra) affermò, per esempio, che l'agata avrebbe reso chi la indossava più gradevole, persuasivo e favorevole a Dio.
Il carbonchio venne spesso utilizzato come gemma rappresentativa del sacrificio di Cristo.
Per Santa Ildegarda (vedi sopra), nel XII secolo, la natura intrinseca delle pietre preziose le portava infatti a produrre degli effetti buoni sulla salute degli esseri umani e essi commettessero atti cattivi.
Sempre nello stesso periodo, intorno al XII secolo, lo zaffiro divenne la gemma preferita per gli anelli ecclesiastici.
Alchimia
Nella storia della scienza, l'alchimia si riferisce sia ad una prima forma d’indagine della natura che ad una disciplina filosofica e spirituale.
Essa combinava elementi che oggi verrebbero considerati “scientifici” quali chimica, metallurgia, fisica, medicina, semiotica, ecc. con discipline oggi viste come “alternative” (se non addirittura meramente superstiziose) quali astrologia, misticismo e spiritualismo.
L'antica scienza dell'Alchimia promuoveva l’idea secondo la quale che i metalli, le pietre preziose e i cristalli erano intrisi di misteriose proprietà che potevano interagire con l'evoluzione umana.
I cristalli, per esempio erano visti come scrigni pieni di proprietà; attraverso di esse i cristalli amplificano, trasformano, immagazzinano, focalizzano e trasferiscono energia.
Anche i pensieri venivano considerate come forme di energia.
Quando l'energia del pensiero interagisce con un cristallo, quel pensiero viene spinto verso forme più armoniche.
Attraverso le vibrazioni delle pietre, i cristalli agiscono sulle frequenze delle onde cerebrali e danno vita a possibili espansioni della coscienza ed i "Suoni Alchemici" prodotti attivano sostanze chimiche terapeutiche in ogni cellula del corpo.
Negli ultimi 3 millenni, l'alchimia è stata praticata, in un modo o nell’altro, in Mesopotamia, Antico Egitto, Persia, India e Cina, nella Grecia classica e a Roma, nella civiltà musulmana e poi in Europa ufficialmente fino al XIX secolo.
L'alchimia occidentale è un sistema filosofico e spirituale che affonda le sue radici nella figura di Ermete Trismegisto (dal greco antico Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος, che significa Ermete, il tre volte Grande, reso poi in latino con Mercurius ter Maximus), divinità sincretica egiziano-greca e leggendario alchimista.
Ermete Trismegisto viene considerato come maestro di sapienza ed è tradizionalmente ritenuto l'autore del Corpus Hermeticum e fondatore della corrente filosofica nota come ermetismo.
Ermetismo e alchimia influenzarono la nascita del Rosacrocianesimo, importante movimento esoterico del XVII secolo.
Nel corso del primo periodo moderno, l'alchimia tradizionale si è evoluta nella chimica moderna.
Le pietre preziose non ricoprono un ruolo importante in queste discipline, tuttavia ne sono parte.
Nel periodo cosiddetto “prescientifico”, si supponeva che i minerali, comprese le gemme, maturassero nel terreno, diventando gradualmente qualcosa di sempre più prezioso.
Un esempio di utilizzo di pratiche alchemiche collegato alle gemme si trova nella figura del Conte di Saint Germain (vero nome sconosciuto, 1691 o 1712–1784), un avventuriero europeo, con un interesse per la scienza, l'alchimia e le arti che raggiunse la ribalta nell'alta società europea della metà del XVIII secolo.
Quest'uomo straordinario, che divenne il re degli impostori e dei ciarlatani, asseriva di conoscere il segreto della Medicina Universale, di possedere un dominio sulla natura e di poter fondere diamanti.
Egli si dichiarava capace di formare, su 10 o 12 piccole gemme, uno grande di massima qualità senza alcuna perdita di peso.
Uno degli obiettivi principi dell'alchimia era comunque la creazione della Lapis Philosophrum o Pietra Filosofale, una sostanza leggendaria in grado di trasformare i metalli vili in oro o argento.
Si credeva anche che fosse l'elisir di lunga vita e nei circoli mistici simboleggiava saggezza, perfezione e illuminazione.
Gli alchimisti scrivevano deliberatamente in codice in modo che i loro segreti non fossero disponibili ai non iniziati.
Per questo motivo, alla pietra filosofale furono dati diversi nomi mistici.
Molti testi nominano e descrivono la pietra.
Alcuni di essi indicano anche che si presentava in due varietà: una pietra bianca per fare l'argento e una pietra rossa per fare l'oro.
La pietra bianca era generalmente considerata un precursore, o forma immatura, di quella rossa.
Per alcuni l’incarnazione di quella rossa sarebbe in minerale-gemma cinabro, che tradizionalmente viene anche chiamata anche la pietra del Sangue di Drago.
Un’alternativa anche più esotica al cinabro è il rubino, ma non qualsiasi corindone rosso, ma il Rubino Celestiale.
Il primo personaggio conosciuto a promuovere questa idea fu Filalete (Eirenaeus Philalethes, il cui vero nome era George Starkey,1628–1665), un alchimista che, a suo tempo, influenzò un certo numero di eminenti scienziati, tra cui Isaac Newton e Robert Boyle.
Del Rubino Celeste, Filalete disse: “La Pietra Filosofale è una certa sostanza celeste, spirituale, penetrante e fissa, che porta tutti i metalli alla perfezione dell'oro o dell'argento (secondo la qualità della Medicina), e fa ciò con metodi naturali, che tuttavia nei loro effetti trascendono la Natura...
Sappi, quindi, che si chiama pietra, non perché sia simile a una pietra, ma solo perché, in virtù della sua natura fissa, resiste all'azione del fuoco con altrettanto successo di qualsiasi pietra.
Oltre alla Pietra Filosofale, o Rubino Celeste, gli alchimisti del XVII secolo credevano che in laboratorio potessero essere prodotte anche altre pietre dotate di “virtù” magiche.
Tra queste c'erano una pietra angelica e anche una pietra minerale, che poteva trasformare la normale selce in rubini, diamanti, zaffiri o smeraldi.
Durante il tempo di Filalete, l'alchimia cadde nuovamente in discredito, soprattutto a causa di praticanti senza scrupoli che truffavano i loro creduloni benefattori.
Inoltre, i funzionari governativi credevano anche che la riuscita trasformazione dei metalli avrebbe svalutato il prezzo dell'oro.
Già verso la fine del Duecento, secoli prima, la Chiesa una decisa condanna nei confronti degli alchimisti era giunta ad opera dei Capitoli provinciali e generali degli Ordini religiosi.
Dal 1273, infatti, i Domenicani avevano decretato che “si vietava a tutti i frati di studiare, insegnare o praticare l’alchimia in qualsiasi modo e di tenere libri di questa scienza”.
La Chiesa prese una posizione ancora più severa con la Spondent quas non exhibent (o Spondent pariter), un decreto papale, promulgato nel 1317 da Papa Giovanni XXII (Jacques-Arnaud Duèze o d'Euse, 1244–1334), che proibiva la pratica dell'alchimia.
La motivazione fornita per il divieto non fu specificamente teologica, ma piuttosto una condanna morale, con il Massimo Pontefice che espose come gli alchimisti fraudolenti perché’ essi sfruttavano ed ingannavano i poveri.
Nonostante questi passi, l’alchimia continuò ad essere popolare, fino all’Ottocento. Il colpo di grazia fu in realtà una morte lenta.
La “scienza” ufficiale, gradualmente eliminò certe pratiche non controllabili e ripetibili e sostituì in pieno quella che era stata la disciplina d’indagine.
Oggi l’alchimia richiama le eco di antiche superstizioni e di credenze fanciullesche.
Va ricordato, tuttavia, che esistono personaggi eminenti che, nel corso dei secoli, hanno rappresentato questo anelito alla conoscenza più elevata.
Tra di essi vi sono:
Ge Hong (283-343 d.C.), un alchimista cinese che cercò di combinare l'etica confuciana con le dottrine occulte del taoismo.
Ge riprese l’idea taoista secondo la quale che tutti potessero raggiungere l'immortalità.
Tra le altre peculiarità’ che apparvero nei sui scritti, c’erano istruzioni su come una ricetta creare un elisir chiamato cinabro d'oro, per mantenere l'igiene sessuale, per seguire diete speciali ed esercizi di respirazione e meditazione.
Ge, inoltre, rescrisse persino un metodo per camminare sull'acqua e per resuscitare i morti.
Cleopatra l'Alchimista (in greco: Κλεοπάτρα; fl. c. III o IV secolo d.C.) era un alchimista, scrittrice e filosofa greca che viveva ad Alessandria, in Egitto.
Cleopatra sperimentò l'alchimia pratica, ma fu anche accreditata di essere una delle quattro alchimiste donne in grado di creare la pietra filosofale.
Tommaso d'Aquino (1225-1274) era un eminente teologo a cui fu permesso di studiare l'alchimia prima che fosse condannata dalla Chiesa.
Roger Bacon è stato il primo europeo a descrivere il processo di produzione della polvere da sparo.
Paracelso usò la sua comprensione dei processi chimici per far progredire la scienza della medicina.
Nicolás Flamel (1330 –1418) anche nominato nella saga di Harry Potter) fu un alchimista, scriba e copista francese.
I resoconti leggendari sulla sua vita si basano su opere del XVII secolo, principalmente sul lavoro intitolato Livre des figures hiéroglyphiques.
Si diceva che Flamel fosse riuscito a raggiungere i due obiettivi dell'alchimia: creato la pietra filosofale, che trasforma i metalli in oro, e che lui e sua moglie, Perenelle, avessero raggiunto l'immortalità attraverso l '"Elisir di lunga vita".
Leonardo (di ser Piero) da Vinci (forse 1452 –1519).
Si dice che lo scienziato, inventore e artista italiano non apprezzasse l'alchimia, intesa come disciplina atta alla mistificazione della materia naturale.
Il genio toscano disprezzava soprattutto l’idea di ricreare l'oro da altri metalli.
In qualche modo comunque ne abbracciò le pratiche quando decise di creare quelle che lui chiamò, nel Codice Atlantico, “perle grosse”.
In un certo senso, Leonardo poteva essere considerato un falsario, tuttavia il suo utilizzo di tali tecniche fu legato, più che altro, alla sua curiosità scientifica (pare che l’abbia diffuso).
Il nativo di Vinci, inoltre, amava l’ambito alchemico che si rifaceva agli studi della vibrazione universale, quell’energia sottile che rappresentano la trama del tutto.
Su di essa evolve la creazione dell’individuo, del mondo e dell’universo.
Paracelso (Theophrastus von Hohenheim, 1493-1541) Seguendo la credenza comune del suo tempo, Paracelso riteneva che i disturbi del corpo fossero dovuti ai quattro umori.
Il medico-teologo svizzero pensava che la composizione umana non fosse troppo diversa dai materiali di base dell'alchimia.
Come si poteva operare la trasmutazione dei metalli vili in oro, con processi alchemici, così anche gli organi malati del corpo potevano essere sanati con l'aiuto di sostanze chimiche.
Jean Baptiste Van Helmont (1580-1644) Con il suo lavoro sugli effetti delle sostanze chimiche sul corpo umano, la sua scoperta dell'anidride carbonica e la sua convinzione che la comprensione del corpo e del mondo debba iniziare con l'alchimia, lo scienziato belga Van Helmont contribuì, al suo tempo, a far coincidere alchimia e chimica.
Isaac Newton (1643-1727), il matematico, fisico, astronomo, alchimista, teologo e autore inglese (descritto ai suoi tempi come un "filosofo naturale") è stato riconosciuto come uno dei più grandi ed influenti studiosi di tutti i tempi.
Fu una figura chiave nella rivoluzione filosofica conosciuta come Illuminismo.
Il suo libro Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica (Principi matematici della filosofia naturale), pubblicato nel 1687, stabilì le basi della meccanica classica.
Newton diede anche contributi fondamentali all'ottica e al calcolo infinitesimale.
Non tutti sanno che si dilettava anche nello strano mondo dell'alchimia e credeva di poter svelare il mistero della Pietra Filosofale.
Cagliostro (Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Franco Balsamo), meglio noto come Alessandro, conte di Cagliostro o (1743 – 1795), fu un avventuriero, truffatore, alchimista ed esoterista italiano.
Cagliostro acquisì profondi conoscimenti nelle arti più nobili del suo tempo (spagirica, astrologia, interpretazione dei sogni, alchimia) che, successivamente esercitò nelle più importanti corti d'Europa, raggiungendo così altissima fama: lo studio della sua casa parigina di Rue Saint-Claude diventò il luogo in cui verranno ammessi pochi eletti a presenziare le cerimonie rituali.
Manly Palmer Hall (1901 –1990), fu un stato un astrologo e mistico canadese.
Durante i suoi 70 anni di carriera tenne migliaia di conferenze e pubblico’ oltre 150 volumi tra libri e trattati, di cui il più noto è The Secret Teachings of All Ages (1928, tanto influente da apparire sul sito della CIA - cia.gov).
Hall fu in grado di acquistare una notevole collezione di libri e manoscritti rari sull'alchimia e l'esoterismo attraverso la casa d’aste Sotheby's.
Altri nomi importanti legato all mondo dell’alchimia sono: Kanada, saggio e filosofo indiano (VI secolo a.C.), Jābir ibn Hayyān, "Geber" (morto intorno all'806-816), Al-Rāzī (864/5–925/35). Abu Ali al-Husain ibn Abdallah ibn Sina, "Avicenna" (980-1037), Albertus Magnus (1193–1280), Roger Bacon (1214–1294), Arunagirinathar saggio e filosofo Tamil del XV secolo, Robert Boyle (1627–1691), Rudolf Steiner (1861–1925), Carl Jung (1875–1961).
Ecco, qui di seguito, una breve descrizione sulle proprietà occulte di alcune gemme:
Diamante: nel suo aspetto magico, viene utilizzato come potente talismano con poteri curativi, soprattutto per la mente.
Esso conferiva purezza, pazienza, forza di volontà, impavidità, rispetto, conoscenze arcane e successo a coloro che lo indossavano.
Inoltre, proteggeva da morte accidentale, dalla stregoneria, dall’insicurezza, dalla paura del buio e dall’essere colpiti da un fulmine.
Si pensava che i diamanti incapsulassero il fascino o attirassero gli altri.
Nel Medioevo si pensava che i gioielli con diamanti fossero una sorta di amuleto dotato di poteri magici.
Si pensava che chiunque li indossasse sarebbe stato baciato da fortuna, coraggio e invincibilità.
L’aspetto alchimico del diamante stabiliva che questa pietra incoraggiasse a rimanere “affamati” per una vita migliore.
La sfida fondamentale nella vita è quando non si riesce a credere in sé stessi.
Alcuni alchimisti credevano che, attraverso i rituali appropriati (definiti come l’Arte), un diamante potesse germinare, nell’arco di pochi istanti, da un “seme di sé stesso”.
Se questo “seme” era composto di marmo, granito o sabbia, il processo non avrebbe avuto successo, ma qualsiasi altra sostanza avrebbe avuto il potenziale per farlo.
In alcuni di questi materiali, il processo sarebbe stato facilitato dal fatto che essi erano già stati predisposti (fertilizzati) ed erano quindi pronti a ricevere il rito di trasformazione.
A metà del XIV secolo, quando la morte nera spazzò un terzo della popolazione europea unica salvezza, il diamante veniva proposto da alcuni dottori, per i loro nobili pazienti, cura di tremende malattie come la peste.
Inoltre era usato come rimedio efficacissimo contro i veleni ed i cattivi sortilegi; se un mago avesse preparato un maleficio contro qualcuno, questa persona ne sarebbe stata preservata se avesse avuto indosso un diamante; in più, tale pietra, avrebbe avuto il potere di ritorcere tale maleficio contro chi lo aveva ordinato.
Smeraldo: nel suo aspetto magico, l’utilizzo di questa gemma verde (che in passato non sempre corrispondeva ad uno smeraldo) per curare i malati è ben documentata, così come le sue virtù talismaniche.
Per molti secoli, numerose autorità promossero le numerose capacità dello smeraldo.
Tra di esse, si diceva che aiutasse i maghi ad avere visioni, e che quando veniva posto sotto la lingua, aiutava a predire il futuro.
In quanto pietra della verità, si pensava che lo smeraldo proteggesse da incantesimi indesiderati.
Come talismano, questa gemma porta pace e forza, protegge dai serpenti e dalle malattie mentali.
Meno familiare è la sua lunga associazione con l'alchimia, l'occulto e la magia.
La Tavola di Smeraldo (o Tabula Smaragdina), fondata sui poteri di questa gemma, era il misterioso testo ermetico compatto e criptico ritenuto dagli alchimisti islamici ed europei come fondamento della loro arte.
Sempre secondo questo mito, quando il corpo di Ermete fu sepolto nella Valle di Ebron (o Hebron), il Divino Smeraldo fu seppellito con esso.
Secoli dopo, esso fu scoperto da Alessandro Magno (oppure da, da un iniziato arabo). Seguendo le tredici frasi incise sul misterioso oggetto/pietra e dettate da “Ermete, il Tre Volte Grande”, il condottiero macedone fu in grado di conquistare tutto il mondo allora conosciuto.
Il rubino viene anche considerata come la gemma della domenica (il giorno del Signore e del Sole, secondo la tradizione nordica) e ai segni del Leone e del Capricorno.
A far bene, la gemma (il cui possibile sostituto potrebbe essere il crisolito) dovrebbe essere portata incastonata in una bacchetta d’oro portata nella mano destra una bacchetta d'oro.
Rubino: nel suo aspetto magico, viene utilizzato come … domina le energie sessuali e presiede coraggio e forza del cuore.
Nel medioevo, il rubino, un tempo considerato il re di tutte le pietre preziose ed era considerato come la pietra delle profezie.
Indossato come talismano, il rubino, simbolo di potere e protezione, dona il potere dell'invulnerabilità per proteggere il guerriero in battaglia.
Nelle persone comuni, risveglia la voglia di vincere, rimuove la malinconia e aumenta la vitalità.
Nel medioevo si credeva che questa gemma possedesse il potere di predire il pericolo attraverso la perdita di brillantezza e colore.
Questa credenza era comune in tutta Europa.
All’interno della filosofia alchemica, oltre che ad essere considerato come la gemma base (Rubino Celeste) per la Pietra Filosofale, esiste la leggenda dell’esistenza di una Tavola di Rubino (simile a quella di Smeraldo) collegata a misteriosi riti d’iniziazione, es un ancora più enigmatico Patto del Sangue.
Zaffiro: nel suo aspetto magico, viene utilizzato come protezione da paure e pigrizia e si pensa che risvegli anche la voglia di vivere.
Lo zaffiro è la pietra dell’aristocrazia e della saggezza.
Come talismano protegge dalla stregoneria, dal malocchio, dagli spiriti maligni, dalla prigione e dai pensieri malvagi.
Promuove anche la serenità coniugale e rimuove gli ostacoli che provocano ritardi.
Si dice che Carlo Magno indossasse un talismano che recava al centro uno zaffiro blu-grigio, di taglio cabochon, da 190 carati (stima).
Nel suo lato alchemico lo zaffiro, anzi il Divino Zaffiro viene menzionato in una storia legata a Mosè e alle Dieci Tavole della Legge.
Si narrava infatti che inizialmente, quando Mosè si recò sul monte Sinai, avesse ricevuto da Dio due tavole contenenti i Comandamenti.
Questi erano stati tracciati su dei supporti fatti di zaffiro.
A causa dell’idolatria degli israeliti, li Mosè ritenne un popolo indegno di ricevere le tavole di zaffiro; quindi le distrutte.
Mosè eventualmente sostituì le tavolette originali con delle nuove, ma stavolta fatte di pietra grezza.
Mentre le precedenti condividono la divinità dell’albero della vita, quelle sostitutive si legarono alla natura dell’Albero del bene e del male.
Sant’Epifanio di Salamina (310-403 d.C.) scrisse: “(Il diamante) È medicinale che, quando è in polvere, guarisce piaghe successive a pustole, e foruncoli”.
Ametista: L'Ametista è chiamata la pietra di San Valentino, poiché si narra che il santo la indossasse lui stesso.
Era anche nota come la Gemma del Vescovo, perché spesso adornava la gioielleria dei prelati cristiani.
Nel suo aspetto magico, viene utilizzata come regolatore dei pensieri e per aumentare la visione dei mondi più alti.
Infatti, questa gemma è nota come una delle pietre più spirituali ed è associata al terzo occhio.
Viene considerata anche come una pietra “serena” che ha un effetto calmante su persone nervose o isteriche e un conseguente miglioramento della vitalità.
Migliora anche gli stati superiori di coscienza e meditazione.
Come talismano si dice possa propiziare il successo, qualunque accezione si dia a tal termine, inoltre porta fortuna, assicura costanza, protegge dalla magia e dalla nostalgia di casa.
Alcuni la usano per alleviare nevralgie, strofinandola delicatamente sulle tempie.
Si dice, inoltre, che vigili sugli uomini d'affari, sugli sportivi e sui soldati in caso di pericolo.
È una delle pochissime gemme che possono essere indossate universalmente senza causare risultati negativi.
Nelle pratiche legate all’alchimia, veniva usata per ridurre il desiderio di bere alcolici e per promuoveva la castità.
Si credeva anche che indicasse la presenza di veleno attenuandosi o schiarendosi di tono e che rivelasse pericoli e cattiva salute cambiando colore.
Granato rosso (almandino o piropo): spesso indicato, in tempi passati, col termine carbunculus/carbonchio (diminutivo del termine latino carbō: piccolo carbone (in senso figurato: che brucia o divora il dolore e tradizionalmente utilizzato per quello che oggi viene chiamato granato, soprattutto se rosso).
Nel mito, si dice che un grande carbonchio avesse servito Noè come lampada, anche per questo la pietra veniva indicata come trasmettitrice di Luce.
Usato come talismano, nel medioevo si riteneva che scacciasse anche la tristezza, i cattivi pensieri, reprimesse la sensualità, appianasse le divergenze tra amici e attirasse il successo in tutte le imprese, oltre che per curare indigestioni e mal di gola se appeso al collo.
Nel trattato alchemico in latino, Speculum lapidum, Sympatia septem metallorum ac septem selectorum lapidum ad planetas.
Accedit Magia astrologica Petri Constantii Albinii del 1717, l‘autore, Petri Arlensis de Scudalupis pone il carbunculus in cima alla scala di valori delle 12 gemme “ardenti”, addirittura sopra il rubino, considerato da sempre la più importante gemma ed al “balasso” (probabilmente lo spinello rosso).
In tale contesto, l’autore cita anche i poteri del carbonchio, ossia quello di scacciare veleni e pestilenze dall'aria, di controllare la lussuria e di preservare la salute del corpo.
Perla: nel suo aspetto magico, viene utilizzata come portatrice di pace e come elemento necessario per gli elisir di eterna giovinezza.
Come talismano protegge dai cattivi pensieri e dalla depressione.
Leonardo da Vinci diede una ricetta di tipo alchemico per creare delle perle grandi a partire da quelle piccole, usando aceto o succo di limone, albume di uovo, “aqua de lumache”, colla di pesce, oppure di pezzi di pelliccia o di pergamena lavati e bolliti e trasformati in colla.
Inoltre, Leonardo portò notizia di Poliziano (1454-1494), suo contemporaneo, al quale il medicò aveva ordinato di assumere una porzione di perle tritate in punto di morte (si pensa che il poeta toscano sia morto da avvelenamento da arsenico, la pozione probabilmente non lo aiutò).
Acquamarina: Nel medioevo era considerata come una delle pietre sacre, simbolo di giovinezza, speranza e salute.
Nel suo aspetto magico, veniva utilizzata come talismano per proteggere dai pericoli e dagli inganni.
Era particolarmente indicata per coloro che affrontano il mare (anche il nome suggerisce questa connessione).
Nel Medioevo, i marinai sostenevano che l'acquamarina calmasse le alte maree e le onde del mare.
In effetti, questa affascinante gemma ritrae il suo nome nel suo colore, luminosità e trasparenza. Anche Plinio il Vecchio la definiva la gemma “verde come il mare”.
Poteva attirare guadagni, amore e affetto quando veniva incastonata in un paio di orecchini.
Alchimisti e i mistici credevano che le sue qualità riflettenti potessero rivelare segreti sepolti nel profondo del cuore di un uomo e che uno di questi cristalli aumentasse le percezioni del soprannaturale se indossata durante la meditazione.
Nelle pratiche mediche dell’Europa medievale, questa gemma azzurra veniva usata per alleviare disturbi gastro-intestinali, quali il gonfiore di stomaco e i postumi da bagordi. Inoltre,
L'acquamarina polverizzata veniva somministrata per curare allergie e infezioni batteriche.
Topazio: chiamata anche la Pietra della Forza” (Plinio e altri). Come talismano, veniva usato per preservare dall’eccessiva sensualità, per calmare la rabbia e la frenesia, per rafforzare l'intelletto, per illuminare l'arguzia, per dare gioia e appagamento ed infine per allontanare rimuginamenti e apprensioni.
Nel medioevo veniva anche indossato come cura per l'asma, e come specifico contro l'insonnia, in tal caso veniva triturato in una polvere fina e mescolato al vino.
In ambito alchemico, si credeva che dissolvesse gli incantesimi se incastonato in oro e legato al braccio sinistro o appeso al collo.
Corniola: nel suo aspetto magico, viene utilizzata come protezione dai pericoli.
Come talismano promuove gioia e buon umore, prevenendo dispute e litigi.
Inoltre aiuta a purificare altre pietre di una collezione, assorbendo l'energia negativa degli altri cristalli.
Distrugge e previene le fascinazioni e difende il corpo contro tutti i veleni; ferma il sangue per una proprietà peculiare; e, se appoggiata al ventre delle donne al ventre, mantiene e protegge il parto.
In antichità era considerata come la pietra della vittoria ed era usata come amuleto contro il malumore, perché il malumore, secondo i maestri, era una forma di magia nera.
Un incantesimo nero veniva eseguito alla luce della luna calante, ma una corniola protettiva, con la sua lucentezza variabile, poteva rivelarne la presenza ed annullarne gli effetti.
Anche nei sogni, la corniola agiva da scudo contro i pensieri malvagi.
In chiave alchemica, la leggenda vuole che Il famoso sigillo di Salomone e Davide, fosse più potente se inciso su una sardonica, una corniola o un piatto d'oro (metallo del sole).
Un’altra narra di Sciamani dei Tartari che portavano corniole sotto il braccio sinistro.
Impiegando queste pietre in certi riti, essi erano in grado di separare il (proprio) corpo fisico da quello astrale.
Si diceva, infatti, che conferisse il potere di far scorgere il piano astrale semplicemente ponendola tra la luce del sole ed il proprio occhio, guardandola costantemente per alcuni minuti.
Rappresentava, infine la forza magica della Fede e l'indebolimento della follia dello scetticismo (soprattutto quella professata nei misteri rosacrociani).
Il mito vuole che persino Maometto sostenesse che, per procurare contentezza e benedizioni, era necessario pregare Allah ed indossare una corniola.
Lapislazzulo/i: nel suo aspetto magico, viene utilizzato come portatore di buona sorte e successo.
Il lapislazzulo/i come talismano si adatta alle persone eccessivamente attive e irascibili poiché le centra e le calma nel profondo dell'anima.
Esso è particolarmente importante per ottenere rispetto, tenere lontana l'energia negativa e aiutare a ricordare di essere umili nei propri rapporti con gli altri.
Gli antichi medici consideravano questa gemma di grande valore per i disturbi agli occhi; una vecchia prescrizione consigliava di mettere un esemplare in una ciotola d'acqua, calda ma non bollente, per alcuni minuti, e poi di bagnare l'occhio colpito l'acqua che doveva essere la più pura possibile.
La pietra era apprezzata anche se posta, appena tiepida, su rigonfiamenti o sedi di dolore.
Era anche considerata una cura per la febbre, la malinconia, i disturbi del sangue, le affezioni nevralgiche e l'azione spasmodica.
Indossato poteva proteggere dalle ferite, soprattutto alle caviglie, per attirare amici, ottenere favori e realizzare speranze.
Per gli alchimisti questa era la pietra del venerdì, insieme a turchese e ad altre gemme ed era usata in lavori speciali di natura esoterica.
Da essi veniva indicata come la Pietra del Cielo in cui sono custodite le stelle.
Turchese: Nel suo aspetto magico, viene utilizzata come propiziatrice di vittoria.
Come amuleto si dice che protegga dai veleni e promuova la pace in famiglia.
Nel Medioevo si credeva che la turchese placasse l'odio, alleviasse e prevenisse il mal di testa e cambiasse colore quando il suo proprietario era in pericolo o malato.
Il cambiamento di colore non deve essere permanente e la pietra recuperava la sua vera tonalità quando la malattia o il pericolo erano passati.
Come talismano protegge da energie negative, sostanze inquinanti, lesioni personali e incidenti.
Per gli alchimisti questa era la gemma del venerdì, insieme al lapislazzulo/i e ad altre gemme.
Era considerata una pietra matura (con un lungo processo di formazione nella terra), che si pensava venisse estratta nelle miniere d'oro.
Si diceva anche che purificasse la mente dalla malinconia.
Articolo di: Dario Marchiori - Storie di Gemme