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Gemme e tradizione

La Cabala o Cabbala/Kabbalah/Qabbālā/Qabbalah (in ebraico: קַבָּלָה, letteralmente 'ricezione, tradizione') è una tradizione ebraica esoterica che esplora la natura di Dio e del rapporto tra Dio e l'universo. 

Va fatto notare che in in ebraico non si scrivono le vocali. L'alfabeto ebraico è composto da 22 consonanti, che vengono usate per rappresentare anche le vocali. 

Un tradizionale Cabalista è chiamato Mekubbal (מְקוּבָּל, Məqūbbāl, 'ricevente'). 

La definizione esatta di questo termine è soggetta a variazioni in base alle tradizioni e agli obiettivi di coloro che la praticano, spaziando dall'ebraismo medievale ai suoi successivi adattamenti nell'esoterismo occidentale, come la Cabala cristiana e quella ermetica. 

Quella ebraica si configura come un corpus di insegnamenti esoterici finalizzati a esplorare la connessione tra l'eterno e immortale Dio, noto come il misterioso Ein Sof (אֵין סוֹף, "L'Infinito"), e l'universo mortale e limitato, considerato come la creazione divina. 

Tale corpus costituisce il fondamento delle interpretazioni mistiche all'interno della religione ebraica. 

Questa forma di mistica affonda le sue radici in antiche tradizioni ebraiche che risalgono a secoli prima dell'era comune. 

Essa consiste in un sistema di conoscenza segreta e interpretazione degli insegnamenti sacri che si è stato trasformato nel corso dei secoli, influenzando profondamente la spiritualità dei proprio ossequianti. 

Originariamente basata su insegnamenti trasmessi oralmente, essa è un continuo riflettere ed una disciplina complessa che indaga la natura di Dio, l'universo e l'anima umana. 

Uno dei suoi aspetti affascinanti è la sua connessione con le gemme, che vengono considerate veicoli di potere e significato intrinseco. 

In questo articolo, verranno esplorate le sue origini, il suo sviluppo nel corso della storia e il ruolo unico che le pietre preziose hanno all'interno di questa arcana dottrina. 

Le origini delle pritche legate alla Cabala sono incerte, ma si ritiene che si siano sviluppate nell'antica Palestina, tra il II e il IV secolo d.C. o forse anche prima. 

I primi testi cabalistici, come il Sefer Yetzirah e il Sefer ha-Bahir, si concentrano sull'interpretazione mistica della Torah, il testo sacro ebraico.

La Cabala nella propria interpretazione e visione storica

I praticanti tradizionali credono che le sue origini più antiche risalgano a prima delle religioni mondiali, costituendo la filosofia primordiale per le credenze, le scienze, le arti e i sistemi politici della Creazione. 

La disciplina si attribuisce quasi 6000 anni di esistenza, indicando i punti significativi della proria evoluzione partendo da un periodo di 2000 anni (dal 3760 a.C. al 1760 a.C.) di desolazione che inizia con le dieci generazioni da Adamo a Noè, culminate nel Diluvio e nell'alleanza di Dio con quest’ultimo. 

Successivamente, altre dieci generazioni da Noè ad Abramo, che conducono alla caduta Torre della di Babele e alla dispersione delle nazioni. 

Nel 1812 a.C. (anno 1948 nel loro calendario tradizionale), con la nascita di Abramo, inizia un nuovo capitolo. 

Nonostante l'ampia diffusione dell'idolatria, i profeti Shem ed Eiver mantengono la tradizione monoteistica.

Da qui inizia il periodo di 2000 anni (dal 1760 a.C. al 240 d.C.) della Torah, con Abramo che, all'età di 52 anni, riconosce l'Unico Dio. 

Si sviluppano le prime forme di profezia, e nel 1312 a.C. avviene l'Esodo dall'Egitto e la consegna della Torah al Sinai. 

Seguono la costruzione del Primo Tempio, la sua distruzione e la costruzione del Secondo Tempio nel 352 a.C. 

Va ricordato che nonostanti le estese ricerche archeologiche, non è stato trovato nessun reporto o documento che indicasse l’esistenza di un grande regno, il regno d’Israele e della costruzione di un importante centro di adorazione. 

Il nome Israele appare per la prima volta in fonti non bibliche c. 1209-1205 a.C., in un'iscrizione del faraone egiziano Merneptah (non tutti gli studiosi sono concordi nella sua interpretazione, ma va anche tenuto conto dell’importanza politico-storia di questo dibattito). 

L'iscrizione è molto breve e dice semplicemente: "Israele è devastato e il suo seme non c'è". 

L'iscrizione si riferisce a un popolo, non a un individuo o a uno stato nazionale. 

Lo stesso termine compare per la prima volta nella Bibbia 32: ebraica in Genesi 29, quando viene dato a Giacobbe dall'angelo con cui ha lottato perché ha "lottato con Dio e con gli uomini ed è prevalso". 

L'etimologia popolare fornita nel testo fa derivare Israele da yisra, "prevalere su" o "lottare con", e El (dio). 

Tuttavia, la moderna erudizione interpreta El come il soggetto, "El comanda/lotta", da sarar (שָׂרַר) 'comandare' (parente di sar (שַׂר) 'comandante', akkadiano šarru 'comandante, re'), che è probabilmente collegato alla radice simile sara (שׂרה) "lottò, contendeva". 

Lasciando da parte la diatriba sull’esistenza o meno di un popolo antico ed unificato risalente a oltre 3000 anni dal presente, la tradizione cabalistica indica un nuovo periodo che parte dall'anno 240 d.C. 

Da questa data seguono 2000 anni introdotti dai giorni del Messia Quest’epoca viene caratterizzata dalla dispersione degli Ebrei in tutto il mondo. 

Durante l'esilio si preparano la rivelazione della Cabala, e il repentino raduno degli esuli nella Terra di Israele.

L'anno 240 d.C. è significativo proprio per l'emergere degli insegnamenti Cabalistici di Rabbi Shimon bar Yochai, raccolti nello Zohar e mantenuti segreti per molti anni. 

Circa un millennio dopo, nel 1270 d.C., i manoscritti dello Zohar iniziano a circolare grazie a Rabbi Moshe de Leon. 

Il periodo vede la pratica e l'insegnamento della Cabala profetica da parte di figure come Rabbi Abraham Abulafia e la sua diffusione tra circoli accademici più ampi.

Verso il 1560 d.C., i massimi rappresentanti di questa tradizione si riuniscono a Safed, guidati da Rabbi Moshe Kordovero, con il proposito di sistemare gli insegnamenti cabalistici. 

Attraverso questa revisione, essi raggiungono un nuovo livello con Rabbi Isaac Luria (ARI) e quindi a Rabbi Hayyim Vital. 

Isaac Luria (XVI secolo) viene considerato da molti il padre della Kabbalah contemporanea;

Nel corso del periodo successivo, tra il 1572 e il 1750 d.C., la conoscenza si diffonde grazie a studiosi eccezionali come Rabbi Judah il Maharal di Praga, Rabbi Isaiah Horowitz e altri, con l'insegnamento che si estende da Israele agli studiosi in tutto il mondo. 

Nel 1746 d.C., il Baal Shem ascende al palazzo del Messia, preannunciando il momento in cui le idee e le pratiche cabalistiche diventano accessibili a tutti attraverso gli insegnamenti del Chassidus. 

"Chassidus" è un termine che si riferisce al movimento chassidico o Chassidut, una corrente mistica ed etica all'interno dell'ebraismo. 

Il termine deriva dalla parola "Chassid" che significa "devoto" o "pio". 

Il movimento chassidico emerse nel XVIII secolo in Europa orientale sotto la guida del fondatore, Rabbi Israel Baal Shem Tov (1698-1760). 

Il Chassidut promuove un approccio più emozionale, mistico e inclusivo all'ebraismo. 

Sottolinea una connessione personale e affettiva con Dio, incoraggiando il fervore nella preghiera, la gioia spirituale e una consapevolezza costante della presenza divina nella vita quotidiana. 

I chassidim seguono i dettami dei loro maestri spirituali, noti come "rebbe" o "tzaddikim". 

Il chassidismo oggi indica il movimento di fedeli di religione ebraica piu’ tradizionale e stretto nella protezione delle proprie tradizioni.

La versione storica corrente

La Cabala ha avuto una profonda influenza sullo sviluppo del pensiero, non solo ebraico, ma anche cristiano e ha contribuito alla nascita di altre tradizioni esoteriche, come l'ermetismo e l'alchimia. 

Ecco una panoramica sulla storia, la cronologia e il valore religioso di quessta dottrina:

Origini Antiche: Le radici della Cabala possono essere rintracciate in alcuni elementi dell'ebraismo rabbinico antico i cui esordi veri e propri sono ancora oscuri. 

Tuttavia, la forma sistematica di pensiero da essa propagato emerse verosimilmente nel XII secolo in Provenza, Francia, e nel XIII secolo in Spagna con figure come Rabbi Isaac Luria (1534-1572), noto come l'Ari (acronimo di "Il Santo") e di Moses Cordovero (1522-1570). 

Questi pensatori elaborarono una visione più complessa dell'universo, che includeva concetti come i dieci Sefirot (vedi sotto), le emanazioni divine, e il Tikkun Olam, la redenzione dell'universo.

La figura principale di questa fase anticha è quella di Shimon bar Yochai (nato intorno all’anno 100), noto anche come Shimon ben Yochai e acronimato come Rashbi. 

Fu un rinomato saggio tannaitico del II secolo nella Giudea antica e viene cosiderato tra i discepoli più illustri del rabbino Akiva, un altro pensatore di rilievo dell’epoca. 

A lui viene attribuita la l’idea originale dello Zohar, un'opera fondamentale poi sviluppata nel Duecento. 

Sono inoltre ritenuti suoi importanti scritti legali come Sifre e Mekhilta. 

La leggenda moderna lo collega al figlio Eleazar ben Simeon, entrambi riconosciuti come noti cabalisti. 

Secondo la tradizione, sono sepolti insieme a Meron, Israele, meta di pellegrinaggi durante tutto l'anno.

Età Basso-Medievale: Alla fine del Tre-Quattrocento, il movimento cabalistico iniziò a crescere e si diffuse in varie comunità ebraiche in Europa, Nord Africa e Medio Oriente. 

La versione spagnola, influenzata dal filosofoso Moses ben Maimon[a (1138–1204, conosciuto anche come Rambam) e altre figure, divenne particolarmente importante. 

Questo periodo produsse opere classiche come lo "Zohar," uno dei testi chiave del movimento cabalistico. 

Lo Zohar, che significa "Splendore" in ebraico, rappresenta una pietra miliare nella letteratura di questo movimento di pensiero. 

Si tratta di un insieme di libri che forniscono commentari mistici sulla Torah e interpretazioni delle Sacre Scritture, affrontando temi quali la natura di Dio, l'origine dell'universo, la psicologia mistica e la redenzione. 

Contrariamente alla sua attribuzione tradizionale a Simeone ben Yochai del II secolo, lo Zohar fu pubblicizzato per la prima volta da Moshé ben Shem Tob de León (1240 – 1305), nel XIII secolo. 

Molti studiosi moderni, tuttavia, respingono l'idea che sia un lavoro di un solo autore. 

De León, infatti, era noto anche come falsario. 

Alcuni ritengono che quindi sia opera di vari autori medievali e che contenga, in parte, materiale autentico. 

Successive aggiunte, come Tiqqune hazZohar e Ra'ya Meheimna, furono forse create da un imitatore nel XIV secolo. 

Conformemente allo Zohar, lo studio della Torah si articola su quattro livelli di interpretazione noti come "pardes," acronimo delle iniziali delle parole corrispondenti in ebraico (PRDS, פַּרדֵס, giardino). 

Il primo livello è il Peshat (פשט), o "semplice," che riguarda le interpretazioni dirette e immediate del significato. 

Il secondo, Remez (רֶמֶז), o "indizio/i," si occupa di significati allegorici e allusivi. 

Il terzo, Derash (דְרָשׁ), derivante dall'ebraico "darash," che significa "inquisire" o "cercare," coinvolge significati midrashici (rabbinici), spesso attraverso comparazioni immaginative con parole o versetti simili. 

Infine, il quarto livello, Sod (סוֹד), o "segreto" o "mistero," riguarda i significati interni ed esoterici, espressi nel contesto della kabbalah.

L’espulsione degli ebrei dalla Penisola Iberica del Quattrocento: Nel 1492, Ferdinando e Isabella di Spagna espulsero, col Decreto di Alhambra, tutti gli ebrei dalle loro terre. 

Il decreto consentì ai seguagi della Torah di rimanere in Spagna solo se si convertivano al cattolicesimo. 

L'espulsione portò ad una emigrazione di massa verso altre lande europee. 

Molti giunsero nella penisola italica, nei territori translapini con una grossa fetta di fuggitivi che trovarono rifugio nelle lande controllate dall’Impero Ottomano. 

Un risultato di questo spostamento di persone, conoscenze e costumi fu la comparsa di nuovi cognomi ebraici in altre regni del continente europeo quattro-cinquecentesco. 

I cognomi Faraggi, Farag e Farachi, ad esempio, hanno origine dalla città spagnola di Fraga. 

Il termine Sefardita venne coniato per descrivere questa massa di migranti di religione ebraica. Tra di essi, c'erano anche gruppi esoterici. 

Alcuni di questi si insediarono e si stabilirono in Provenza, dove erano attivi, a quel tempo, i circoli nati dalle scuole di pensatori mistici quali Isacco il Cieco (Yitzhak Saggi Nehor, רַבִּי יִצְחַק סַגִּי נְהוֹר ‎ 1160 circa – 1235 circa). 

Questi circoli ospitavano membri sia maschili che femminili e non erano esclusivamente riservati a coloro che erano di religione ebraica. 

Proprio in quest’area e in questo frangente temporale, appare, forse per la prima volta, la parola Kabbalah. 

L’etimologia ufficiale ne dà il significato di "'ricezione, tradizione'" e fa risalire il termine agli anni '20 del Cinquecento. 

Kabbalah, in italiano resa con Cabala (raramente Cabbala), deriverebbe, secondo definizione corrente, dal latino tardo-medievale cabala/cabbala, a sua volta dall'ebraico mishnaico qabbalah "ricezione, conoscenza ricevuta, tradizione". 

Questo sostantivo si riferisce in particolare alla "tradizione dell'interpretazione mistica dell'Antico Testamento", e potrebbe trovare la sua radice in qibbel "ricevere, ammettere, accettare." 

Alcuni studiosi la collegano alla parola araba qabala "che ha ricevuto, accettato". 

Da qui, il temino ha assunto la connotazione di "qualsiasi scienza segreta o esoterica". 

Tuttavia esistono versioni alternative riguardanti la nascita di questa parola. 

Una degna di nota è quella che la vede risalire a “cavalla”, in riferimento alla rapidità con la quale erano dovuti scappare dalla Penisola Iberica. 

La cavalla era più leggera, più obbediente e più veloce nello spostarsi dei puledri maschi. 

In lingua provenzale del ‘500, "cavalla e cavallo" si traducevano con cavalh. 

Questa parola è rimasta sostanzialmente invariata nel corso dei secoli e viene utilizzata ancora oggi in provenzale moderno.

Evoluzione in Israele e Safed: Nel XVI secolo, la città di Safed, nell’odierno Israele, divenne un importante centro per lo studio e la pratica di questo manuale religioso. 

Qui, Isaac ben Solomon Luria Ashkenazi (menzionato precedenteente), sviluppò la sua teologia, che ebbe un impatto duraturo sulla tradizione. 

La sua visione su Dio, la creazione e il processo di Tikkun (riparazione) divennero, col passare dei secoli, fondamentali tra alcuni gruppi cabalistici.

Espansione in Polonia e nell’Europa Orientale: Il pensiero cabalistico si diffuse in diverse parti del mondo, incluso l'Europa orientale, con centri importanti in Polonia. 

Le comunità di seguaci della Torah in queste regioni abbracciarono i suoi insegnamenti, che ebbero un forte impatto su tutta la cultura ebraica dell'epoca. 

Gli aschenaziti, (da Ashkenaz, nome, in ebraico medievale, della regione franco-tedesca del Reno), gruppo etnoreligioso ebraico originario dell'Europa centrale e orientale e tradizionalmente di lingua e cultura yiddish, costituirono un elemento significativo di questa diffusione. 

Discendenti dalle comunità ebraiche insediate nel Medioevo nella valle del Reno e successivamente spostatesi verso est, gli aschenaziti rappresentano oggi il gruppo etnico maggioritario tra gli ebrei (crca il 75%). 

La loro migrazione verso gli Stati Uniti d'America a partire dalla seconda metà del XIX secolo portò a una significativa dispersione di questa comunità, mentre molte delle rimaste in Europa furono sterminate durante l'Olocausto. 

L'origine degli aschenaziti orientali, parlanti l’yiddish orientale, risale al 1349, quando il re di Polonia Casimiro III accolse i profughi ebrei cacciati dai pogrom in Renania. 

Questo evento diede origine a una vasta comunità ebraica geneticamente omogenea, che si sviluppò in piccoli villaggi rurali nei territori dell'ex Unione di Regno di Polonia e Granducato di Lituania nel XIV secolo. 

Con l'annessione di questi territori all'Impero russo nei secoli successivi, gli ebrei furono confinati in shtetl, piccole cittadine e villaggi nella cosiddetta "zona di residenza." 

Una parte di questa comunità ashkenazita, proveniente dall'Europa nord-orientale, si stabilì anche in Italia nel Ghetto di Venezia. 

Anche in quest’area geografica la tradizione cabalistica si era sviluppata secondo delle linee di pensiero locali. 

Già verso la fine del X secolo, erano emersero due scuole di pensiero parallele nel contesto del misticismo ebraico, uno era, appunto la kabbalah e l’altro, quello degli Hasidei Ashkenaz. 

La kabbalah, con radici principalmente nel nord della Spagna e nella Provenza, e gli Hasidei Ashkenaz, basati in gran parte sulla famiglia Kalonymus in Germania, contribuirono significativamente allo sviluppo della mistica ebraica. 

Gli Hasidei Ashkenaz, in particolare, si distinsero per la loro visione oscura del comportamento umano, influenzata dalle tragiche persecuzioni durante le Crociate.

Questo gruppo, focalizzato principalmente sulla raccolta e collazione della letteratura mistica preesistente, svolse un ruolo cruciale nel preservare molti testi (chiamati Heikhalot e Merkavah) che altrimenti sarebbero stati persi. 

La loro prospettiva unica su peccato e punizione si riflette nelle opere di Judah He-Hasid (1660-1700), che sosteneva che ogni individuo doveva essere punito non solo per i propri errori, ma anche per i peccati causati da influenze ultraterrene.

Gli Hasidei Ashkenaz erano affascinati dalla demonologia, dalla stregoneria e dall'astrologia, vedendo questi fenomeni come parte dell'ordine naturale guidato da Dio. 

Inoltre, la loro interpretazione della mistica ebraica rifletteva un intenso interesse per il soprannaturale, ma senza concezioni di Satana come fonte ultima del male.

Era Moderna: Nel corso dei secoli successivi, la Cabala rimase una parte importante del pensiero ebraico. 

Tuttavia, con l'Illuminismo (da fine Seicento a fine Settecento) e l'emancipazione di alcuni gruppi religiosi nel XIX secolo, ci fu una divisione tra la Cabala tradizionale e l'ebraismo riformato, che respinse molti degli elementi mistici. 

Oggi, I dettami di quest’opera vengono seguiti da vari gruppi ebraici e non, ma le interpretazioni e l'importanza variano ampiamente.

I significati superiori

Valore Religioso: La Cabala aveva un valore religioso significativo nella tradizione ebraica ed era vista come una via per cercare una connessione più profonda con Dio e comprendere il mistero della creazione. 

Alcuni dei principali elementi del valore religioso della Cabala includevano:

Ricerca della Conoscenza Divina: Uno dei propositi profondi della Cabala si concentra sulla ricerca della conoscenza e dell'esperienza diretta di Dio. 

I praticanti cercavano di superare i limiti della comprensione razionale per accedere a una comprensione più profonda della divinità.

Tikkun Olam: Un concetto chiave nella Cabala era e continua ad essere il "Tikkun Olam," che si traduce in "la riparazione del mondo." 

Questo concetto implica che il compito dell'umanità sia quello di contribuire a rimettere in ordine e perfezionare il panorama di azioni ed interventi umani attraverso azioni giuste e spirituali.

Meditazione e Contemplazione: La Cabala incoraggia pratiche di meditazione, visualizzazione e contemplazione come mezzi per connettersi con Dio e comprendere i misteri spirituali.

Sviluppo Personale: La Cabala promuove lo sviluppo spirituale e la crescita personale. 

I praticanti cercano di purificare le proprie anime e sviluppare una maggiore consapevolezza di Dio.

Esplorazione dei Livelli dell'Anima: La Cabala afferma che ognuno di noi possirede un'anima composta di diversi livelli. 

Comprendere e connettersi con questi livelli era fondamentale per il lavoro spirituale.

La Cabala fu (e forse e’ tutt’ora) una parte profonda e significativa della tradizione ebraica, e sebbene fosse stata oggetto di dibattito e controversia nel corso dei secoli, continuò a influenzare la spiritualità e la filosofia ebraica. 

La sua profonda ricerca della conoscenza divina e della connessione con il divino rimane un aspetto distintivo della tradizione ebraica.

I dieci Sefirot: l'Albero della Vita

Le Sefirot/Sefirah/Sephiroth (in ebraico סְפִירוֹת‎ o סְפִירָה‎) sono un corpus di dieci attributi o emanazioni attraverso cui si manifesta la divinità nella Cabala ebraica. 

Esso viene anche chiamato Albero della Vita. 

La parola Sefirot (singolare e plurale, neutro, in quanto indica un concetto astratto, in italiano indicata come un nome femminile) sarebbe connessa, secondo le vigenti interpretazioni, con Sefer (libro), Sefar (computo) e Sipur (storia), che derivano dalla stessa radice SFR (ספר). 

Il significato basilare viene reso come emanazioni. 

Esse rappresentano i canali attraverso i quali la luce divina discende per creare e sostenere l'universo. 

Le dieci Sefirot viene spesso organizzate in tre colonne, ciascuna contenente tre, con una decima centrale che le connette. Ecco una breve descrizione:

  1. Keter (כֶּתֶר - Corona): È la Sefirot più elevata e rappresenta la corona. È associata all'unità divina, alla volontà di Dio e all'origine di tutte le cose.
  2. Chokhmah (חכמה - Saggezza): È la seconda ed è associata alla saggezza divina, alla creatività e alla forza maschile.
  3. Binah (בינה - Comprensione): Segue la terza, quella della saggezza che rappresenta la comprensione divina, la discernimento e la forza femminile.
  4. Chesed (חֶסֶד - Amore/Grace): Questa rappresenta l'amore divino, la misericordia e la grazia.
  5. Gevurah (גבורה - Giudizio/Forza): È associata al giudizio divino, alla forza e alla severità.
  6. Tiferet (תפארת - Bellezza): Rappresenta l'armonia e l'equilibrio tra Chesed e Gevurah. È spesso associata alla bellezza divina. Questo termine da’ anche il nome alla colonna centrale della figura dei Siferot, il cosiddetto Albero della Vita.
  7. Netzach (נצח Eternità): Rappresenta la perseveranza, la vittoria e l'eternità.
  8. Hod (הוד - Gloria): Viene associata alla gloria divina, all'umiltà e alla rinuncia di sé.
  9. Yesod (יסוד - Fondamento): È considerata come un aspetto fondamentale di connessione: essa collega le Sefirot superiori con il mondo materiale. Rappresenta anche la fertilità e l'immaginazione.
  10. Malkhut (מלכות - Regno): È la decima e ultima; essa rappresenta il regno di Dio sulla terra. È associata al mondo fisico e alle azioni umane.

Insieme, le Sefirot formano il modello cabalistico della Creazione e dell'interconnessione tra il divino e il materiale.

Queste dieci sfere, le Sefirot, sono disposte in tre colonne:

  1. La colonna sinistra, chiamata Qlifot (קליפות, che significa "pellicole" o "gusci"), rappresenta gli aspetti negativi dell'esistenza.
  2. La colonna centrale, chiamata Tiferet (תפארת, che significa "splendore" o "bellezza".), rappresenta gli aspetti equilibrati dell'esistenza.
  3. La colonna destra, chiamata Seraphim (שְׂׂרָפִים, che significa "esseri ardenti" o "angeli del fuoco".), rappresenta gli aspetti positivi dell'esistenza.

L'Albero della Vita è un disegno ricco di simbolismi. I più importanti sono:

  • Le Sephiroth: le sfere rappresentano le diverse emanazioni di Dio, o aspetti della divinità.
  • I sentieri (le linee di collegamento): i sentieri rappresentano le forze che uniscono le diverse emanazioni di Dio. I sentieri sono in totale 22 e sono gli ebblemi delle forze che collegano le diverse dimensioni dell'esistenza.
  • Le colonne: le colonne rappresentano i diversi aspetti dell'esistenza, negativi, equilibrati o positivi.

L'Albero della Vita può essere visto anche come un percorso di crescita spirituale. La scalata su di esso illustra il viaggio dell'anima verso la divinità. 

Ogni Sefirot rappresenta un livello di coscienza o consapevolezza spirituale. Salendo l'Albero, l'anima si avvicina a Dio e alla comprensione della sua natura. 

In questo aspetto, questa disciplina ricorda molto quella dei chakra indù e, in maniera diversa, si avvicina ance alla filosofia ermetica.

Le pietre preziose nella Cabala

Le pietre preziose, che per millenni hanno affascinato l'umanità con la loro bellezza, hanno un significato importante anche nella tradizione ebraica. 

Esse creano un legame tra la bellezza estetica e la spiritualità, sottolineando come anche oggetti materiali possano avere significati più profondi. 

Mentre nel mondo moderno, spesso si tende a considerare le gemme solo per il loro prezzo, molte tradizioni antiche rammentano agli esseri umani che esse hanno un valore che trascende quello meramente economico. 

La bellezza e la spiritualità possono ancora risplendere insieme, anche nell'era contemporanea.

I documenti che collegano pratiche cabalistiche alle pietre preziose sono numerosi e risalgono a diverse epoche. 

Tra i più importanti si possono menzionare:

  • Il Sefer Yetzirah, un testo cabalistico del III secolo d.C., che associa le lettere dell'alfabeto ebraico ai pianeti, ai segni zodiacali e alle pietre preziose. Ad esempio, la lettera alef è associata al Sole, al Leone e al rubino; la lettera bet è associata alla Luna, al Cancro e alla perla; e così via.
  • Il Sefer ha-Zohar, anche questo trattato fa delle assimilazioni simili al testo precedente, dando tuttavia dettagli aggiuntivi. 

Le pietre associate alle Sefirot:

  • Keter, la Volontà divina, è associata al diamante, la pietra più preziosa e rara. Il diamante simboleggia l'inestimabile natura della Volontà divina.
  • Chokmah, la Saggezza divina, è associata allo zaffiro, la pietra di colore blu intenso. Lo zaffiro simboleggia la profondità e la vastità della Saggezza divina.
  • Binah, la Comprensione divina, è associata al rubino, la pietra di fuoco di colore rosso intenso. Il rubino simboleggia la potenza e la passione della Comprensione divina.
  • Hesed, la Grazia divina, è associata allo smeraldo, la pietra di colore verde intenso. Lo smeraldo simboleggia la compassione e la gentilezza della Grazia divina.
  • Gevurah, la Forza divina, è associata all'ametista, la pietra di colore viola intenso. L'ametista simboleggia la giustizia e la severità della Forza divina.
  • Tiferet, la Bellezza divina, è associata al quarzo, la pietra di molti colori diversi. Il quarzo simboleggia la diversità e la complessità della Bellezza divina.
  • Netzach, la Vittoria divina, è associata al topazio, la pietra di colore giallo intenso. Il topazio simboleggia la gioia e la felicità della Vittoria divina.
  • Hod, la Gloria divina, è associata allo zircone, la pietra di molti colori diversi. Lo zircone simboleggia la luminosità e la splendente della Gloria divina.
  • Yesod, il Fondamento divino, è associata all'agata, la pietra di molti colori diversi. L'agata simboleggia la solidità e la stabilità del Fondamento divino.

Oltre alle pietre preziose già menzionate, ci sono altre pietre che hanno significati secondo la tradizione cabalistica.

  • L'occhio di tigre è associata alla protezione, alla forza e alla fortuna.
  • L'opale è associata alla creatività, all'intuizione e alla sensibilità.
  • La perla è associata alla purezza, alla bellezza e alla fertilità.
  • Il quarzo rosa è associato all'amore, alla compassione e alla guarigione.
  • La turchese è associata alla protezione, alla guarigione e alla comunicazione.

Una doverosa considerazione riguardo alla natura delle pietre menzionate va fatta. 

Fino al Sette-Ottocento, risultava estremamente difficile distinguere alcune specie di gemme. 

Ad esempio, lo spinello rosso e il rubino erano spesso scambiati tra loro, così come avveniva con altre pietre preziose dalle somiglianze apparenti. 

Tuttavia, le caratteristiche "superiori" delle pietre preziose erano strettamente legate all'idea tradizionale, ma anche alle proprietà fisiche e ottiche intrinseche ad ognuna di esse. 

Pur potendo verificarsi confusione nella selezione pratica delle pietre nella vita quotidiana, l'essenza dietro tale scelta non subiva influenze negative.

Anche il Sefer ha-Bahir, un testo cabalistico del XII secolo d.C., che associa le pietre preziose ai Sefirot, i dieci emanazioni divine seguendo la tradizione degli scritti precendenti.

Ecco alcuni concetti specifici dei poteri delle pietre preziose generalmente accettati tra pratiche cabalistiche:

Le pietre preziose possono essere utilizzate per incanalare l'energia divina. 

In particolare, un cabalista può indossare un rubino per potenziare la sua forza e la sua passione, o una perla per aumentare la sua purezza e la sua saggezza.

Le pietre preziose possono essere utilizzate per protezione. 

Un cabalista può, per dare un’idea, indossare un diamante per proteggersi dai pericoli, o una pietra lunare per proteggersi dalle maledizioni.

Le pietre preziose possono essere utilizzate per la guarigione. 

Ad esempio, un cabalista può usare un'ametista per curare il mal di testa, o un zaffiro per curare la tosse.

La pratica di associare le pietre preziose alle pratiche cabalistiche è ancora oggi diffusa in molte tradizioni esoteriche.

Le Gemme nella Bibbia e nel Pentateuco/Torah

Tutte le interpretazioni cabalistiche hanno una origine definita, e cioe i testi sacri, che per la tradizione ebraica consistono nella Torah. 

La Torah è il primo libro della Bibbia cristiana, ma è anche un testo a sé stante. È composta da cinque libri, noti anche come Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. 

Questi libri raccontano la creazione del mondo, la storia di Abramo, Isacco, Giacobbe e Mosè, e la liberazione degli israeliti dall'Egitto. 

Nella Torah, le gemme sono spesso usate per rappresentare la bellezza, la ricchezza e la perfezione di Dio. 

Per esempio, il Libro dell'Esodo descrive il pettorale dell'efod, indossato dal sommo sacerdote. 

Questo pettorale era splendidamente decorato con dodici pietre preziose, ciascuna delle quali simboleggiava una delle tribù di Israele. 

Tali connessioni sono state successivamente ampliate all'interno della Cabala. 

In generale, secondo questa tradizione e come precedentemente evidenziato, le gemme sono connesse alle Sefirot, le dieci emanazioni divine. 

Ogni Sefirot è associata a un attributo specifico. 

Gli accostamenti delle pietre preziose a determinate tribù e, di conseguenza, a caratteristiche umane specifiche, sono descritti nel seguente passaggio chiave:

Esodo 28

“Fai venire tuo fratello Aronne con i suoi figli Nadab e Abihu, Eleazaro e Itamar, in mezzo agli Israeliti, perché mi prestino servizio come sacerdoti. 

Fai per tuo fratello Aronne vesti sacre per la sua dignità e onore. 

Parla a tutti gli artigiani abili, a cui ho dato saggezza in queste cose, e fai loro fare le vesti per Aronne, per consacrarlo in modo che possa prestare servizio come sacerdote. 

Queste sono le vesti che faranno: pettorale, Efod, mantello, tunica tessuta, turbante e cintura. 

Faranno queste vesti sacre per tuo fratello Aronne e per i suoi figli, in modo che possano servirmi come sacerdoti. 

Devono usare oro e filato blu, porpora e scarlatto, e lino finissimo.

Prendi due pietre d'onice e incidi su di esse i nomi dei figli d'Israele, nell'ordine della loro nascita sei nomi su una pietra e i restanti sei sull'altra.

Incidi i nomi dei figli d'Israele sulle due pietre come incide un intagliatore di gemme un sigillo. 

Poi monta le pietre in impostazioni d'oro traforato e fissale sui pezzi di spallaccio dell'efod come pietre memoriali per i figli d'Israele. 

Aronne deve portare i nomi sulle spalle come memoriale davanti al Signore. 

Fai impostazioni d'oro traforato e due catene intrecciate d'oro puro, come una corda, e attacca le catene alle impostazioni.”

Il Pettorale del Giudizio “Fai un pettorale per prendere decisioni—opera di mani abili. 

Fallo come l'efod: d'oro e di filato blu, porpora e scarlatto, e di lino finissimo. 

Deve essere quadrato—lungo uno spanno[a] e largo uno spanno—e piegato a metà. 

Poi montaci quattro file di pietre preziose.

  • La prima fila sarà di carbunculo/cornalina, crisolito/peridoto e berillo (o anche sardius (rubino/granato), topazio e smeraldo) 
  • la seconda fila sarà di turchese, lapislazzulo e smeraldo (o diamante/perla, zaffiro e ametista); 
  • la terza fila sarà di giacinto/zircone, agata e ametista (o anche zircone, agata e cristallo/quarzo); 
  • la quarta fila sarà di topazio, onice e diaspro (o acquamarina, lapislazzuli e diaspro). 

Montale in impostazioni d'oro traforato. 

Devono esserci dodici pietre, una per ciascun nome dei figli d'Israele, ognuna incisa come un sigillo con il nome di una delle dodici tribù.

In questo passaggio, si fa riferimento alla delicata incisione dei nomi delle tribù d'Israele sulle pietre preziose. 

L'esatta natura di tali minerali non è conosciuta, e esistono diverse interpretazioni per la maggior parte delle gemme. 

Il testo spiega che i nomi di sei tribù dovevano essere accuratamente incisi su una pietra, mentre i nomi delle rimanenti sei tribù dovevano essere apposti sull'altra pietra, seguendo l'ordine delle loro nascite. 

Questo legame tra le gemme e le tribù sottolinea la loro significativa importanza nella tradizione ebraica. 

Inoltre, viene sottolineato che le pietre preziose non potevano essere incise nel modo tradizionale; piuttosto, dovevano essere "iscritte" in modo particolare. 

Lo shamir, un arnese a punta descritto come uno strumento simile a un misterioso vermetto, un diamante o persino un LASER in interpretazioni diverse, era responsabile di queste intricate operazioni grafiche. 

Tale strumento era prescritto per la sua capacità unica di eseguire il lavoro senza danneggiare le gemme. 

Questa spiegazione enfatizza l'importanza di preservare l'integrità delle pietre preziose, sottolineando il rispetto e la cura dedicati a questo processo.

Tra i dettagli relativi all'efod, viene sottolineato che le pietre shoham, con i nomi delle tribù erano parte integrante dell'indumento sacro dell'Alto Sacerdote. 

Una successiva citazione-interpretazione dal Talmud, 'Le pietre preziose sono la poesia della terra incisa nelle profondità dell'eternità,' riflette il profondo significato associato alle gemme preziose nella tradizione ebraica. 

Alcuni altri passi delle Sacre scritture in cui appaiono menzioni alle pietre preziose (sempre ricordando che la traduzione potrebbe non corrispondere alle gemme originali) sono:

  • Apocalisse 21:19 "Le fondamenta dei muri della città erano adornate con ogni tipo di pietra preziosa: la prima fondazione era di diaspro, la seconda di zaffiro, la terza di calcedonio, la quarta di smeraldo,"
  • Esodo 39:10 "E montarono su di esso quattro file di pietre preziose: la prima fila aveva un rubino, un topazio e uno smeraldo;…."
  • Ezechiele 28:13 "Tu eri in Eden, il giardino di Dio. Ogni tipo di pietra preziosa ti adornava: rubino, topazio e diamante, berillo, onice e diaspro, zaffiro, turchese e smeraldo. I tuoi montaggi e le tue impostazioni erano realizzati in oro, preparati nel giorno della tua creazione."
  • Esodo 28:9,11 "E prenderai due pietre d'onice e le inciderai con i nomi dei figli d'Israele:…"
  • Ezechiele 28:13 "Tu sei stato in Eden, il giardino di Dio; ogni pietra preziosa era il tuo rivestimento: la sardonice, il topazio e il diamante, il berillo, l'onice e il diaspro, lo zaffiro, lo smeraldo e il carbonchio, e l'oro era la lavorazione dei tuoi tamburelli e dei tuoi flauti preparati in te nel giorno che fosti creato."
  • Apocalisse 21:19-21 "E le fondamenta del muro della città erano adornate con ogni genere di pietre preziose. La prima fondazione era di diaspro; la seconda, di zaffiro; la terza, di calcedonia; la quarta, di smeraldo;…" una sardonice o rubino.
  • Giobbe 28:18 "Non si farà menzione di corallo o di perle, poiché il prezzo della saggezza è al di sopra di esse, al di sopra di quello dei rubini."
  • Proverbi 3:15 "È più preziosa della sardonice; e tutte le cose che si possono desiderare non sono paragonabili a lei."
  • Giobbe 28:19 "Il topazio d'Etiopia non sarà paragonato ad essa, né sarà valutato con oro puro."
  • Isaia 54:11,12 "O tu afflitta, tempestata e non consolata, ecco, io porrò le tue pietre con bei colori e porrò le tue fondamenta con zaffiri…"

Le versioni interpretative dei vari pensatori

Uno dei pensatori principlai, per quel che riguarda il valore delle gemme nell’interpretazione cabalistica delle Sacre Scritture fu Rabbeinu Bahya ben Asher ibn Halawa. 

Noto semplicemente come Rabbeinu Bahya, il commentatore ebreo e studioso biblico spagnolo del XIII secolo. 

Nacque nel 1255 a Saragozza, in Spagna, e morì nel 1340, diventando così uno dei principali esegeti ebrei medievali. 

Rabbeinu Bahya è famoso per i suoi commentari sulla Torah e su altre opere bibliche. 

Il suo lavoro più noto fu il "Kad ha-Kemach" (כד הקמח), una raccolta di omelie, discorsi etici e spiegazioni bibliche. 

Il suo commentario sulla Torah, conosciuto come "Kad ha-Kemach al ha-Torah" (כד הקמח על התורה), è particolarmente rispettato per la sua combinazione di approccio razionale e cabalistico. 

Le sue opere riflettono una profonda conoscenza della tradizione ebraica, la sua abilità nell'esegesi biblica e il suo interesse per la mistica e la filosofia ebraica. 

La sua eredità intellettuale ha influenzato generazioni di studiosi ebrei successivi.

Rabbeinu Bahya spiegò che il pettorale, con le sue pietre, svolse una funzione di consulenza divina. 

Quando il Sommo Sacerdote lo indossava, le pietre rappresentavano le tribù d'Israele davanti al Signore. 

Inoltre, il pettorale era legato all'efod da anelli d'oro e fili blu, simboleggiando l'unità e la coesione dell'intero abbigliamento sacro.

Tra le varie interpretazioni che Rabbeinu Bahya riprese alcuni concetti proposti da Aristotele. 

Il filosofo greco aveva teorizzato che le pietre preziose richiedevano purezza per mantenere le loro proprietà. 

Se indossate da persone impure, il loro potere si annullava o diminuiva notevolmente. 

Il pensatore di Estagira riteneva che fosse necessario un processo di purificazione per riportare le pietre al loro potere originario. 

Questo era collegato alle influenze spirituali superiori, con le pietre che assorbono il potere da fonti celestiali, mantenendo la purezza e allontanandosi dall'impurità. 

Queste convinzioni vennero ricalcate, in qulche maniera anche da Rabbeinu Bahya.

Egli offrì anche una prospettiva cabalistica, associando ciascuna tribù di Israele a una pietra preziosa e sottolineò l'importanza di ciascuna pietra nel contesto di attributi specifici delle tribù. 

Il pensatore ispanico aggiunse opinioni anche sul significato dei gioielli su cui erano montate. 

Nel versetto "משובצים זהב יהיו במלואותם" ("incastonati in oro saranno nelle loro montature"), sottolineò l'importanza di mantenere integre le pietre preziose, incastonandole in montature d'oro. 

Questo venne interpretato come un richiamo alla superiorità della Torah rispetto alle ricchezze materiali. 

Mentre il denaro e l'oro erano desiderati dagli esseri umani, la Torah veniva considerata più preziosa di qualsiasi oggetto, indipendentemente dal suo prezzo.

Le lettere della Torah, incise sopra le pietre preziose, rappresentavano il mezzo attraverso il quale Dio aveva creato l'universo. 

Questo messaggio spirituale rivelava che tale testo costituiva la base ultima e più elevata.

Rabbeinu Bahya è solo uno tra i molti studiosi ebrei che hanno contribuito all'interpretazione mistica della Torah. 

Alcune figure equivalenti nella tradizione cabalistica includono:

  • Il già menzionato Rabbi Moses de Leon (1250-1305): Noto per aver compilato il libro mistico del XIII secolo noto come lo Zohar, uno dei testi centrali della cabala.
  • Rabbi Chaim Vital (1543-1620): Discepolo di Rabbi Luria, Chaim Vital ha scritto ampiamente sulle idee di Luria. La sua opera principale è l'Eitz Chaim, un'opera centrale nella cabala.
  • Il già menzionato Rabbi Moshe Cordovero (1522-1570): Conosciuto anche come il Ramak, è stato un altro importante esponente della cabala del XVI secolo e un predecessore di Rabbi Chaim Vital.
  • Rabbi Yitzchak Isaac Safrin di Komarno (Chiddushei Harim, 1806-1876): Fondatore della dinastia di Gur Chassidic nel XIX secolo, è noto per i suoi insegnamenti cabalistici.
  • Rabbi Avraham Azulai (1570-1643): Studioso del XVII secolo noto per le sue opere cabalistiche, tra cui il Chesed le-Avraham.
  • Rabbi Yehuda Ashlag (1884-1954): Conosciuto come Baal HaSulam, è stato un importante studioso del XX secolo, autore del commentario sullo Zohar e di un commentario esaustivo sul Talmud chiamato "Perush Sulam."
  • Il già menzionato Isaac Luria (1534-1572): Conosciuto anche come l'Ari, è uno dei più influenti cabalisti del XVI secolo. È famoso per aver sviluppato una nuova forma di Cabala nota come Lurianic Kabbalah.
  • Nachmanide (1194-1270): Anche conosciuto come Ramban, è stato un famoso studioso e cabalista ebreo spagnolo.
  • Yitzhak Kaduri (1898-2006): Rabbino e cabalista contemporaneo, è stato considerato uno dei più grandi mistici ebrei del XX secolo.
  • Gershom Scholem (1897-1982): Anche se non un cabalista praticante, è stato uno degli studiosi più influenti nella ricerca accademica sulla Cabala.
  • Abraham Abulafia (1240-1291): Importante mistico e cabalista ebreo spagnolo, noto per il suo approccio alla meditazione e alla Cabala.

Va enfatizzato che la cabala è una disciplina vasta e complessa, e queste figure rappresentano solo una piccola selezione di coloro che hanno contribuito al suo sviluppo nel corso della storia ebraica.

12 tribù per 12 pietre

Nell'antica tradizione ebraica, l'associazione simbolica tra le dodici tribù d'Israele e altrettante gemme occupa un ruolo centrale, guadagnando profondità e significato nella Cabala. 

Le dodici pietre preziose, ciascuna rappresentante una tribù specifica, si intrecciano con la spiritualità e la mistica ebraica attraverso la connessione con le Sefirot, le dieci emanazioni divine. 

Queste gemme, inestimabili non solo per la loro bellezza, ma anche per il loro significato simbolico, diventano veicolo di interpretazioni cabalistiche che svelano profonde connessioni tra le tribù, le pietre preziose e il divino.

לֵוִי (Levi) – Levi - Tribù e Pietra Preziosa – Berekes/Bareqet בָּרֶקֶת - carbuncolo

La tribù di Levi, secondo alcune interpretazioni, è associata alla pietra preziosa conosciuta come אחלמה, comunemente nota come carbuncolo (probabilemnte il granato, per alcuni il rubino o lo smeraldo). 

Si ritiene che questa gemma trasmettesse la forza del cuore durante i periodi di guerra, agendo come un baluardo contro l'indebolimento delle forze. 

L'etimologia del nome אחלמה sembra essere connessa a מלחמה, che significa "guerra", sottolineando gli attributi necessari per affrontare le sfide belliche con successo. 

Tale connessione trova un possibile riscontro in Isaia 38,16, dove l'espressione "Mi hai ristabilito e mi hai rianimato" potrebbe riflettere la forza restaurata di Re Chiskiyah, evidenziata attraverso il cristallo.

Il granato, pertanto, assume un ruolo simbolico essenziale per la tribù di Levi, celebrata per la sua resilienza e il suo coinvolgimento in numerose battaglie di Israele. 

Al di là di questa associazione, alcuni testi e tradizioni potrebbero suggerire una connessione tra Levi e la pietra ברקת, una gemma simile al carbonchio. 

Quest'ultima potrebbe simboleggiare la luce spirituale portata dai Leviti attraverso l'insegnamento della Torah, evidenziando il ruolo spirituale e educativo distintivo di questa tribù.

Tuttavia, è importante sottolineare che queste associazioni possono variare tra diverse fonti e interpretazioni storiche.

שִׁמְעוֹן (Shimon) – Simeone - Tribù e Pietra Preziosa – Pitdah פִּטְדָּה – turchese

La gemma designata per la tribù di Shimon era הפטדה, è la turchese (o anche prasio/crisoprasio, una forma di calcedonio oppure topazio). 

Questa scelta sembra derivare dalla connessione peculiare di Shimon con il colore verde (o verde-azzurro), che a sua volta simboleggia la linfa vitale e la forza interiore. 

Attraverso l'eredità della turchese, Shimon rappresentava la forza rigenerativa intrinseca alla sua identità tribale.

La pietra turchese era associata al flusso ininterrotto di energia e al concetto di rinnovamento, sottolineando la natura dinamica e in evoluzione della tribù di Shimon. 

Essa, in questa prospettiva, rifletteva la capacità della tribù di affrontare le sfide con una forza sempre nuova.

Tuttavia, va notato che alcune interpretazioni associano Shimon alla פטדה, topazio, una pietra di tonalità verdognola, connessa non solo alla vitalità ma anche alla licenziosità sessuale della tribù e alla conseguente malattia dell'idropisia. 

Tale interpretazione può variare tra diverse fonti storiche e tradizioni, richiamando l'attenzione sulla complessità delle simbologie tribali.

רְאוּבֵן (Re'uven) - Reuben- Tribù e Pietra Preziosa – Odem דֶם - rubino

La gemma associata a Reuven era נפך, generalmente tradotta come corniola. 

Questa pietra, dal colore rosso intenso, incarnava la passione e la forza dominante distintiva di Reuven. 

La corniola diventava il simbolo della leadership accesa di questa tribù, evidenziando un profondo legame con la terra e un impegno intramontabile nella sua eredità.

Il colore vibrante della corniola rifletteva la potenza della tribù di Reuven nel perseguire con fervore il proprio destino e nel svolgere il proprio ruolo distintivo all'interno delle Dodici Tribù. 

La scelta di questa gemma potrebbe essere interpretata come una rappresentazione visiva della determinazione ardente e della resilienza inossidabile di Reuven.

Va notato che in alcune interpretazioni alternative, la pietra associata a Reuven è identificata come il אודם (rubino). 

Tale interpretazione è legata al coraggio dimostrato da Reuven nel confessare apertamente le sue colpe nella tenda di Bilhah. 

Il rubino potrebbe, inoltre, essere visto come un elemento protettivo per le donne incinte, prevenendo aborti e facilitando parti difficili. 

Questi simbolismi possono variare tra diverse fonti storiche e tradizioni, sottolineando la complessità delle connessioni tra le tribù e le pietre preziose.

זְבוּלוּן (Zevulun) – Zabulon - Tribù e Pietra Preziosa – Yahalom יָהֲלֹם - diamante

Il nome di Zevulun è inciso sulla pietra preziosa conosciuta come יהלום, il diamante (o forse perla, o anche diaspro), noto anche come pirle o bedolach, che simboleggia la prosperità materiale della tribù. 

Questa rappresentazione si allinea con la benedizione di Yaakov/Giacobbe uno dei patriarchi dell'antico Israele. 

In Genesi 49,13, che descrive Zevulun come una tribù di grandi commercianti, che inviavano navi lontano per accumulare ricchezza.

La proprietà unica menzionata nel testo è la capacità del diamante di favorire il sonno, contribuendo a un senso di sicurezza emotiva ed economica. 

Il diamante di Zevulun, richiamato dalla benedizione di Yaakov, diventa il simbolo tangibile della ricchezza e della tranquillità che questa tribù ha sperimentato attraverso il commercio e la prosperità economica. 

In altre interpretazioni, il diamante viene associato alla tribù di Gad.

יִשָּׂשכָר (Yissakhar) – Issacar - Tribù e Pietra Preziosa – Sappir סַפִּיר - zaffiro

Il nome di Issacar è inciso su un gioiello noto come ספיר, talora identificato come lo zaffiro e chiamato anche sephily. 

Esso rappresenta la tribù per la sua straordinaria saggezza e l'eccellenza nella conoscenza della Torah. 

Il colore blu di questa pietra simboleggia valori intrinseci come l'umiltà e la modestia, qualità ritenute preziose sia per i giovani che per gli anziani della tribù. 

La saggezza di Issacar è evidenziata nel testo biblico di Cronache I 12,32, che attesta la profonda comprensione della tribù.

La tradizione, secondo cui le Tavole con i Dieci Comandamenti erano fatte di zaffiro, sottolinea ulteriormente il legame speciale della tribù con la Torah. 

L'associazione di Issacar con lo zaffiro assume un significato simbolico, rappresentando la profonda saggezza e la modestia che caratterizzano la tribù. 

La comprensione di questa connessione richiede una riflessione accurata sulle fonti storiche e religiose pertinenti.

יְהוּדָה (Yehudah) – Giuda - Tribù e Pietra Preziosa – Nofech/Nokef נֹפֶךְ semraldo

La pietra preziosa associata alla tribù di Yehudah è אהלמה e viene tradotta da alcuuni stdiosi con smeraldo (per altri, la turchese). 

Questa gemma verde brillante simboleggia la prosperità e la ricchezza spirituale di Yehudah, oltre che alla sua saggezza. 

Essa riflette la profonda connessione di Yehudah con l'aspetto più elevato della comprensione divina. 

Attraverso questa pietra preziosa, Yehudah perpetua la sua eredità di leadership spirituale e illuminazione. 

Questa gemma riflette anche la vergogna che Yehudah sperimentò e la sua successiva redenzione. 

Il colore verde dello smeraldo richiama l'aspetto radiante del volto di questa tribù, ora simboleggiato dalla lucentezza del cristallo stesso.

גָּד (Gad) – Gad - Tribù e Pietra Preziosa – Achlamah אַחְלָמָה - ametista

La pietra preziosa associata alla tribù di Gad era l'אחלמה, conosciuta come cristallo, anche tradotto con Onkelos. 

Questa pietra simboleggiava la notorietà di Gad, poiché il cristallo era comune e conosciuto da tutti, così come la fama della tribù per le vittorie nelle guerre d'Israele contro i Cananei. 

Il testo fa riferimento a Deuteronomio 33,20, "strappare il braccio e perfino la testa", come significato di forza e risolutezza del cuore in guerra. 

Il cristallo rafforzava la volontà e impediva la debolezza di cuore.

נַפְתָּלִי (Naftali) – Naftali - Tribù e Pietra Preziosa – Shebo שְׁבוֹ - agata

Il nome di Naftali è inciso su un gioiello noto come שבו, un'agata una comune forma a bande di calcedonio. 

Questa pietra preziosa possiede una proprietà straordinaria: quella di proteggere l'uomo durante i viaggi, soprattutto se fatti in carrozza o a cavallo.

Questa peculiarità è associata al momento della nascita di Naftali, narrato in Genesi 30:8, quando, Rachele, seconda moglie di Giacobbe e madre di Giuseppe e Beniamino, prese il sopravvento in una contesa sull'attributo di Giustizia con sua sorella Lia.

דָּן (Dan) – Dan - Tribù e Pietra Preziosa – Leshem לֶשֶׁם - ligurio

La tribù di Dan è associata a una pietra chiamata לשם, identificata sia come opale che come ashtefassis/perla, caratterizzata tradizionalmente anche da un particolare elemento distintivo: un volto umano capovolto. 

Questo dettaglio visivo rappresenta simbolicamente il tentativo della tribù di Dan di sfidare le convenzioni del giudaismo, evidenziato dalla scelta di un leader religioso non appartenente alla tradizione, come narrato in Giudici 18,31.

La pietra לשם, sia essa un opale o una perla, diventa così il simbolo tangibile di un periodo nella storia di Dan, in cui la tribù cercò di modificare e reinterpretare le norme religiose esistenti.

בִּנְיָמִין (Binyamin) - Beniamino - Tribù e Pietra Preziosa - Yashpeh יָשְׁפֵה - diaspro

Il nome della pietra preziosa su cui era inciso il nome di Binyamin era ישפה, conosciuto come diaspro, un calcedonio non trasparente e multicolore. 

Il diaspro rappresentava i pensieri contraddittori di Binyamin, in particolare riguardo alla partenza di Giuseppe. 

La proprietà speciale di questa pietra era quella di arrestare il flusso del sangue e si collega al momento in cui Binyamin dovette decidere se rivelare o meno la verità su Giuseppe a suo padre. 

Il termine ישפה può essere inteso come "ha una bocca", il che allude al merito di Binyamin di aver taciuto su ciò che sapeva.

יוֹסֵף (Yosef) - Giuseppe (successivamente divisa in 2 tribù: Efraim e Manasse) - Tribù e Pietra Preziosa – Shoham – שהם - onice

La pietra preziosa che portava il nome della tribù di Giuseppe era lo שהם, meglio conosciuto come onice. 

Questa gemma era particolare per il suo potere di attrarre il favore delle persone verso i suoi proprietari. 

Le lettere incise sulla pietra avevano anche la capacità di formare "השם", alludendo a versetti come Genesi 39,2, che narra di Giuseppe, dicendo che "Dio era con Giuseppe ed egli divenne un uomo di successo". 

Indossare questa pietra nel palazzo del re garantiva grande successo e favoriva l'accettazione dei suggerimenti da parte degli altri.

אָשֵׁר (Asher) - Aser - Tribù e Pietra Preziosa – Tarshish תַּרְשִׁישׁ - berillo

La pietra su cui era iscritto il nome della tribù di Aser si chiamava תרשיש, nota come berillo (ma anche cariolica, topazio,crisolito o peridoto). 

Il suo colore, simile a quello del petrolio di Tarsis (una località mai realmente identificata), una pietra preziosa di tonalità simile all'olio d'oliva ma con un riflesso del mare, simile a quello che viene menzionato nella Bibbia come la possibile destinazione della nave di Giona. 

Giona, secondo la Bibbia, aveva ricevuto un comando divino di recarsi nella città di Ninive per annunciare la sua prossima distruzione a causa dei suoi peccati. 

Inizialmente, Giona cercò di sfuggire al suo incarico imbarcandosi su una nave diretta altrove. 

Tuttavia, durante il viaggio, si scatenò una tempesta e i marinai, rendendosi conto che Giona era la causa del disastro, lo gettarono in mare.

Questa gemma, dai poteri speciali, era ritenuta favorire la digestione degli alimenti, una caratteristica collegata alla benedizione di Yaakov su Asher in Genesi 49,20, che encomiava la fertilità della sua porzione di terra. 

Questo dettaglio suggerisce che il paese di Tarsis potesse vantare la presenza di queste gemme.

In conclusione:

La vera natura delle pietre preziose menzionate nella Bibbia rimane avvolta nel mistero. 

La discussione sulla conoscenza delle gemme, come diamante, rubino e zaffiro, al tempo della composizione del Testo Sacro, persiste e risulta difficile da risolvere con le attuali conoscenze. 

È plausibile che molte delle gemme colorate fossero identificate nell'antichità principalmente in base alla loro presunta apparenza esteriore. 

Ad esempio, tutte le pietre di colore verde (o almeno con un ampio spettro di colore simile a quello stereotipicamente associato) potevano essere generalizzate come smeraldi, mentre quelle rosse come rubini, e così via.

Altre intepretazioni

Minerali e i quattro mondi della Cabala:

La Cabala concepisce l'universo divino attraverso la struttura dei Quattro Mondi. 

Questi Quattro Mondi sono Atzilut (mondo dell'emanazione), Briah (mondo della creazione), Yetzirah (mondo della formazione) e Assiah (mondo fisico). 

Ognuno di questi aspetti rappresenta uno stadio di discesa dalla pura luce divina all'esistenza materiale, creando un quadro complesso e stratificato che riflette la complessità della divinità e della creazione. 

Ogni mondo rappresenta un livello di raffinatezza spirituale, con Atzilut che è il più vicino alla pura divinità e Assiah che è il regno della nostra realtà fisica umana. 

Minerali e pietre preziose sono talvolta collegati a questi mondi. Diversi minerali e pietre preziose sono associati a mondi specifici in base alle loro proprietà e simbolismi percepiti. 

Ad esempio, i diamanti, con la loro eccezionale chiarezza e durezza, potrebbero essere collegati ai mondi superiori di Atzilut e Briah, mentre altri minerali associati alla terra e ai loro processi potrebbero essere assegnati a Yetzirah e Assiah. 

Queste determinazioni sono comunque piuttosto complesse, difficili da determinare senza una approfondita conoscenza di questa dottrina.

Pietre preziose e Tikkun Olam

Il concetto di Tikkun Olam, che significa "riparazione del mondo" in ebraico, è un principio centrale della Cabala. 

Alcune interpretazioni vedono i minerali e le pietre preziose come strumenti o condotti per questo processo di messa a punto del modo reale. 

Si ritiene che alcune pietre possiedano energie o vibrazioni specifiche che possono aiutare a bilanciare e armonizzare i regni fisico e spirituale, contribuendo alla guarigione e al ripristino generale del mondo. 

Una di queste gemme è lo Yashfeh o diaspro, che è associata alla tribù di Naftali nel pettorale del Sommo Sacerdote. 

Questa gemma è considerata un simbolo di equilibrio e armonia e si ritiene che possa contribuire al processo di ricostituzione del creato attraverso la sua energia positiva.Inoltre, alcune interpretazioni cabalistiche attribuiscono al Leshem (o Ligurio) una connessione con il Tikkun Olam. 

Il Leshem, associato alla tribù di Gad, secondo la Cabala, rappresenta la forza di trasformare l'oscurità in luce. 

Questa gemma è vista come un mezzo per illuminare gli aspetti più oscuri del mondo e contribuire alla riparazione spirituale e morale. 

È importante notare che, anche in questo caso, le associazioni specifiche possono variare in base alle interpretazioni cabalistiche e alle tradizioni specifiche.

Diamanti e le Dieci Sefirot

I diamanti, con la loro struttura sfaccettata e la capacità di disperdere la luce in un arcobaleno di colori, sono spesso associati alle 10 Sefirot. 

Queste emanazioni divine rappresentano diversi aspetti della forza creativa di Dio e sono disposte secondo uno schema specifico sull'Albero della Vita cabalistico. 

La brillantezza e la complessità dei diamanti sono viste come uno specchio della natura multiforme delle Sefirot e della loro interazione all'interno del regno divino.

Personaggi famosi ed il loro interesse per la Cabala

L’arcano mondo e lo studio della realtà contenuto negli scritti della Cabala, affascina pensatori moderni così come lo ha fatto per figure di spicco nel corso della storia. Tra essi vanno certamente ricordati:

Leonardo da Vinci, che era noto per la sua curiosità intellettuale e la sua ricerca del significato nascosto delle cose. 

Da Vinci era interessato alla Cabala in particolare per il suo simbolismo e per la sua visione del mondo come un'espressione della divinità. 

Alcuni studiosi hanno identificato paralleli tra il simbolismo cabalistico e le immagini trovate nei dipinti e nei disegni di Leonardo. 

Ad esempio, il disegno dell'Uomo Vitruviano è stato interpretato come l'incarnazione delle Sefirot, le dieci emanazioni divine della Cabala. 

Inoltre, i motivi geometrici e i dettagli intricati nelle sue opere potrebbero essere visti come un riflesso dei concetti cabalistici di armonia divina e di interconnessione di tutte le cose. 

Leonardo visse durante un periodo di crescente interesse per la Cabala in Italia, ed è noto per aver frequentato individui che l'avevano studiata, come lo studioso umanista Pico della Mirandola. 

Sebbene ciò non garantisca un impegno personale con questo tipo di filosofia, suggerisce l'esposizione alle sue idee e alla potenziale influenza. 

Nonostante l'analisi approfondita dei vasti quaderni di Leonardo e di altri scritti, non sono stati trovati riferimenti chiari a concetti o terminologia cabalistici. 

Questa assenza, pur non essendo conclusiva, rende difficile stabilire un collegamento diretto.

Giordano Bruno, filosofo e teologo del XVI secolo che fu condannato al rogo per eresia. 

Bruno era un sostenitore del concetto di universo infinito, che forse si basava in parte sulla sua interpretazione della Cabala.

Giuseppe Mazzini, patriota e politico del XIX secolo che fu uno dei principali esponenti del Risorgimento italiano. 

Mazzini era un convinto sostenitore della fratellanza tra tutti gli uomini, che si dice si rifacesse alla sua interpretazione della Cabala.

Amedeo Modigliani, alcune delle opere di Modigliani mostrano una certa affinità con la simbologia cabalistica. 

Ad esempio, i suoi ritratti spesso presentano figure con lunghe teste e volti allungati, che ricordano le rappresentazioni cabalistiche dei sefirot, i dieci principi emanati da Dio.

Umberto Eco, scrittore e semiologo del XX secolo. 

Eco era un esperto di Cabala e ha spesso utilizzato elementi cabalistici nelle sue opere, come nel romanzo "Il nome della rosa".

Tra i personaggi famosi mondiali che si sono ispirati alla Cabala si ricordano:

  • Isaac Newton (1642-1727), scienziato, matematico e alchimista del XVII secolo. Newton era interessato alla Cabala in particolare per le sue implicazioni conoscitive.
  • Mikhail Bulgakov (1891-1940), scrittore russo del XX secolo. Bulgakov era un conoscitore della Cabala e ha spesso utilizzato elementi cabalistici nelle sue opere, come nel romanzo "Il maestro e Margherita".
  • Aldous Huxley (1894-1963), scrittore e filosofo del XX secolo. Huxley era interessato alla Cabala in particolare per il suo approccio alla conoscenza e alla spiritualità.
  • Carl Jung (1875-1961), psicologo svizzero del XX secolo. Jung era interessato alla Cabala in particolare per il suo simbolismo e per la sua visione della psiche umana.
  • Re Carlo I d'Inghilterra (1600-1649): Durante il suo regno, Carlo I fu influenzato dalla Cabala e da pensatori ebraici. La sua corte fu un centro di interesse per la mistica ebraica.
  • Re Ferdinando II d'Aragona (1452-1516) e Isabella I di Castiglia (1451-1504): Questa coppia reale di Spagna ha sostenuto l'Inquisizione spagnola, che ha anche influenzato gli ebrei e gli studiosi della Cabala. Furono loro ad espellere tutti gli ebrei dalla penisola iberica nel 1492.
  • Shakespeare (1564-1616): Alcuni studiosi ritengono che Shakespeare potrebbe aver avuto familiarità con la Cabala e che elementi cabalistici possano essere presenti nelle sue opere.
  • Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832): Il famoso scrittore tedesco Goethe ha mostrato interesse per l'occultismo e la mistica, tra cui la Cabala, che potrebbe aver influenzato alcune delle sue opere.
  • Ivan il Terribile (1530-1584): Si dice che questo zar abbia avuto interesse per la Cabala, e alcuni studiosi suggeriscono che questa influenza sia visibile nel suo approccio mistico alla politica.
  • John Milton (1608-1674): Il poeta inglese, noto per l'epico "Paradise Lost," era interessato a temi religiosi e spirituali, e alcuni critici vedono tracce di influenze cabalistiche nella sua opera.
  • Paul Klee (1879-1940): Il pittore svizzero Paul Klee era interessato all'occultismo e alla spiritualità, e alcuni dei suoi lavori riflettono influenze cabalistiche.

La Cabala è una tradizione complessa e ricca di significati, che ha affascinato e ispirato persone di ogni epoca e cultura.

La Cabala e la Smorfia Napoletana

La smorfia napoletana è un metodo per interpretare i sogni associandoli a numeri, che vengono poi utilizzati per giocare al lotto. 

L'origine della smorfia è incerta, ma si ipotizza che possa derivare dalla tradizione cabalistica ebraica, che associava numeri a parole e simboli. 

Un'altra teoria sostiene che la smorfia sia nata dal bisogno di associare il significato dei sogni alla quotidianità.

Si dice che sia il libro dei sogni più usato in Italia. 

Consiste in una serie di 90 numeri che corrispondono a vocaboli, oggetti e nomi. 

In passato la smorfia veniva tramandata oralmente, ma adesso è disponibile anche in forma scritta. 

Oggi, è un elemento importante della cultura popolare napoletana. 

È stata fonte di ispirazione per il cinema e il teatro, e viene ancora oggi utilizzata da molti napoletani (e non solo) per giocare al lotto. 

La smorfia, tra le tante sfaccettature della vita include anche quella delle pietre preziose, cho possono apparire, come ogni altro oggetto, nelle attività oniriche. 

Nel mondo dei sogni, esse assumono significati profondi, che possono essere interpretati in base al tipo di minerale, al suo colore e al contesto in cui appare.

In generale, sognare pietre preziose è un segno di forza e resilienza. 

Il sognatore è in grado di affrontare le difficoltà della vita con coraggio e determinazione. 

Le pietre preziose possono anche simboleggiare la capacità di superare le proprie paure e di realizzare i propri obiettivi.

Il colore delle pietre preziose può fornire ulteriori informazioni sul significato del sogno. 

Infine, il contesto in cui appare la pietra preziosa può fornire ulteriori informazioni sul significato del sogno.

Sognare di trovare una pietra preziosa è un segno di fortuna e di abbondanza. 

Il sognatore potrebbe ricevere una sorpresa inaspettata o un'occasione favorevole.

Sognare di perdere una pietra preziosa è un segno di perdita o di delusione. 

Il sognatore potrebbe perdere qualcosa a cui tiene o non raggiungere un obiettivo che si era prefissato.

Sognare di ricevere una pietra preziosa in regalo è un segno di affetto e di protezione.

Il sognatore si sente amato e sostenuto da qualcuno.

Ecco le associazioni principali tra pietre, monil, metalli preziosi e i numeri e una interpretazione secondo il sito: smorfianapoletanaweb.it

Agata: malattia e morte: 12 , 37 , 40

Ambra: molta fedeltà da parte di un amico o di un amica: 11 , 66

Ametista: molta fortuna entro il mese: 55

Anello: prossimo matrimonio: 10
– di brillanti: grande ricchezza: 30
– di rubini: amerai due donne: 77
– con altre pietre preziose: per i celibi: matrimonio: 69
– per gli ammogliati: nascita di un maschio: 73
– di una catena: buona salute: 34 , 26
– di diamanti: perdita di denaro: 62 , 65
– donare un anello ad una donna: perdita in amore: 62
– donare un anello ad un uomo: guadagnerete molto in una speculazione: 65
– anello d’oro alle dita: dignità, fortuna, potenza: 86
– di ferro: lavoro oppure pericolo per la vostra libertà: 47
– perderlo da dito: la tua fidanzata si mariterà ad un altro uomo: 75
– riccio di capelli, riceverne o donarne: ti si farà una dichiarazione d’amore: 16
– riceverne uno in dono: sicurezza: 12 , 26 , 56
– vederne: collera: 28

Argento: fortuna nel commercio ed in tutte le cose: 34
– contare : guadagno: 29
– e oro – il raccogliere -: perdita e danno: 4
– trovare argento: fastidio: 57
– mangiarne: danno ed ostacoli: 20
– trovare monete d’argento: prosperità: 20 , 28

L'argento simboleggia la purezza, l'innocenza e la spiritualità. 

Sognare l'argento può essere un segno che il sognatore è in cerca di una maggiore armonia interiore.

Avorio: miseria: 10, 28

Braccialetto: d’oro: prossima gioia: 16 , 27
– di argento: facilità di guadagno: 54
– di ferro: guadagni: 55
– di altra materia: capricci: 39

Diadema: denari molto ben guadagnati: 88
– portarlo: amicizia di persone importanti: 23

Diamanti: falsa apparenza di fortuna: 24 , 32
– mangiarne: perdite, corruccio: 2
– trovarne: perdita: 34 , 90
– vederne: danno enorme: 28 , 68

Drago (aggiuto per l’affinita’ col sito dell’autore di questo articolo): arrivo di qualche superiore o scoperta di qualche tesoro: 79 , 37

Dragone: animale favoloso: ricchezza, tesori, visita a un superiore, ad un avvocato, ad un grande: 7
– militare: guadagno: 8

Gemme: riceverne in dono: infelicità: 37, 53

Gioielli: portarne: malattia: 60 , 84

Gioielliere: diverrai povero: 63

Gioiello: da porsi sul petto: sei amato teneramente: 42

Granato: rappresenta la stabilità, la sicurezza e la protezione, 29

Malachite: (minerale) vederne: incontro utile: 33

Orafo: ricchezze e fortuna: 63

Orecchini: amicizia: 3 , 87

Oro: buttarne via: amari dispiaceri: 17
– cambiarlo con qualcos’altro: impeto di collera: 7
– falso: ricchezza, grandezza: 55
– fonderne: dispetto: 70
– lavorarlo: sfortuna: 62
– maneggiare: escandescenza: 8 , 29
– maneggiarne: corruccio amaro: 69
– portarlo: fortuna: 44
– scavarlo: salute e benedizione: 56
– trovarne: profitto: 18
– gioiello d’ oro: malattia: 60

L'oro rappresenta la ricchezza, il successo e la realizzazione personale. 

Sognare l'oro può essere un segno che il sognatore sta per raggiungere un traguardo importante nella sua vita.

Perle: miseria, tristezza, lacrime: 62
-infilarle: noia, solitudine: 9 , 90
-pescarne: penuria e carestia: 36

Pietre preziose, comperarne: guadagno nei commerci: 11

perderne: sfortuna: 7 , 69
– portarne: grandezza: 2
– vederne: perdita: malattie, angustie: 77 , 11 , 55

Il platino rappresenta la resilienza, la forza interiore e la determinazione. 

Sognare il platino può essere un segno che il sognatore sta affrontando un periodo difficile, ma che è determinato a superarlo.

Preziosi: effetti rubati: miseria e pessima riuscita: 11

Quarzo (cristallo di rocca): Il quarzo è una pietra preziosa molto versatile, che può essere utilizzata per creare gioielli di ogni tipo. 

È associato al numero 5, che nella Smorfia napoletana rappresenta il denaro, la fortuna e il successo. In quarzo, in generale, è associato al número 57.

Rubino: ricchezza e felicità: 25

Il rubino rappresenta la passione, la sensualità e l'amore ardente. 

Sognare un rubino può essere un segno che il sognatore sta vivendo una storia d'amore intensa e appassionata.

Smeraldo: 41

Lo smeraldo simboleggia la speranza, la guarigione e la rinascita. 

Sognare uno smeraldo può essere un segno che il sognatore sta attraversando un periodo di cambiamento e di crescita personale.

Tormalina verde: rappresenta la salute, la longevità e la serenità, 28

Tormalina rossa: rappresenta la passione, l'amore e la sensualità, 70

Turchese: 15

Zaffiro: 14 – vederne uno o avere anelli con zaffiri: sarai molestato: 26

Nota finale

Per concludere, le righe qui sopra hanno cercato di mostrare come la Cabala si riveli un affascinante percorso di esplorazione della connessione tra l'eterno e l'umano, un viaggio che intreccia storia, mistica e simbolismo. 

Attraverso le sue varie interpretazioni e il suo sviluppo nel corso dei secoli, essa è diventata un pilastro delle pratiche spirituali ebraiche, influenzando anche tradizioni esoteriche al di là dei confini religiosi originali. 

La connessione intrinseca tra le pietre preziose e i 10 Sefirot aggiunge uno strato di significato simbolico, sottolineando l'importanza di queste gemme nella ricerca spirituale. 

L'influenza della Cabala su personaggi storici noti, che hanno abbracciato la sua saggezza, evidenzia il suo impatto duraturo sulla cultura e sulla filosofia. 

Inoltre, la sorprendente correlazione tra la smorfia napoletana e la Cabala ebraica svela un'interessante intersezione tra tradizioni apparentemente distanti. 

In questo intricato intreccio di storia, simbolismo e pratiche quotidiane, la Cabala continua a esercitare il suo fascino, offrendo una prospettiva unica sulla ricerca dell'eterno nella complessità dell'esistenza umana.


Fonti: lasmorfianapoletana.com, smorfianapoletana.org, smorfianapoletanaweb.it, templumdianae.com, sefaria.org, azamra.org, myjewishlearning.com, ChatGPT, Bard, Wikipedia. Archive .org, sognienumeri.it, rockseeker.com, biblehub.com, biblegateway.com, rocksandminerals.com, bernardine.com, sefaria.org, chabad.org, lacooltura.com

Addendum: 

Il significato dei numeri per la smorfia napoletana

  • 1 L’Italia - la propria patria, ma anche la Regione o città di appartenenza
  • 2 ‘a piccerella (la bambina) Si associa in generale ai bambini,
  • 3 ‘a gatta (la gatta) gatto, al gatto nero, i felini, anche selvaggi
  • 4 ‘o puorco (il maiale) inteso sia come animale che uomo poco gentile
  • 5 ‘a mano (la mano)
  • 6 chella ca guarda ‘nterra (l’organo femminile)
  • 7 ‘o vaso (il vaso)
  • 8 ‘a Maronna (la Madonna) può essere considerata anche la mamma defunta
  • 9 ‘a figliata (gruppo di figli)
  • 10 ‘e fasule (i fagioli) dagli anni ’80 anche Maradona, idolo calcistico
  • 11 ‘e suricille (i topolini)
  • 12 ‘e surdate (i soldati)
  • 13 Sant’Antonio è il Santo Protettore della città di Padova
  • 14 ‘o mbriaco (l’ubriaco) l’ubriaco innocuo/ilare ma anche molesto/pericoloso
  • 15 ‘o guaglione (il ragazzo)
  • 16 ‘o culo (il deretano) considerato anche come l’aver un colpo di fortuna
  • 17 ‘a disgrazia (la disgrazia) è un evento triste e sfortunato
  • 18 ‘o sanghe (il sangue)
  • 19 ‘a resata (la risata) si considera la risata grassa, molto forte
  • 20 ‘a festa (la festa) intesa sia come festa religiosa che pagana/popolare
  • 21 ‘a femmena annure (la donna nuda) anche in topless, o poco vestita
  • 22 ‘o pazzo (il folle) anche inteso come colui che compie azioni sopra le righe
  • 23 ‘o scemo (lo stupido)
  • 24 ‘e gguardie (poliziotti, carabinieri, guardie carcerarie) Altresì considerata la vigilia di Natale, ricorrenza sentita specialmente nell’Italia Meridionale
  • 25 Natale
  • 26 Nanninella (Anna) deriva dal nome Anna, mamma della Madonna. Può essere inteso anche come Santo Stefano
  • 27 ‘o cantero (il vaso da Notte)
  • 28 ‘e zizze (il seno femminile) può essere inteso anche come la mammella dell’animale
  • 29 ‘o pate d’e criature (l’organo riproduttivo maschile)
  • 30 ‘e palle d’o tenente (le munizioni)
  • 31 ‘o padrone e casa (il proprietario di casa) il proprietario della casa in affitto
  • 32 ‘o capitone (l’anguilla femmina) tipico piatto della tradizione natalizia napoletana
  • 33 l’anne ‘e Cristo (gli anni di Gesù Cristo) è l’età in cui Gesù morì sulla Croce
  • 34 ‘a capa (la testa)
  • 35 l’aucelluzzo (l’uccellino)
  • 36 ‘e castagnelle (le nacchere spagnole)
  • 37 ‘o monaco (il monaco, il frate)
  • 38 ‘e mmazzate (le percosse, le botte)
  • 39 ‘a funa nganna (la corda al collo, l’impiccagione)
  • 40 ‘a paposcia (l’ernia inguinale) può essere riferito anche ai testicoli maschili
  • 41 ‘o curtiello (il coltello) indica coltello come arma e non come utensile da cucina
  • 42 ‘o cafè (il caffe)
  • 43 ‘onna pereta for ‘o barcone (la donna pettegola) immagine utilizzata per descrivere una donna pettegola e solitamente facente parte del popolo.
  • 44 ‘e ccancelle (le carceri)
  • 45 ‘o vino buono (il vino gustoso)
  • 46 ‘e denare (i soldi) inteso come moneta o banconote
  • 47 ‘o muorto (la persona defunta) si rifà al parente o conoscente passato da poco a miglior vita
  • 48 ‘o muorto che parla (il defunto che parla) associato a situazioni di buon auspicio
  • 49 ‘o piezz e carne (la donna prosperosa) accezione antica e misogina della donna prosperosa e bella da vedere
  • 50 ‘o ppane (il pane)
  • 51 ‘o ciardino (il giardino)
  • 52 ‘a mamma (la madre)
  • 53 ‘o viecchio (l’anziano) inteso come anziano saggio e dispensatore di buoni consigli
  • 54 ‘o cappiello (il cappello) segno di soldi e benestare
  • 55 ‘a museca (la musica) generalmente quella popolare, delle feste pubbliche e private
  • 56 ‘a caruta (la caduta) in accezione divertente, ironica e imbarazzante
  • 57 ‘o scartellato (il gobbo) figura della tradizione, associata al concetto di portare fortuna (se si tocca la gobba)
  • 58 ‘o paccotto (il pacchetto) pacco della posta o pacco imballato
  • 59 ‘e pile (i peli) considerati come simbolo di virilità
  • 60 ‘o lamiento (il lamentarsi) il dolore per un brutto avvenimento o condizione personale
  • 61 ‘o cacciatore (il cacciatore)
  • 62 ‘o muorto acciso (il morto assassinato)
  • 63 ‘a sposa (la sposa) anche considerata come la ragazza che diventa donna e mette su famiglia
  • 64 ‘a sciammeria (la giacca per cerimonie) la giacca per eventi e cerimonie
  • 65 ‘o chianto (il pianto) pianto di rammarico o di dolore
  • 66 ‘e ddoje zetelle (le due donne nubili) donne generalmente anziane e mai sposate
  • 67 ‘o totaro int’a chitarra (il totano nella chitarra) fa riferimento all’atto fisico tra uomo e donna
  • 68 ‘a zuppa cotta (la zuppa cotta) un alimento che denota condizione di povertà
  • 69 sott’e ‘ncoppa (il sottosopra) richiamo ad una posizione amorosa
  • 70 ‘o palazzo (il palazzo, la casa) anche considerata la casa di proprietà
  • 71 l’omme ‘e merda (l’uomo meschino) inteso anche come persona di cui non ci si può fidare
  • 72 ‘a maraviglia (la meraviglia)
  • 73 ‘o spitale (l’ospedale)
  • 74 ‘a rotta (la grotta) in modo particolare si intende quella dove nacque Gesù
  • 75 Pulcinella simbolo della città di Napoli, altresì visto come personaggio portafortuna
  • 76 ‘a funtana (la fontana)
  • 77 ‘e riavulille (i diavoletti, il diavolo)
  • 78 ‘a bella figliola (la prostituta) anche donna di facili costumi
  • 79 ‘o mariuolo (il ladro) altresì intesa come persona disonesta di animo
  • 80 ‘a vocca (la bocca) intesa come bocca femminile, maschile e di bambini
  • 81 ‘e sciure (i fiori) intese anche come composizioni di fiori
  • 82 ‘a tavula ‘mbandita (il banchetto) inteso anche come desiderio di benessere e opulenza da parte di chi vive condizioni di povertà
  • 83 ‘o maletiempo (il mal tempo) temporali, bufere, meremoti, trombe d’aria e altri fenomeni metereologici avversi
  • 84 ‘a cchiesa (la Chiesa) è la Chiesa intesa come edificio e non come dogma
  • 85 ll’aneme ‘o priatorio (il purgatorio) il purgatorio con le sue anime
  • 86 ‘a puteca (il negozio) strettamente considerato come negozio di alimentari
  • 87 ‘e perucchie ( i pidocchi) segno anche di sporcizia e/o povertà economica
  • 88 ‘e casecavalle (i caciocavalli) anche riferito al seno di una donna
  • 89 ‘a vecchia (la donna anziana) Altresì inteso come il trascorrere del tempo
  • 90 ‘a paura (la paura) L’aver paura, il provare ansia e sensazione di pericolo
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