Sebbene il termine “giada” si riferisca unicamente a due minerali ben distinti — giadeite e nefrite —, il mercato globale è letteralmente invaso da materiali che ne imitano l’aspetto.
Alcuni di questi sono naturali, altri artificiali o trattati; molti presentano somiglianze superficiali tali da trarre in inganno anche gli acquirenti più attenti, se privi di strumenti diagnostici adeguati.
Tra i simulanti più comuni figurano il vetro colorato, la serpentina (chiamata impropriamente "giada nuova" o "giada della Corea"), il quarzo avventurina, la crisolite, il crisoprasio, la prehnite, e persino alcune forme di plastica ad alta densità .
A questi si aggiungono imitazioni composite, spesso ottenute mescolando frammenti di materiali naturali con resine, pigmenti o polveri minerali pressate.
In alcuni casi vengono eseguiti trattamenti intensivi, come tinture, impregnazioni polimeriche o decolorazioni acide, con lo scopo di migliorare l’aspetto di materiali poveri e farli passare per giade autentiche.
Una conoscenza approfondita delle proprietà ottiche e strutturali della vera giada — come la durezza, la densità , la struttura microcristallina interbloccata e la birifrangenza — è essenziale per distinguerla da queste imitazioni.
Inoltre, occorre prestare attenzione ai nomi commerciali ingannevoli, spesso creati ad arte per evocare un legame inesistente con la giadeite o la nefrite.
Molti di questi termini — come “giada africana”, “giada australiana”, “giada malese” o “giada montana” — non hanno alcun fondamento mineralogico e servono solo a valorizzare prodotti di scarso pregio.
La tabella seguente illustra alcuni dei simulanti più comuni e le loro caratteristiche distintive.
Molti di questi nomi non sono classificazioni mineralogiche, ma piuttosto invenzioni di marketing volte a sfruttare il valore culturale e commerciale della giada.
L'uso di queste denominazioni improprie può trarre in inganno i consumatori, soprattutto se accompagnato da trattamenti visivi come la tintura o la lucidatura, volti a imitare l'aspetto distintivo della giada.
Comprendere questi materiali e la loro vera natura è essenziale per un'identificazione accurata, una vendita etica e un collezionismo consapevole.
Con la continua evoluzione del mercato delle gemme, deve evolversi anche la nostra vigilanza nel distinguere l'autentico dall'artificiale, lo storico dall'esagerato, il prezioso dall'ingannevole.
La corretta identificazione di questi materiali, che spesso richiede analisi gemmologiche avanzate, è cruciale non solo per evitare frodi commerciali, ma anche per preservare l’integrità storica e culturale del concetto di “giada”, tanto radicato nelle civiltà antiche quanto attuale nei mercati internazionali.
Articolo di: Diario Marchiori